Le autorità brasiliane contestano all’ex numero 1 ATP un comportamento da “furbetto” negli anni d’oro: avrebbe frodato il fisco destinando i suoi guadagni a una società e non a se stesso, in modo da pagare un’aliquota inferiore (20% anziché 27,5%). Lui fa ricorso e si commuove in aula. Rischia una multa di quasi 9 milioni di euro: il processo ripartirà il 21 novembre.

Non è la prima volta che uno sportivo ha problemi con il fisco: sono giorni difficili per Gustavo Kuerten, ex numero 1 del mondo, chiamato a un delicato processo contro il fisco brasiliano, che gli contesta una forte somma non pagata negli anni di maggior successo (nella fattispecie, il triennio tra il 1999 e il 2002). Nella fattispecie, gli viene contestato il fatto che i guadagni dell’epoca (sia quelli derivanti dai tornei che quelli dalle sponsorizzazioni) fossero stati intestati a una sua società, la “Guga Kuerten Participacoes e Empreendimentos”. In questo modo, avrebbe evitato l’aliquota maggiore destinata alle persone fisiche. Una società, infatti, paga il 20% di tasse, mentre un singolo individuo arriva al 27,5%. Kuerten ha proposto appello presso il Consiglio Amministrativo dei Ricorsi Fiscali e lo scorso martedì era presente all’udienza, dove ha addirittura rilasciato una deposizione: fatto molto raro, poiché in quei contesti parlano esclusivamente gli avvocati. La difesa sostiene che la creazione di una società fosse necessaria per ottimizzare i guadagni della sua carriera, e che la partecipazione fosse al 50% tra Guga e il fratello Raphael.

“E’ molto triste vedere che tutto quello che ho fatto, e che è considerato un esempio di successo, venga tacciato come menzogna – ha detto Kuerten, quasi in lacrime davanti ai giudici – è un peccato che lo sport sia visto in modo così amatoriale. Esiste una parte professionale molto importante: dobbiamo essere preparati e affidarci a persone con competenze specifiche”. Da parte sua, il fisco ritiene che quei guadagni si riversavano tutti sul giocatore e che dunque non c’era la necessità di costituire una società. L’avvocatessa di Kuerten, Mary Elba Queiroz, ha detto che non c’era nessuna intenzione di frodare il fisco, anche perché se avesse voluto farlo avrebbe preso la residenza fuori dal Brasile. Il processo è stato sospeso e si aggiornerà dal 21 novembre, e si sta svolgendo in un clima surreale: persino i giurati (compresi quelli che hanno votato contro il suo ricorso) hanno parlato benissimo di Kuerten e del suo ruolo nello sport brasiliano, chiedendo persino di scattare alcune foto insieme. Maria Helena Cotta Cardozo, per esempio, ha votato contro. “Il tennista sarà sempre nel nostro cuore, il nostro amato Guga che tutto il Brasile adora. Ma qui stiamo parlando di una questione tributaria, che non ha niente a vedere con certe emozioni. Le due cose vanno separate”. Se Kuerten dovesse essere condannato, la multa ptorebbe ammontare a 30 milioni di Real, oltre otto milioni e mezzo di euro.