Il nuovo calendario ATP ha azzerato le speranze del torneo di Rio de Janeiro, che puntava a diventare un Masters 1000 o almeno a cambiare superficie. Si va avanti al Jockey Club, nonostante un impianto olimpico inutilizzato. Però gli organizzatori continuano a offrire spettacoli e servizi collaterali. Meriterebbero più di tre top-10 in tabellone.

Con appena 36 anni di età, Luiz Carvalho è tra i direttori di torneo più giovani. Per questo, ha il forte desiderio di far crescere l'ATP 500 di Rio de Janeiro. Qualche mese fa aveva ventilato l'ipotesi di spostare il torneo dalla terra battuta al cemento. L'idea era maturata dopo aver incassato i “no” dei più forti. Una volta perso Rafa Nadal (presente dal 2014 al 2016), gli altri Fab Four non erano avvicinabili. Quando poi è arrivato il diniego di Juan Martin Del Potro, ha capito di voler cambiare superficie. “Juan Martin ci ha detto che verrebbe volentieri se si giocasse sul cemento”. In questi giorni l'argentino è impegnato a Delray Beach, che offre la metà dei punti ma si gioca sul duro. Dopo l'Australian Open, i migliori giocatori non accettano di giocare sulla terra battuta in febbraio, salvo poi tornare sul duro a Indian Wells e Miami. Purtroppo per Rio, l'atteso calendario del 2019 non ha proposto nessuna sorpresa. Il board ATP è restio a ridurre ulteriormente i tornei su terra, dunque il Rio Open dovrà fare di necessità virtù, continuando a disputarsi presso il Jockey Club e non nell'impianto costruito per le Olimpiadi. Non è lo scenario ideale, ma c'è l'idea di fare cose importanti. L'inizio del torneo ha incrociato la fine del carnevale, poi hanno deciso di “colorare” l'evento con tante attrazioni extra, concentrandosi su concerti e gastronomia. In questi giorni, diversi artisti e chef saranno al Jockey Club. “Le attrazioni rafforzano l'evento nel suo complesso. Il tennis resta la parte principale, ma non tutti gli spettatori hanno familiarità con il gioco, allora si godono l'esperienza grazie alle varie attrazioni, e si divertono molto”.

PIÙ BIGLIETTI VENDUTI
Le cose stanno andando bene: solitamente Rio raccoglie circa 50.000 spettatori, ma quest'anno c'è stato un incremento del 35% in prevendita, con il “sold out” fatto registrare in anticipo per le giornate di venerdì e sabato. Tutto questo è stato possibile grazie a una politica di biglietti molto generosa: nei primi giorni, si può accedere con appena 20 Real (l'equivalente di 5 euro). “I costi aumentano soltanto nel weekend, ma comunque non è un evento d'elite – dice l'ingegner Andre Baeta, 48 anni, affezionato spettatore del torneo – costa meno che guardare una partita di calcio e permette di vedere tante partite”. Baeta è un prodotto dell'epopea di Gustavo Kuerten, l'uomo che fu capace di rendere popolare il tennis in Brasile. Grazie a Guga è diventato un fanatico di tennis e ha in mente un progetto: seguire dal vivo, almeno una volta, tutti gli Slam e tutti i Masters 1000. Per adesso è a metà dell'opera. A Rio de Janeiro non manca mai ed è soddisfatto dell'offerta, anche se mancano i giocatori locali. Nessun brasiliano era ammesso di diritto, mentre tre sono entrati grazie a una wild card: Bellucci e Dutra Silva sono già stati eliminati, dunque restano Thiago Monteiro e i doppisti. “Abbiamo la struttura di un Masters 1000 – dice Carvalho – spettacoli, ristorazione, area sponsor, distribuzione di regali e premi permettono di vivere una bella esperienza”. Lo spirito di iniziativa non manca, ma l'immobilismo dell'ATP costringerà Rio in una dimensione che forse sta un po' stretta a una città, un'organizzazione e un entusiasmo non così semplici da trovare.