Con Nadal e Federer fuori dai giochi per infortunio, nelle semifinali del Roland Garros c’era un posto libero. Ed è giusto, per vari motivi, che in mezzo a Djokovic, Murray e Wawrinka ci sia arrivato Dominic Thiem, il candidato che si è presentato a Parigi col curriculum migliore. A livello Slam aveva un solo ottavo di finale, due anni fa allo Us Open, ma era chiaro a tutti che fosse giunto il momento di migliorarlo. Era d’accordo anche il tabellone, che gli ha offerto una chance, e lui se l’è presa, dimostrando di essere pronto per arrivare in mezzo ai grandi. Non gli manca nulla: tennis, fisico, personalità, atteggiamento e predisposizione a soffrire, a stare ore e ore in campo con un solo obiettivo. Qualche collega lo prende addirittura in giro perché si allena sempre, quasi allo sfinimento, ma evidentemente sbagliano loro. Perché la semifinale al Roland Garros se l’è presa lui, regolando David Goffin per 4-6 7-6 6-4 6-1. Si potrebbe dire a modo suo: prima la lotta, poi l’allungo, come gli è già capitato un sacco di volte nel corso dell’anno. Ma questa, ovviamente, pesa molto di più. Vale la consacrazione fra i grandi, sublimata dall’ingresso fra i primi 10 del mondo. Nell’intervista dopo il successo l’austriaco si è rifugiato dietro il classico “il torneo è ancora in corso, devo pensare al prossimo match”, ma oggi è il momento di festeggiare. La prima semifinale Slam, ma anche un balzo di 8 posizioni in un colpo solo, che il prossimo lunedì lo porterà fino alla settima posizione. Segno che i 41 match già vinti dall’inizio dell’anno, solo uno un meno di Novak Djokovic, sono serviti a qualcosa.
THIEM SFONDA NEL TIE-BREAK DEL SECONDO
Il match contro Goffin si è giocato in un clima quasi surreale per un quarto Slam. Sugli spalti del Suzanne Lenglen c’erano pochissimi spettatori, ma in compenso tanto vento, giubbotti per gli appena 11 gradi e ombrelli aperti, per una pioggerellina che ha accompagnato quasi tutta la seconda parte del match. Una situazione complicata che ha dato una mano al tennis di Thiem, più ruvido e meno ragionato, più arrotato e meno piatto. Se è vero (ma pare di no) che in passato il suo preparatore atletico lo faceva correre di notte nei boschi, certe condizioni le conosce bene. È partito meglio lui, poi, come gli capita un po’ troppo spesso, si è spento. Goffin gli ha strappato il primo set da 4-2 sotto ed è volato sul 5-3 nel secondo, poi il 22enne di Wiener Neustadt è salito in cattedra, andando a prendersi set (e forse anche match) sfondando letteralmente il belga in un tie-break da urlo. Ha mancato un set-point, poi ne ha cancellato uno con un turbo-diritto lungolinea, e ha preso fiducia. Ha obbligato Goffin a giocare lontano dal campo, e con un rovescio in back un po’ fortunoso ha pareggiato i conti. Poi ha mollato di nuovo la presa, ha ridotto il pressing ed è andato sotto 4-2. Prima di compiere un altro miracolo. Da un momento all’altro ha alzato il livello, ha restituito al rivale il trattamento ricevuto nel primo set (da 2-4 a 6-4) ed è salito in cattedra, giocando un quarto set pazzesco. Ha tirato tutto ed è stato tutto dentro: un sogno che ha sconfitto anche la pioggia fortissima degli ultimi due game, e col vincente numero 49 (tantissimi col diritto) si è preso 6-1, semifinale e top-10.
LA PRIMA DI THIEM, LA 30ESIMA DI DJOKOVIC
A cinque anni dalla finale persa nel torneo juniores contro Bjorn Fratangelo (che lunedì festeggerà ‘solo’ la sua prima volta nei 100: è andata decisamente meglio a Thiem), l’austriaco torna nelle fasi caldissime del torneo, stavolta fra i grandi. E la sua presenza sa tanto di punto di partenza, come recitato anche dall’esultanza molto molto contenuta. Altri si sarebbero sdraiati a terra, lui ha accennato un mezzo pugnetto ed è andato subito a stringere la mano all’avversario, come fosse un primo turno qualsiasi. Invece gli regala una semifinale contro Novak Djokovic tutta da gustare. Per lui sarà la prima, per il serbo la trentesima, un dato che la dice lunga su cosa potrebbe fare la differenza. Ma Thiem non ha paura. È meno sfrontato di tutti gli altri giocatori emergenti, ma l’atteggiamento composto non deve ingannare. Quando c’è da calcare la mano lo sa fare, il nome dell’avversario non conta. Sulla telecamera ha disegnato un cuore accanto alla scritta “Paris”, il che significa che sta provando anche a rendersi un po’ più personaggio, ad accaparrarsi tifosi. Ma forse non ne ha nemmeno bisogno. Uno come lui piace comunque, e vederlo sempre più in alto è una buona notizia per tutti. A partire da un Roland Garros che quest’anno ne ha viste di tutti i colori, ma avrà le sue semifinali maschili nei giorni corretti, con in campo i quattro nomi ideali. Fa piacere per gli organizzatori: visto che il discorso tetto non dipende da loro, avranno almeno una discreta consolazione.
ROLAND GARROS 2016 – Quarti di finale
Dominic Thiem (AUT) b. David Goffin (BEL) 4-6 7-6 6-4 6-1
Il quarto uomo
Dopo Wawrinka, Murray e Djokovic, le semifinali del Roland Garros accolgono un nome nuovo: Dominic Thiem. L’austriaco doma Goffin, il vento e la pioggia del Suzanne Lenglen, mostrando di essere ormai pronto per stare fra i grandi. Lo pensa anche il ranking: lunedì sarà numero 7.