WIMBLEDON – Per la quarta volta, Roberta Vinci approda alla seconda settimana di uno Slam. Cancellata Dominika Cibulkova, il sogno è andare ancora avanti. Si può fare.
La gioia di Roberta Vinci: è negli ottavi a Wimbledon per il secondo anno di fila
Di Riccardo Bisti – 29 giugno 2013
Non è mica facile vincere da favorita, soprattutto quando è in palio un posto tra le prime 10. E quando l’avversaria è piuttosto forte. Perché Dominika Cibulkova è un’ottima giocatrice e vale un posto tra le prime venti, come peraltro certifica la sua classifica (è numero 18 WTA). Ma Roberta Vinci ha confermato l’impressionante salto di qualità e ha fatto tesoro degli errori commessi al turno precedente, contro l’altra slovacca Jana Cepelova. Risultato? 6-1 6-4 e Roberta negli ottavi, per la quarta volta negli ultimi cinque Slam dopo che non c’era riuscita neanche una volta in dieci anni di carriera. Ha fatto un po’ come Seppi: nel 2012 si sonno sbloccati, adesso ci hanno preso gusto e non si fermano più. Il match contro la slovacca è stato “libidinoso”, perché l’ha presa a pallate dall’inizio alla fine, salvo un calo a inizio secondo set. Roberta non nutre particolare simpatia per la Cibulkova, anche perché non ama gli atteggiamenti del suo fidanzato. Tanto è bastato per tenerla concentrata dopo aver dominato il primo set. Al secondo turno, contro la Cepelova, si era distratta e per poco non ci rimetteva il match. Stavolta è stata in svantaggio 2-0, ma ha subito rimontato e ha firmato il sorpasso al nono game. Fredda, glaciale, come fanno i campioni. E adesso si aprono prospettive incredibii. Non ci addentriamo nei calcoli del computer: ci basta ricordare che i risultati di Stosur e Bartoli decideranno se il prossimo 8 luglio l’Italia avrà un’altra giocatrice tra le prime 10. Inutile dire che Roberta se lo meriterebbe, e sarebbe il coronamento per una generazione che ha rivoltato come un calzino la storia del nostro tennis. Pennetta, Schiavone ed Errani ce l’hanno fatta. Manca solo Roberta, che è lì ad un passo. E se non ce la farà con Wimbledon, ci riproverà subito dopo.
Ma c’è ancora molto da giocare, a partire da un ottavo contro Na Li, vincitrice a fatica contro la Zakopalova. Contro la cinese ha perso due volte su due, ma non si sono mai affrontate sull’erba. E poi il pensiero vola al possibile quarto contro la Radwanska, “scherzata” agli ottavi dello Us Open. Stiamo viaggiando troppo con la fantasia, è vero. E poi la polacca deve prima battere “Miss Wimbledon” Tsvetana Pironkova, che in questo torneo tira sempre fuori il meglio di sé. Però il desiderio di esultare è grande, anche perché in 126 edizioni di Wimbledon non abbiamo mai raggiunto una semifinale nel singolare femminile. Sarebbe il momento di riuscirci. Il resto di giornata, nel tabellone femminile, ha sancito le vittorie di Petra Kvitova e Sloane Stephens, letteramente “salvate” dall’oscurità nella serata di venerdì. La ceca era sotto 2-1 (e servizio) nel terzo set contro la Makarova, mentre l’americana aveva appena subito un 6-0 dalla Cetkovska. Entrambe hanno riordinato le idee e hanno portato a casa il match. Le interruzioni per oscurità ci sono da sempre, ma forse è arrivato il momento di porsi qualche dubbio. Se i match non fossero stati interrotti, probabilmente sarebbero finiti diversamente. E allora perché non dotare i campi di Wimbledon di un impianto di illuminazione? Lo hanno fatto sul Centrale, potrebbe replicare sugli altri campi. Mettendo qualche paletto, potrebbe essere un aiuto per la regolarità del torneo.
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...