Un immenso Rafael Nadal vince il suo decimo Roland Garros, spazzando via Stan Wawrinka in una finale a senso unico. Non gli era mai capitato di lasciare per strada così pochi game: in tutto il torneo, ne ha ceduti 35. Il suo tratto distintivo è la capacità di rinascere e tornare più forte di prima. Guga Kuerten: “Può vincere ancora 3-4 volte”.Nel vocabolario di Rafael Nadal non esiste la parola “rivincita”. I grandi fanno così: le parole volano via, mentre i fatti (e i record) restano. Demolendo Stan Wawrinka in una finale a senso unico, Nadal ha accentuato il suo ruolo nella Storia, quella con la “S” maiuscola. Nessun tennista aveva mai vinto per dieci volte un torneo del Grande Slam: lui lo ha fatto al Roland Garros, forse il più duro, dove pure non vinceva da tre anni. Un'impresa stratosferica, forse impossibile da replicare. I libri di storia ci ricordano che Margaret Court si è imposta per undici volte all'Australian Open, ma era un tennis completamente diverso. E poi diversi successi sono arrivati negli anni 60, quando c'era ancora la distinzione tra dilettanti e professionisti. Insomma, la “Decima” di Rafa, sostantivo che leggeremo nella quasi totalità dei giornali, è un'impresa storica. Stupisce il modo in cui è maturata: non era mai successo che Rafa lasciasse così pochi game agli avversari. Ne ha lasciati per strada appena 35: soltanto Bjorn Borg aveva fatto meglio di lui, nel 1978, cedendone 32. L'assenza di Roger Federer e la forma incerta di Novak Djokovic gli hanno dato una mano, ma Rafa ha mostrato una superiorità imbarazzante.

LA STORIA IN UN SINGOLO COLPO
Il 6-2 6-3 6-1 con cui ha cancellato Wawrinka non necessita di chissà quale racconto: un dominio totale, che ha confermato le sensazioni della vigilia: quel precedente a Roma 2015 (unico successo di Wawrinka sulla terra) non poteva avere valore, poiché si giocò in sessione serale ed era il peggiore Nadal di sempre sulla terra battuta. E' maturato un punteggio identico ai quarti del 2013, quando Wawrinka era costretto a tenere le sue gambone ben lontano dalla linea di fondo, perdendo un buon 50% della sua spinta. Oggi era più stanco di Rafa, ci mancherebbe, ma se anche si fosse presentato senza la maratona con Murray sulle gambe, avrebbe perso in tre set. Nadal ha messo in pratica il piano di essere aggressivo e comandare con il dritto. In poco più di due ore, ha tirato 27 colpi vincenti e commesso appena 12 errori gratuiti, segno tangibile di una tattica applicata alla perfezione. La finale è durata quattro game, fino al 2-2 nel primo set, faticosamente raggiunto da Wawrinka con quattro palle break annullate. Sull'1-1, tra l'altro, lo svizzero aveva avuto una palla break. Sarebbe rimasta l'unica. Per il resto tutto facile, neanche degno di una finale Slam, molto divertente per i sostenitori dello spagnolo, poco interessante da raccontare. La fiammata, il punto simbolo della sua carriera parigina, è arrivata nel secondo set, quando ha tirato un dritto in corsa incredibile. Irrazionale. Folle. Wawrinka lo aveva sbattuto fuori dal campo con un gran rovescio incrociato. Lui ci è arrivato con quattro falcate e ha sparato un dritto no-look che entra diritti nella top-10 dei suoi colpi migliori. Una saetta lungolinea, imprendibile, forse un po' casuale. La finale del Roland Garros 2017 è tutta lì, 79esima vittoria di Rafa su 81 partite nel perimetro di Bois de Boulogne.

OVAZIONE PER TONI
La poetica – se può esserci poetica nel tennis – è arrivata dopo il matchpoint. Rafa si è sdraiato sulla terra rossa, poi gli hanno preparato una splendida premiazione, con la scritta “10” ben in evidenza sul palco, dove è stato premiato da Roy Emerson, due volte vincitore negli anni 60. Mentre sollevava per la decima volta la Coppa dei Moschettieri, dal lato nord del Campo Chatrier hanno srotolato tre bandierioni, manco fosse una coreografia da stadio. In uno c'era il "10" con il logo del Roland Garros, nel secondo la scritta “Bravo Rafa”, nel terzo un'enorme Coppa dei Moschettieri. Il tutto a favore di telecamere a commozione. Come se non bastasse, dopo l'esecuzione dell'inno spagnolo (in tribuna c'era anche l'ex Re Juan Carlos), i maxischermi hanno proposto una clip con tutti i successi di Rafa. In pochi minuti, hanno montato anche i momenti clou di questa finale: il gran dritto raccontato poche righe fa e il matchpoint. Subito dopo, hanno concesso una passerella a Toni Nadal, zio-coach nonché demiurgo del progetto Nadal, suo mentore da quando Rafa aveva quattro anni. E' entrato in campo con una copia del trofeo, è salito sul palco e si è preso l'ovazione del pubblico. Gli inspiegabili fischi di otto anni fa, dopo la sconfitta contro Robin Soderling, sono ormai in archivio. Rafa ha dichiarato ancora una volta amore al pubblico di Parigi. E la sua leggenda potrebbe non essere finita qui. Secondo Guga Kuerten, potrebbe arrivare addirittura a quindici titoli. Esagera, ma le sue parole hanno un certo significato: “Due anni fa, nessuno pensava che avrebbe mai più vinto uno Slam, specialmente il Roland Garros. Io stesso pensavo che per lui sarebbe stata molto dura. Ha dimostravo che mi sbagliavo. Dobbiamo ringraziarlo perché è un esempio da seguire. Non solo è un grande giocatore, ma è una splendida persona. Si è totalmente dedicato alla sua disciplina. Credo che si possano prevedere almeno altri 3-4 titoli. E ha la chance di diventare ancora una volta numero 1, perché no? Rafa ama sfidare l'impossibile, dunque ogni traguardo è raggiungibile per lui. Nella sua testa, non esiste l'impossibile. Non penso che potremo mai rivedere uno con lui. Quando mai succederà di nuovo qualcosa del genere?”. Già, quando mai?

ROLAND GARROS 2017 – Finale
Rafael Nadal (SPAGNA) b. Stan Wawrinka (SVIZZERA) 6-2 6-3 6-1
GRANDE SLAM – I PLURIVINCITORI
Roger Federer – 18
Rafael Nadal – 15
Pete Sampras – 14
Novak Djokovic – 12
Roy Emerson – 12
Bjorn Borg – 11
Rod Laver – 11
Bill Tilden – 10
Fred Perry – 8
Ken Rosewall – 8
Jimmy Connors – 8
Ivan Lendl – 8
Andre Agassi – 8