Da sei anni al fianco di Serena Williams, Sasha Bajin è un elemento cardine nel team dell’americana. Ormai è un confidente, un fratello maggiore. E un giorno hanno pianto insieme.
Bajin e Williams al lavoro e con il trofeo dello Us Open 2008
Di Riccardo Bisti – 26 dicembre 2013
Se non riesci a sfondare come tennista, hai sempre una seconda chance: fare da sparring partner a una top player. Difficile che due buone giocatrici si allenino tra loro, in un mondo costellato da invidie e antipatie. E allora diventa fondamentale la figura dello sparring partner, sempre presente, sempre a disposizione. Lo sparring più famoso siede all’angolo di Serena Williams. Si chiama Aleksandar “Sasha” Bajin e ha ottenuto l’investitura più bella. “Parenti a parte, penso che sia la persona più importante del mio team – ha detto Serena – è molto più di uno sparring partner. E’ come un fratello maggiore, uno di famiglia”. La partnership professionale con Serena è iniziata sei anni fa e non si è mai interrotta, nemmeno quando Serena è stata colpita da embolia polmonare. “Il confine tra rapporto professionale e amicizia è stato varcato molto tempo fa, e questo rende difficile le cose perchè poi diventa tutto personale” ha detto Bajin. 28 anni, serbo, aveva importanti aspirazioni professionali. Magari non sperava di diventare un Djokovic, ma un Tipsarevic o un Troicki si. Cresciuto in Germania, ha ottenuto una classifica ATP nel 2007 ma la sua carriera è stata tranciata da un fattore extra-tennis: la morte del padre in un incidente stradale. Quel giorno ha perso la voglia di provarci.
Come spesso accade, la partnership con Serena è nata casualmente. Sasha lavorava a Monaco di Baviera e una sera fu chiamato da Jovan Savic, ex sparring dell’americana, che lo pregava di allenarla durante la sua presenza in Germania. Bajin era a un party e inizialmente disse di no. Un’ora dopo, disperato, Savic lo ha richiamato perchè non riusciva a trovare nessuno. Sotto gli effetti dell’alcol, accettò. Il ruolo di sparring partner sembra una professione da sogno. Giri il mondo a spese della giocatrice, non hai tensione agonistica e devi palleggiare con qualcuno decisamente più scarso di te. Nel caso di Bajin, tuttavia, il lavoro è più complesso. A volte deve fare da coach (ruolo che si è ridotto dopo l’arrivo di Patrick Mouratoglu), fattorino, guardia del campo, confidente e consigliere. Si allena e fa preparazione fisica con Serena. Va a studiare le avversarie, prenota i campi e si occupa delle incordature. Durante gli allenamenti, ovviamente, imita lo stile di gioco della prossima avversaria. “E’ un tipo divertente, siamo molto simili” ha detto la Williams. Lui fa il modesto e dice che si limita a rendere più semplice possibile la vita di Serena. “Se devo fare il pazzo sono lieto di farlo, basta che serva a motivarla. Ci sono momenti in cui lei sembra quasi cattva, ma ha semplicemente voglia di sfogarsi. Ne vale la pena e il rapporto si solidifica. Serena sa più cose di me di quante ne sappia mia madre”. Durante il lungo stop tra il 2010 e il 2011, Bajin era sempre con lei: le raccontava barzellette, andava a fare compere e cantavano insieme al karaoke. In quel periodo, Serena non gli aveva tagliato lo stipendio. Tuttavia, è arrivata una proposta di collaborazione da Jelena Dokic, ex numero 4 WTA. “Devi passare sul mio cadavere”, le disse Serenona.
Bajin ama il suo lavoro. Non potrebbe essere altrimenti: Serena è un potente lasciapassare per qualsiasi vippaio. Senza contare che può permettersi di pagare uno stipendio importante, forse il più sostanzioso del circuito WTA. Per circa tre anni, ha vissuto con lei e Venus a Los Angeles. A un certo punto ha iniziato a sentirsi soffocato, visto che era l’unico uomo. Adesso si è trovato un appartamento in Florida, anche se ci passa poco tempo. Gli costa molto di più stare lontano dalla madre e le due sorelle, che risiedono in Germania. Vi si reca un paio di volte l’anno, ma non è abbastanza. “E’ la parte più dura del mio lavoro, visto che ho perso ogni relazione. Ogni volta che torno a casa, mia madre sembra invecchiata di 50 anni. Quando torno a casa, mi sento un po’ come un turista. Non è il massimo, ma la mia vita mi piace talmente tanto che non la cambierei per nient’altro”. La conoscenza con Serena è diventata talmente profonda che non c’è bisogno di comunicare a parole. “A seconda di come si muove sul campo, so esattamente cosa devo fare. Forse il mio merito maggiore è quello di aver capito tutto in fretta”. Lo scorso anno, dopo la sconfitta contro Virginie Razzano al primo turno del Roland Garros (unica eliminazione in carriera all’esordio di uno Slam), Serena ha scelto proprio Bajin come spalla su cui sfogarsi. Piangeva. Ma poi lui si è ricordato che stava per arrivare l’anniversario della morte del padre. E allora hanno pianto in due, sul sedile posteriore dell’auto della transportation. “Probabilmente l’autista si è chiesto cosa stesse succedendo”. Bajin sente di essere portato per questo ruolo. Dovesse essere licenziato da Serena, oppure dopo il suo ritiro, si vede nel team di un’altra giocatrice. “Probabilmente non ero adatto a fare il tennista. Se fossi solo un tipo divertente, non credo che Serena mi avrebbe tenuto per sei anni. Mi sento alla grande perchè mi sento parte della sua storia. Stiamo scrivendo insieme la storia”
(Articolo pubblicato il 22 marzo 2013)
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