Pochi conoscono la figura di William Murray, spesso oscurato dalla ex moglie Judy. Ma è stato lui a crescere Andy e Jamie dopo la separazione. Ed era sicuro che prima o poi…
William Murray bacia la ex moglie Judy
Di Riccardo Bisti – 8 agosto 2012
Domenica scorsa, tra la gente del Centre Court, c’era un uomo orgoglioso. Un uomo che è sempre stato accanto ad Andy Murray, con discrezione, anche dopo le sconfitte più brucianti. Quelle che lo avevano etichettato come un perdente. Di lusso, ma sempre un perdente. Quell’uomo si chiama William Murray ed è il papà di Andy. Un uomo schivo, ben felice di restare nell’ombra mentre le luci della ribalta sono tutte per mamma Judy, la fidanzata Kim e lo staff tecnico. William sapeva che il figlio sarebbe emerso, che le lacrime di dolore si sarebbero trasformate in lacrime di gioia. Lo sapeva perché conosce il passato. No, stavolta non si parla del massacro di Dunblane. Si parla del giorno in cui mamma Judy è andata via di casa, lasciando i figli insieme al padre. “Quando ho dovuto dare la notizia e Andy e Jamie è stato il giorno peggiore della mia vita – racconta papà Murray – ho dovuto dire che la madre stava andando via di casa. Erano sconvolti. Anche se hanno caratteri diversi, la presero allo stesso modo. Quando ti sposi e hai una famiglia speri che possa essere unita per sempre. Ma per noi non ha funzionato”. Oggi William ha 57 anni e non nutre alcuna invidia per la ex-moglie, promossa addirittura a capitano della Fed Cup britannica. “Da quando Andy è sotto gli occhi dell’opinione pubblica, lei è sempre stata al suo fianco. Funziona così, poi io non solo il tipo che ha bisogno di pubblicità. L’unica cosa che conta è che Andy e Jamie siano felici”.
In tanti hanno pensato che William sia stato un padre assente, ma non è così. Dopo che Judy se ne è andata, ha continuato a prendersi cura dei figli per i 4-5 anni successivi, finchè hanno vissuto a Dunblane. William non ha mai svelato le ragioni della separazione con la moglie. A suo tempo, Judy disse: “In quel periodo ero un coach nazionale. Andavo spesso via di casa, e quando allenavo ero sempre fuori di casa. Sono cose che colpiscono la vita familiare”. Di certo Williams si è improvvisato “casalingo”, cucinando per i ragazzi quando tornavano da scuola. E poi lavava e stirava. “Non sono stato un genitore solo, perché Judy non era assente. Ma ero l’unico in casa insieme ai due ragazzi”. Con orgoglio, racconta di essersi sacrificato. Non ha voluto avere una nuova relazione perché si è interamente dedicato ai figli, non voleva che nessuna situazione interferisse nel rapporto familiare. Murray ha sofferto per la separazione dei genitori. “Mi sarebbe piaciuto avere una famiglia che funzionasse, anche se questo non riduce l’affetto per i miei genitori”. E se la madre gli ha dato le basi tecniche come giocatore, il padre gli ha insegnato la disciplina e altre piccole cose che ancora oggi gli tornano utili. “Andy è molto competitivo, lo è stato sin da piccolo. Jamie ha una personalità completamente diversa”. Il fatto che non possano affrontarsi in singolare è di particolare sollievo per il padre. Ricorda ancora con orrore una finale tra fratelli al torneo giovanile di Solihull, nel West Midlands, quando avevano rispettivamente 12 e 11 anni. “E’ stato uno dei match più difficili a cui abbia dovuto assistere. Vinse Andy, ma ricordo ancora la sgredevole sensazione di dovermi congratulare con lui senza ferire Jamie. Per fortuna, non si è più verificata una situazione del genere”. I rapporti tra i due sono decisamente buoni. Qualcuno aveva scritto che Jamie è invidioso della popolarità di Murray, ma su questo argomento papà William si inalbera: “E’ spazzatura. Si sostengono a vicenda”. Quando poi i ragazzi sono cresciuti, il padre (che lavora come manager per una catena di edicole) ha trovato una nuova compagna in Sam Watson, 11 anni più giovane di lui. “Ho ricostruito la mia vita relazionale, ma solo dopo che loro si erano abituati alla nuova situazione”. Quando Andy è andato ad allenarsi in Spagna, il padre ha venduto la casa a Dunblane ed è andato a vivere in città. Proprio in quel momento ha incontrato l’attuale compagna.
La separazione dei genitori, tuttavia, ha avuto una certa influenza sulle scelte sentimentali di Murray. Nella sua autobiografia, lo scozzese ha scritto: “Ho sempre cercato di avere una relazione stabile, perché non è bello vedere i genitori che si separano. Ho la stessa fidanzata da lungo tempo, e proverò a far funzionare la coppia”. In realtà anche loro hanno avuto una crisi (pare che lui dedicasse troppo tempo alla Playstation…), ma i cocci si sono ricomposti in tempo e adesso le cose sembrano andare bene. William è felice di questa relazione: “E’ una splendida ragazza, Quando me l’ha presentata, ha semplicemente detto ‘Questa è Kim’. Inizialmente ho pensato che avrebbe potuto essere il suo agente o qualcosa del genere. Solo qualche mese più tardi mi sono reso conto che era la sua fidanzata. Sinceramente non ero convinto che una relazione stabile fosse l’ideale per lei, visto che Andy è spesso in giro per il mondo. Ma Kim è la cosa migliore che potesse accadergli. Ha la sua vita, non è una parassita o una semplice WAG. Conosce il tennis, suo padre è un coach di alto livello”. Secondo William, il figlio è una persona molto semplice fuori dal campo da tennis. La popolarità gli fa piacere, ma non è per quello che gioca. Lui ama il tennis. Quello che è venuto dopo è stato un bonus. Secondo lui, a dispetto dell’immagine pubblica piuttosto seriosa, né lui né Jamie hanno mai preso il tennis troppo sul serio. “Potrebbe sembrare incredibile, ma è così. Se perdono ci restano male, ma la delusione passa in fretta”. L'affermazione lascia perplessi, perché alcune batoste hanno messo in crisi il figlio anche per mesi. Oggi Murray è ricco, amato e strapagato. Ma non dimentica il periodo trascorso in Spagna, quando è rimasto a Barcellona per 18 mesi e i genitori hanno dovuto sborsare 40.000 sterline. “Ogni tanto mi chiedono se per me è il momento di incassare – dice il padre – incassare cosa? Come tutti i genitori, abbiamo cercato di fare il meglio per i nostri figli. Non ci aspetteremo mai niente di simile”. Ovviamente anche lui ha il suo ricordo del 13 marzo 1996, quando Andy Jamie scamparono al massacro di Dunblane. “Quella mattina li ho lasciati a scuola. Ero a lavoro quando ho ricevuto una chiamata in cui mi dicevano che c’è stato un incidente. Ricordo tutto molto bene ma non vorrei parlarne, nemmeno adesso. E’ stato terribile, siamo stati fortunati a differenza di alcuni nostri amici”. Su una cosa, William aveva ragione. Qualche tempo fa disse che il figlio era ancora distante dal suo miglior tennis. Forse già sapeva cosa sarebbe successo in una ventosa domenica d’agosto. Dal dimenticatoio, forse, le cose si vedono meglio.
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