Mentre sul campo incassa più sconfitte che mai (proverà a riscattarsi da oggi, a Stoccarda), Rafa Nadal non ha mai avuto così tanti sponsor. Il suo numero di partner sembra inversamente proporzionale ai successi sul campo… 

Sul piano strettamente tecnico, è il momento peggiore nella carriera di Rafael Nadal. La sconfitta nei quarti del Roland Garros lo ha fatto precipitare al numero 10 ATP. Adesso arriva l'erba, superficie che gli è stata amica nei momenti migliori, ma solo in quelli. Tanti ricordano i due titoli a Wimbledon, ma si sono state anche le sconfitte con Rosol e Darcis…Insomma, riprendersi lo status di top-player non sarà facile, non a breve termine. Lo spagnolo potrebbe essere costretto a un bagno d'umiltà estvo, poichè non ha escluso di giocare qualche torneo su terra battuta. Di solito, i top-players riposano da Wimbledon fino al Canadian Open. Gocare ad Amburgo piuttosto che a Bastad sembrerebbe un corso di recupero forzato. Rafa sta vivendo un'involuzione pericolosa perchè per la prima volta non è dovuta a uno stop per infortunio, ma nasce dalle sconfitte sul campo. Quest'anno ha perso la bellezza di sei partite sulla terra battuta, più di quante ne aveva raccolte nell'intero quinquennio tra il 2006 e il 2010. Segno di un declino che potrebbe essere irreversibile. Il primo tentativo di rimedio sarà il ritorno alla nuova racchettà, già testata a Monte Carlo e Barcellona. Maglie più larghe tra le corde, quindi possibile crescita in termini di profondità e rotazione. Vedremo se sarà sufficiente. Tuttavia, Rafa ha ottime ragioni per sorridere. Quando lo provocano nelle conferenze stampa, risponde sempre di essere felice, di avere tutti i motivi per esserlo, e di ritenersi una persona fortunata. Un privilegiato. Di sicuro ride il suo portafoglio: nonostante la crisi tecnica, non ha mai avuto così tanti sponsor, partner, aziende-top che lo rappresentano. Sul campo vince sempre di meno, ma il “Marchio Rafa” è più forte che mai, e non alludiamo solo al toro stilizzato che è il simbolo del suo merchandasing e delle linee di abbigliamento. No, Rafa è (stra)pieno di sponsor.


IMPEGNI A NON FINIRE

L'apoteosi del suo trionfo extra-tennistico si è vissuta lo scorso 28 aprile, quando ha approfittato della sua presenza in Spagna nel periodo tra i tornei di Barcellona e Madrid. Quel giorno, un martedì, l'hanno portato presso la sede centrale del colosso Telefonica per girare un paio di spot sotto l'occhio attento di decine di giornalisti di casta stampata, TV, radio, internet. Rafa promuoveva la trasmissione esclusiva del Roland Garros sui canali di Eurosport (la Spagna, come l'Italia, è uno dei paesi dove Eurosport si è accaparrato l'esclusiva). Pochi minuti dopo, nello stesso scenario, ha impugnato la sua racchetta e ha scambiato qualche palla con alcuni clienti Movistar, estratti a sorte, il tutto animato da uno speaker d'eccezione come Jota Abril, noto giornalista di TeleMadrid. Terminato l'impegno, ha preso la macchina ed è piombato al Santiago Bernabeu, per seguire il match del suo Real contro l'Almeria. Ma non è finita qui: poco prima di scendere in campo alla Caja Magica, ha rinnovato per altri cinque anni il suo contratto con la marca di automobili KIA, uno dei suoi sponsor più antichi.



Pochi giorni prima, sulle TV spagnole (ma anche su Youtube) era comparso uno spot del Ministero dell'Agricoltura in cui Rafa era l'immagine che promuoveva il consumo di prodotti spagnoli. Tale impegno gli ha fruttato un'onoreficenza in cui è stato premiato con la medaglia del Merito al Lavoro. Giusto per non farsi mancare niente, Nadal è stato anche la stella al sorteggio del Madrid Open, ruolo che poi gli sarebbe toccato anche al Roland Garros, dove Richard Mille (sua marca di orologi) ha presentato il nuovo modello RM-027/2, prodotto in appena 50 pezzi e del valore di 800.000 dollari. La quantità di accordi commerciali di Rafa è impressionante. Potrebbe smettere di giocare domani, non incassare più nulla dal tennis, ma continuerebbe a guadagnare cifre impressionanti. Eppure lui ha intenzione di continuare a lavorare dopo il ritiro, prendendosi cura dell'Accademia inaugurata nella sua isola. La nascita di quest'ultima è il frutto ell'ccordo commerciale tra Nadal e il colosso “Movistar”. Di questo passo, rischia di avere più sponsor che Slam in bacheca. Se fino a qualche anno fa ne intascava almeno uno all'anno, se non di più (Anche se Yevgeny Kafelnikov, dopo il Roland Garros 2014, ammonì dicendo che sarebbe stato il suo ultimo Major), adesso sembra molto più facile trovare nuovi patrocinatori che coppe da sollevare. Insomma, Rafa perde colpi sul campo, ma fuori è in gran forma. Praticamente ha uno sponsor per ogni settore merceologico.

 

Abbigliamento e calzature: Nike

Racchette: Babolat

Assicurazioni: Mapfre

Telefonia: Movistar

Automobili: KIA

Abbigliamento da tempo libero: Tommy Hilfigher

Orologi: Richard Miller

Banca: Banco Sabadell

Istituzioni: Governo Spagnolo
 

 

Il bello è che alcuni di questi si sono aggiunti negli ultimi mesi, contemporaneamente al calo agonistico di Rafa. Non è che il suo staff, guidato dall'agente Carlos Costa, sta già apparecchiando la tavola per quello che sarà Rafael Nadal dopo il ritiro? In effetti, il maiorchino aveva già confessato di pensare al futuro in una chacchierata con Juan Josè Mateo per il magazine settimanale del “Pais”, più importante quotidiano spagnolo (noi l'avevamo acquistata e ve l'avevamo proposta su TennisBest Magazine). Oggi Mateo non scrive più di tennis, perchè il nuovo direttore del suo giornale lo ha destinato alla politica. Rafa non ha nessuna intenzione di lasciare il tennis, ma di sicuro non vuole farsi trovare impreparato. Le sue tasche, certo, non avranno problemi.