Federer vince la più facile delle finale e trionfa a Basilea per la sesta volta. Ormai la prima posizione ATP è a portata di mano. Goffin non ha potuto nulla, sconfitto ancor prima di scendere in campo.
Di Cosimo Mongelli – 26 ottobre 2014
Una festosa passeggiata di salute. Si può riassumere così, senza essere troppo ingenerosi, l'esibizione di Roger Federer contro il malcapitato David Goffin. Esibizione che, a tre anni di distanza dall'ultimo successo, lo riporta a trionfare nel torneo di Basilea. E’ la sesta volta che Roger si impone alla St.Jakobs Halle. Quinto sigillo in stagione, secondo consecutivo dopo i fasti di Shanghai. Ottantaduesimo in carriera. Ma ha davvero poco senso aggiornare le statistiche di un campione che le rinnova settimana dopo settimana. Di un campione di 33 anni e con quattro pargoli che scorrazzano per casa. Per il quale fino a qualche mese fa si scrivevano i più disparati de profundis e che oggi è sempre più intenzionato a riconquistarsi la prima posizione mondiale. Un traguardo che avrebbe del leggendario e che, con Parigi e Londra ancora da disputare, non è affatto un'utopia. Adesso Djokovic dista 490 punti, e gli ultimi due tornei ne mettono in palio ben 2.500. l malcapitato, dicevamo, David Goffin. Non si può davvero rimproverare nulla al belga. Reduce da una stagione che ha dell'incredibile, quella di oggi è solo la terza sconfitta negli ultimi quarantacinque incontri. Da lunedì sarà numero 22 al mondo (era fuori dai 100 questa estate). Giocare la sua settima finale in stagione (tra ATP e Challenger) in casa dell'idolo, cui poster capeggiavano le pareti della sua cameretta, è già un traguardo. E non sarà certo oggi, l'ultima e unica occasione, di conquistare un torneo prestigioso. E non sarà sempre così sfortunato nell'incappare in un pubblico totalmente a favore dell’avversario (e ci mancherebbe altro)
LA RASSEGNAZIONE DI GOFFIN
La partita? Poco più di cinquanta minuti di monologo elvetico. Un doppio 6-2, con percentuali e statistiche mostruose. Il 93 % dei punti sulla seconda, un solo quindici concesso sulla sua battuta nel primo set. Un Goffin inerme, troppo timido e timoroso, che forse non ci ha mai creduto, ancor prima di scendere in campo. E un Federer perfetto. Neanche troppo severo, nello sciorinare il meglio del suo repertorio. Al servizio, con il dritto, con il rovescio, con le discese a rete. Con il belga poco più che spettatore, che nemmeno si è avvicinato ad avere un'occasione per dare un senso al match. E che alla fine non può che sorridere. Sorridere quando stringe la mano al suo carnefice, con Roger quasi paterno nel rincuorarlo. Sorride durante la premiazione , quasi imbarazzato, come fosse un intruso nella festa dello svizzero. Festa che , tra applausi e standing ovation, ha quasi commosso il padrone di casa. Che non avrà nemmeno il tempo di godersi moglie e pargoli. La valigia per Parigi è già pronta. E in queste condizioni fisiche e mentali, passerà molto tempo ancora prima che vengano riposte nell'armadio dei ricordi.
ATP BASILEA – Finale
Roger Federer (SUI) b. David Goffin (BEL) 6-2 6-2
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