Mentre noi tifiamo Bolelli nel “Comeback Player of the Year”, l’ATP ha diffuso le nomination per il "Most Improved Player", che premia il più migliorato dell’anno. E ha un albo d’oro da brividi.

Di Riccardo Bisti – 4 novembre 2014

 
Tutti al fianco di Simone Bolelli: in 41 anni di ATP, non è mai successo che un giocatore (o un torneo) italiano ottenesse un riconoscimento. Dal 1973, l’Associazione Giocatori conferisce ogni anno una serie di Awards che con il tempo sono aumentati fino a diventare un appuntamento fisso di fine stagione. In questo momento, i premi sono dieci.
 
– Player of the Year
– Doubles Team of the Year
– Most Improved Player
– Newcomer of the Year
– Comeback Player of the Year
– ATPWorldTour.com Fans’ Favorite
– ATPWorldTour.com Fans’ Favorite Team
– Stefan Edberg Sportmanship Awards
– Arthur Ashe Humanitarian of the Year
– Tournament of the Year
 
Alcuni riconoscimenti sono oggettivi: I primi due, ad esempio, vanno ai numeri 1 del mondo in singolare e in doppio. Altri richiedono il giudizio di una giuria di esperti, altri ancora coinvolgono il pubblico. Come detto, nessun italiano ce l’ha mai fatta, nemmeno Adriano Panatta o Corrado Barazzutti. E gli Internazionali BNL d’Italia non sono mai stati nominati “Torneo dell’Anno”. Tuttavia, nel 2014 abbiamo un Simone Bolelli da giocare. Il bolognese è in nomination per il Comeback of the Year. Non potrebbe essere altrimenti, visto che dopo aver annusato l’inferno tennistico e perso quasi un anno per un maledetto infortunio al polso, quest’anno è tornato alla grande ed è volato al numero 63 ATP, scalando oltre 250 posizioni, vincendo quattro challenger, facendo ottime figure nel circuito ATP (vedi il terzo turno a Wimbledon) e qualificandosi per il Masters dei Challenger in programma a San Paolo. Fosse per noi, non avremmo dubbi a premiarlo. Tuttavia, la concorrenza è piuttosto agguerrita. C’è David Goffin, autore di un clamoroso finale di stagione che lo ha portato a ridosso dei primi 20 dopo essere uscito dai top-100. C’è Pablo Cuevas, che dopo aver rischiato il ritiro per un grave infortunio a un ginocchio, ha vinto due titoli ATP in estate centrando il best ranking. E c’è anche Gilles Muller, bravo a tornare protagonista dopo un grave infortunio al gomito. Non sarà facile battere la concorrenza, ma per Bolelli è già una soddisfazione essere in nomination. Una nomination seria, mica da reality show.
 
ALBO D'ORO IMPRESSIONANTE
Il premio più significativo, tuttavia, è il "Most Improved Player of the Year", che celebra il giocatore più migliorato. Lo scorso anno era in nomination Fabio Fognini, beffato per un soffio da Pablo Carreno Busta (che peraltro non ha dato seguito ai miglioramenti nel 2014). Si tratta di un premio che “raramente sbaglia un pronostico”, per dirla con Rino Tommasi. Istituito nel 1973, contestualmente alla nascita del ranking ATP, ha premiato praticamente tutti i più forti dell’Era Open. In ben tredici occasioni, ha vinto un giocatore che poi sarebbe diventato numero 1 del mondo. Ecco la lista, da brividi: John McEnroe, Ivan Lendl, Boris Becker, Andre Agassi (due volte), Pete Sampras, Jim Courier, Yevgeny Kafelnikov, Pat Rafter, Marat Safin, Rafael Nadal e Novak Djokovic (due volte). Questi sono i numeri 1, ma siamo convinti che i candidati di quest’anno sarebbero ben felici di vivere una carriera come Vilas, Gerulaitis, Chang, Martin, Enqvist, Henman, Ivanisevic o Tsonga. Tutta gente entrata tra i top-5 ATP. Per questo vale la pena dare un’occhiata ai quattro aspiranti premiati del 2014, convinti che tra loro ci sarà qualcuno destinato a un grande futuro. E non ci vuole grande fantasia per capire chi è il maggiore indiziato. 
 
ROBERTO BAUTISTA AGUT
Nel 2013 aveva battuto il suo primo top-10, raggiunto la prima finale ed era entrato tra i top-50. Ma nessuno immaginava cosa avrebbe combinato nel 2014. Ha vinto il suo primo titolo sull’erba di ‘s-Hertogenbosch, poi si è ripetuto a Stoccarda e ha centrato la finale a Mosca. Negli Slam ha raggiunto gli ottavi in Australia (con vittoria su Del Potro), mentre nei Masters 1000 lo ricordiamo semifinalista a Madrid. Ha guadagnato 48 posizioni, volando dalla 64esima alla 16esima posizione. "E’ un onore essere nominato per questo titolo, il 2014 è stata la mia migliore stagione. Ho giocato bene tutto l’anno, su tutte le superfici, e spero di continuare così negli anni a venire”
 
MARIN CILIC
La realtà ha superato i sogni, con il clamoroso successo allo Us Open. “E’ stata la mia migliore stagione, ma non avrei mai immaginato uno scenario del genere se me lo avessero prospettato dodici mesi fa”. Quattro anni dopo essere stato numero 9, ha trionfato a New York intascando dieci set di fila contro Berdych, Federer e Nishikori. A inizio anno era numero 50 a causa della brutta vicenda-doping che lo aveva bloccato nel 2013. E’ partito subito forte, con tre finali consecutive. Ha vinto Zagabria e Delray Beach, mentre ha ceduto a Rotterdam. Ha fatto il tris a Mosca. “E’ stato l’anno delle mie prime volte – ha detto – non solo lo Us Open, ma anche il best ranking e la qualificazione per il Masters. Io e il mio team abbiamo lavorato duro, spero di finire bene al Masters”. Apprezzato per la sua correttezza, è stato nominato anche per lo Stefan Edberg Sportmanship Award. “Nel nostro sport ci sono molte ottime persone, sia dentro che fuori dal campo. Per questo è un piacere essere nominato in questa categoria. Io provo sempre a fare del mio meglio e ringrazio il pubblico per il loro sostegno incondizionato”.

NICK KYRGIOS
Quarti di finale al debutto a Wimbledon, con annessa vittoria su Rafael Nadal. Nick Kyrgios si è presentato così, mostrando un tennis devastante che ha entusiasmato diversi addetti ai lavori. Prima di Wimbledon, aveva vinto il challenger di Nottingham partendo dalle qualificazioni, benzina psicologica per cancellare nove – dicasi nove! – matchpoint a Richard Gasquet al secondo turno londinese. Cinque giorni dopo, motivato da una frase di sua mamma, che aveva definito “troppo forte” Rafael Nadal, lo ha stordito a suon di missili. A inizio anno era numero 183 ATP, chiuderà intorno alla 50esima posizione. “Sono profondamente onorato per questa nomination – ha detto – essere riconosciuto al fianco dei grandi nomi che hanno vinto questo premio in passato è speciale. Ed è un onore competere con Roberto, Marin e Kei. Ho avuto un buon anno, ma spero di migliorare ancora nel 2015”.
 
KEI NISHIKORI
Quando ha superato la 46esima posizione di Shuzo Matsuoka, che fino ad allora era stato il miglior giapponese di sempre, Kei Nishikori ha modificato il suo “Project-45” in “Project-10”. C’era andato vicino l’anno scorso, mentre quest’anno ce l’ha fatta. Ha vinto 14 partite di fila in primavera e si è aggiudicato i tornei di Memphis e Barcellona. Ha esaltato a Miami (vittoria su Federer) e a Madrid, dove stava massacrando Nadal prima di farsi male. Il capolavoro è arrivato allo Us Open, dove ha centrato una storica finale battendo uno dopo l’altro Raonic, Wawrinka e Djokovic. E pensare che non avrebbe neanche dovuto giocare perchè infortunato a un piede prima del torneo…La sconfitta in finale con Cilic non lo ha demoralizzato e si è preso altri due titoli, a Kuala Lumpur e Tokyo, diventato il primo asiatico di sempre a qualificarsi per il Masters. Come Cilic, è stato candidato anche per il premio della sportività. Con loro competono anche Roger Federer e Grigor Dimitrov. “Sono molto onorato di entrambe le nomination, è sempre bello essere riconosciuto da fans e dagli altri giocatori. E’ la motivazione giusta per motivare”.
 
Tra questi quattro, c’è un futuro numero 1? Se si, chi può essere?
 
MOST IMPROVED PLAYER ATP – ALBO D'ORO
1973 – Vijay Amritraj (India)
1974 – Guillermo Vilas (Argentina)
1975 – Vitas Gerulaitis (Stati Uniti)
1976 – Wojtek Fibak (Polonia)
1977 – Brian Gottfried (Stati Uniti)
1978 – John McEnroe (Stati Uniti)
1979 – Victor Pecci (Paraguay)
1980 – non assegnato
1981 – Ivan Lendl (Cecoslovacchia) *
1982 – Peter McNamara (Australia)
1983 – Jimmy Arias (Stati Uniti)
1984 – non assegnato
1985 – Boris Becker (Germania Ovest) *
1986 – Mikael Pernfors (Svezia)
1987 – Peter Lundgren (Svezia)
1988 – Andre Agassi (Stati Uniti)
1989 – Michael Chang (Stati Uniti)
1990 – Pete Sampras (Stati Uniti)
1991 – Jim Courier (Stati Uniti)
1992 – Henrik Holm (Svezia)
1993 – Todd Martin (Stati Uniti)
1994 – Yevgeny Kafelnikov (Russia)
1995 – Thomas Enqvist (Svezia)
1996 – Tim Henman (Gran Bretagna)
1997 – Patrick Rafter (Australia)
1998 – Andre Agassi (Stati Uniti)
1999 – Nicolas Lapentti (Ecuador)
2000 – Marat Safin (Russia)
2001 – Goran Ivanisevic (Croazia)
2002 – Paradorn Srichaphan (Thailandia)
2003 – Rainer Schuettler (Germania)
2004 – Joachim Johansson (Svezia)
2005 – Rafael Nadal (Spagna)
2006 – Novak Djokovic (Serbia)
2007 – Novak Djokovic (Serbia)
2008 – Jo Wilfried Tsonga (Francia)
2009 – John Isner (Stati Uniti)
2010 – Andrey Golubev (Kazakistan)
2011 – Alex Bogomolov (Stati Uniti) *
2012 – Marinko Matosevic (Australia)
2013 – Pablo Carreno Busta (Spagna)