…è di diventare troppo prevedibile e consentire alla avversarie di trovare le contromisure. Caroline Wozniacki ha fatto tesoro della sconfitta a New York e si è presa la rivincita a Eastbourne.

Di Riccardo Bisti – 19 giugno 2014

 
La sconfitta in sè non preoccupa. Perdere contro Caroline Wozniacki non è un disonore, nemmeno per una giocatrice ambiziosa come Camila Giorgi. Inoltre, avrà qualche giorno in più per trasfersi a Londra e preparare al meglio Wimbledon. A Londra dovrà difendere il terzo turno dell’anno scorso, anche se gli obiettivi sono certamente più ambiziosi. La preoccupazione, dicevamo: la sconfitta con la Wozniacki non è un problema, ma in prospettiva può esserlo il gioco monocorde (potente, spettacolare, entusiasmante…ma pur sempre monocorde) di Camila. Lasciamo perdere il famoso “piano B” che lei stessa ha rifiutato, dicendo che “non sarà mai una pallettara”. Il problema è che le avversarie iniziano a conoscerla. Dopo l’iniziale smarrimento, dovuto alle saette che spaccavano campo e palline, la concorrenza sta provando ad attrezzarsi. Lo ha fatto la Wozniacki, battuta in tre set nella Night Session dello Us Open, nove mesi fa. Si pensava che l’erba (nonostante Caroline la conosca bene) potesse essere ancora più favorevole alla Giorgi. Sui prati, le sue saette sono ancora più imprendibili. Ed è un bel vantaggio contro una maratoneta come la danese. In effetti, i missili di Camila sono stati vincenti in 47 occasioni. Ma non è bastato e la Wozniacki si è imposta 6-7 6-4 6-2 e affronterà Angelique Kerber in semifinale. Nelle oltre due ore di partita, intervallate da uno stop di 20 minuti per consentire i soccorsi a uno spettatore colto da malore, la Wozniacki ci ha fatto capire di aver “studiato” Camila e pensato alle contromisure. Se è vero che l’azzurra può recriminare per lo stop che le ha tolto il ritmo, va detto che la Wozniacki avrebbe potuto imporsi in due set se avesse sfruttato i tre setpoint consecutivi nel tie-break del primo set. Lì è stata brava Camila a tirare due bei servizi e rimettersi in sesto.
 
IL PIANO DELLA WOZNIACKI
Quando l’azzurra si è aggiudicata il primo set, tutto lasciava presagire a una sorprendente semifinale. Eppure la Wozniacki ha proseguito nel suo piano, che prevedeva due cosine facili facili: un’altissima percentuale di prime palle (alla fine sarà il 79%) per evitare di essere bombardata sin dalla risposta, o al massimo elevare il margine di rischio di Camila. Incurante di tutto, l’azzurra teneva i piedi abbondantemente dentro il campo e ha alternato risposte fulminanti a tanti errori. Rispondere alla prima con un winner è dura, anche se sei un fenomeno. Il secondo obiettivo della Wozniacki era giocare profondo e centrale: la profondità costringeva la Giorgi a colpire in arretramento (infatti ha cacciato diversi colpi in rete, insolito per lei) e le toglieva angoli. Ma la Giorgi è talmente forte, talmente istintiva, che stava quasi per venirne a capo. Dopo l’interruzione, sul 4-3 nel secondo, Camila ha avuto una palla break che l’avrebbe mandata a servire per il match. Ha infilato una risposta in rete e lì è iniziato il lento carambolare verso la sconfitta. A discolpa di Camila, va detto che la Wozniacki ha giocato benissimo: 22 vincenti e 14 errori sono un dato eccezionale, segno di ritrovata lucidità. Caroline ha un cuore ferito (la separazione con Mcllroy è ancora fresca) ma è anche orgoglioso. Ha tenuto un atteggiamento positivo per tutta la partita, senza mai disunirsi quando sul suo campo piovevano meteoriti. Ha atteso il calo della Giorgi, puntualmente arrivato. Per quanto Camila sia ancora giovane ed esplosiva, ci può stare che le cinque ore accumulate nei due match precedenti abbiano influito.
 
DUE PADRI A CONFRONTO

Camila sarà la mina vagante di Wimbledon, un po’ come Dustin Brown tra gli uomini (ma con più chance di arrivare in fondo), però deve assolutamente ampliare il bagaglio tecnico-tattico. E’ stato scritto mille volte, ma questa sconfitta ne accresce l’esigenza. E’ sempre più famosa, temuta…ma anche conosciuta. La Wozniacki ha imparato la lezione, ne ha scovato le debolezze ed è riuscita a sfruttarle. Tante cercheranno di imitarla. Certo, non tutte hanno la qualità di Caroline, ma se l’obiettivo della Giorgi è quello di non porsi limiti…deve continuare a migliorare e completarsi, senza accontentarsi di missili terra-aria all’incrocio delle righe, buoni per un filmato-collage da postare su Youtube. Daniele Silvestre ha un incarico delicato e molto affascinante, anche se l’head coach continua ad essere papà Sergio, pluri-inquadrato dalla TV britannica che ne ha colto l’esuberanza sin dal primo turno. A Eastbourne non c’è un vero e proprio box-giocatori, allora di due clan erano seduti accanto, con Sergio Giorgi e Piotr Wozniacki (anzi, Victor Krason…) seduti a due sedie di distanza. Due dei padri più famosi del circuito, entrambi molto presenti nella carriera delle figlie. Wozniacki Sr. ha praticamente “soverchiato” tutti i coach che si sono alternati all’angolo di Caroline. Sarà così anche per la Giorgi?