Piace a tutti Jasmine Paolini, diverte in campo e continua a stupire, dopo la schiacciante vittoria nei quarti su Emma Navarro

foto Ray Giubilo

«Ma dove è stata Jasmine per 28 anni?». Richard Evans è il decano dei tennisti del tennis, a Newport quest’anno sarà accolto nella Hall of Fame, e neppure lui sa capacitarsi del ‘perfect game’ di Jasmine contro Emma Navarro. Gli chiedo se, in oltre mezzo secolo che viene a Wimbledon, ha mai visto un italiano, maschio o femmina, giocare con tanta naturalezza sull’erba. «Non me lo ricordo. E poi lei è così divertente». Lo pensano tutti, anche gli spettatori del Centre Court che la adorano. 

Il Tempio visto da dentro «è diverso da quello che vedevo in tv, da piccola, quando non mi perdevo una finale – ammette Jas – Ma già l’anno scorso contro la Kvitova alla fine la partita me l’ero goduta. Tornandoci la seconda volta, poi, non fraintendetemi, ma mi è sembrato quasi ‘normale’. Da piccola ero una tifosa sfegatata di Federer, trovarmi sul suo stesso campo è eccezionale, ma cerco sempre di ricordarmi dove sono, cosa faccio, e che per quei motivi devo essere felice. Perché certe cose possono sembrare normali, ma non lo sono per nulla».

Le semifinali Slam del nostro tennis femminile con lei sono arrivate a 14,  lei è l’unica a giocarne due di fila, a Parigi e Wimbledon. «Be’, se un mese fa qualcuno avesse detto che sarei arrivata così avanti sia a Parigi sia qui, gli avrei dato del pazzo», dice Jasmine. «Forse più per Wimbledon che per Parigi, anche se il Roland Garros è speciale».

Sull’erba di Church Road non aveva mai vinto un match, due volte stoppata dalla Kvitova – che quest’anno, da neo mamma, ha marcato visita – ora ne ha infilate cinque una dopo l’altra.

«Renzo Furlan, il mio coach mi ha sempre detto che avevo le doti per giocarmela anche qui: tiro forte, mi muovo bene. Ero io che non ci credevo troppo. Poi già a Eastbourne quest’anno ho iniziato a sentirmi bene. Sapevo che contro la Navarro sarebbe stata dura, gioca un tennis che a me piace moltissimo e da ottobre dello scorso anno mi aveva battuto tre volte. Ma oggi ho giocato davvero un bel match. Prima di entrare in campo mi sono ripetuta che questa è una superficie diversa rispetto a quelle su cui ci avevo perso. Ero nervosa ma sono rimasta concentrata sul da farsi, ho pensato a spingere altrimenti con lei sarei andata in difficoltà. Una chiave di quello che sto facendo qui è il diritto, che funzionando bene sin dall’inizio del torneo».

Una Jas così sciolta nei dintorni della rete, poi, forse non se l’aspettava nemmeno lei. «Giocare il doppio mi ha aiutato tanto, un tempo a rete la palla ‘mi scottava’, ora mi sento più a mio agio. Tutte le mattine con Sara facciamo degli esercizi speciali: e vince sempre lei…».

Racconta che nei giorni scorsi in palestra ha incontrato Martina Navratilova, la leggenda del tennis femminile che a Londra ha vinto nove volte e a Parigi, un mese fa, le ha consegnato il piatto della finalista. «Avevo la faccia un po’ così, allora mi ha chiesto: ‘Hai vinto?’, le ho risposto di sì. «E allora perché non sorridi?». 

Contro la Vekic, in semifinale, sarà «un’altra partita tosta, con lei ho perso indoor a Courmayeur e vinto l’ultima volta a Toronto, qui le condizioni sono diverse, e lei è una che tira forte. Non so fare un pronostico». Secondo Emma Navarro, «Se Jasmine continua a giocare a questo livello, può vincere il torneo». Jasmine è d’accordo? «Boh… a me già giocare una semifinale Slam mi sembra tanto, Meglio restare concentrati sulla prossima partita e non avere troppi pensieri nella testa».