Sloane Stephens rischia di pagare un atteggiamento troppo “sbarazzino” con i media: si concede troppe dichiarazioni fuori dalla realtà. Dovrebbe imparare da Laura Robson.
Il manager di Laura Robson non la lascia più sola durante le interviste
Di Riccardo Bisti – 11 giugno 2013
Il numero 17 porta sfortuna nel nostro paese, ma altrove non è così. Per questo, Sloane Stephens è felice. Il discreto risultato ottenuto al Roland Garros, dove ha confermato gli ottavi dell’anno scorso, l’ha mantenuta in 17esima posizione. Il Roland Garros è il suo Slam preferito, non solo per ragioni tecniche. Ama lo shopping, fa incetta di gelati e le piace la sensazione di “americana a Parigi”. Dopo il difficile periodo post-Australian Open, si è finalmente ripresa. “Sto bene fuori dal campo. Vado a fare shopping, ogni giorno compro qualcosa. La gente non capisce, a 20 anni posso permettermi quello che voglio. Ho avuto bisogno di un po’ di tempo per realizzare il mio nuovo status”. La ragazza deve imparare a esprimersi più correttamente. Comprendiamo la gioia, ma le sue affermazioni sono un tantino irrispettose per tanti, troppi coetanei. Invece Sloane parla come se fosse uscita dal carcere. Eppure, i recenti problemi sono esclusivamente colpa sua. L’allusione è alla polemica con Serena Williams, maturata sulle pagine di ESPN Magazine. La ragazzuola ha fatto l’offesa con Serena, dicendo che “non le parlava più” da quando l’ha battuta in Australia. Peccato che la Williams abbia vinto 29 Slam tra singolo e doppio, sia la numero 1 WTA e abbia 12 anni più di lei. Averla battuta una volta non significa essere al suo livello. Sloane deve ricordarsi che non ha ancora vinto un solo torneo WTA. Ha talento, certo, ma quel giorno Serena era infortunata. E la Stephens ha ancora tutto da dimostrare.
Sloane ha detto di essere rimasta delusa dela comportamento del giornalista, che avrebbe posto l’accento sulle frasi relative a Serena Williams. Ma l’interlocutore era un cronista esperto, che scrive per un magazine ad alta diffusione. Cosa poteva pensare che accadesse, nel momento in cui è andata contro a una delle migliori giocatrici di sempre? E solo perchè Serena non le parla molto o perchè ha smesso di seguirla su Twitter? Sloane si è scusata, ma la marcia indietro è stata troppo precipitosa e per questo poco credibile. A quanto pare, Sloane non ha imparato granchè dalla lezione. Dopo la vittoria contro Marina Erakovic al Roland Garros, ha sgorgato frasi di cattivo gusto. “Non vivo nel mondo reale – ha detto – ma spero che non finisca mai. Non penso che ci siano tanti 20enni come me. Ok, forse Miley Cyrus”. A parte i paragoni fuori luogo, Sloane deve imparare a ragionare e controllarsi. Può pensare quello che vuole, ma nelle pubbliche relazioni deve stare attenta. Non tanto per le frasi di cattivo gusto, quanto perchè ha tutto da perderci. Dopo l’Australian Open non ne ha imbroccata una, riprendendosi soltanto sulla terra europea, dove – pur senza fare sfracelli – ha approfittato della minore pressione e si è potuta concentrare solo sul tennis.
La Stephens dovrebbe prendere esempio da Laura Robson, altro baby fenomeno del tennis mondiale. In classifica le sta dietro (oggi è numero 37), ma ha anche un anno in meno. La Robson è più famosa in Gran Bretagna di quanto non sia la Stephens negli Stati Uniti, anche perchè nei due paesi il tennis ha uno status diverso. Wimbledon è un’istituzione, mentre allo Us Open la finale si gioca dopo il football americano e "deve" finire prima degli show serali. La pressione addosso alla Robson è fortissima, perchè ha vinto Wimbledon junior ad appena 14 anni. Anche la Robson ha avuto uscite infelici, ma ha subito imparato la lezione. Quando aveva 16 anni, aveva fatto rumore una sua dichiarazione in cui aveva dato delle “sgualdrine” alle colleghe a causa delle multiple frequentazioni maschili. La sua compagnia di management è subito corsa ai ripari e adesso non la lascia più sola durante le interviste. Controllano e filtrano tutto. In assenza di Murray, la sua partecipazione al Roland Garros era attesissima. Ha perso subito contro la Wozniacki, ma ha evitato di lamentarsi della tensione. “E’ stato interessante. C’erano più persone del solito a seguire i miei allenamenti, ma ho cercato di guardare avanti. Cosa mi porto via da questa esperienza? Fare meno errori sul campo da tennis!”. Pur avendo un anno in meno rispetto alla Stephens, Laura Robson sembra più capace di gestire il rapporto con i media. Per questo non ci stupiremmo se riuscirà a sfondare prima dell’americana. I guardoni di professione continueranno a preferire la Stephens (come preferivano Ivanisevic a Sampras o McEnroe a Borg), ma il compito dei tennisti è vincere le partite. Dal loro punto di vista, dire cose interessanti nelle interviste è secondario. Anzi, può essere una seccatura. A volte un danno. Chissà se la Stephens se ne sta rendendo conto.
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