Nel giorno in cui cede il numero 1 ATP a Nadal, Novak Djokovic lo batte in finale a Pechino. E' il modo più dolce per cedere lo scettro. 4° titolo in Cina.
A un mese dalla sconfitta allo Us Open, Novak Djokovic si è preso una piccola rivincita su Rafael Nadal
Di Cosimo Mongelli – 6 ottobre 2013
La finale del China Open è la 38ima sfida tra Nole Djokovic e Rafael Nadal. Non c'è superficie o livello di torneo ove i due non si siano incontrati. Ed è anche la finale tra i due più forti dell'ultimo lustro, quasi banale da pronosticare alla vigilia. Per questa ragione, sarà archiviata negli annali? Non proprio. L'esito del torneo si è deciso sabato, dopo la semifinale disputata e vinta da Nadal, complice il ritiro di Berdych. Vittoria che ha permesso a Rafa di tornare numero 1 del mondo per la prima volta dal 3 luglio 2011, quando consegnò lo scettro proprio a Novak Djokovic, all'indomani della prima vittoria del serbo a Wimbledon. 101 settimane di dominio per il serbo, 101 settimane (intervallate dall’ultimo interregno di Federer) stoppate dal giocatore che meno di ogni altro era indicato come suo successore. Nemmeno da parte degli ultras più ciechi. Giocatore dato per finito che, nella migliore delle ipotesi, si pronosticava potesse al massimo riuscire a deambulare ancora. Invece il maiorchino non solo è tornato in campo, ma ha mietuto vittorie come mai fatto in carriera. Ha vinto 10 dei 13 tornei disputati e ha risalito la china dalla quinta posizione mondiale fino alla vetta, toccata ieri, nel torneo giocato forse peggio negli ultimi mesi, complice uno stato di forma non proprio idilliaco, al capolinea di una stagione quasi irripetibile. Vetta toccata ieri che forse ha privato Rafa delle motivazioni necessarie per affrontare l'incontro di oggi. Così come ha reso forse più sciolte le gesta del serbo, senza più nulla da perdere.
Dicevamo, la finale. Finale dominata da Nole. Nemmeno una palla break concessa al cospetto di un avversario disastroso sulla seconda di servizio e fallosissimo con la risposta di dritto. Finale che ha avuto il più alto, forse unico, significato sul 6-3 5-4 e 15-0 a favore del serbo, quando Nole vince il punto con uno smash sotto rete e sorride. Sorride per il punto vinto, ma soprattutto per il ricordo, amaro e beffardo, di quell'altro smash, infinitamente più importante, giocato goffamente sempre contro Nadal in semifinale al Roland Garros. Lo sliding door della stagione. Senza dubbio alcuno. E fece un pasticcio del genere anche cinque anni fa, nella semifinale olimpica proprio contro Nadal, sul campo lì accanto. Vittoria quindi per Nole, che torna a conquistare un trofeo , il quarto stagionale (38imo in carriera), dopo quasi sei mesi, quando sconfisse proprio Rafa a Montecarlo. Lo spagnolo, a questo punto della stagione, punterà tutto sul Masters di fine anno, unico sigillo ancora assente dal suo palmares. Nelle interviste post partita, Nadal dispensa complimenti al suo avversario ma dà conferma delle sue condizioni non ottimali “Non c’era modo di fermarlo oggi. Quando giochi contro uno come Novak che gioca così bene, se non sei al massimo non hai chance. Sei morto.” Djokovic, dal canto suo, enfatizza l'importanza di questa vittoria “Psicologicamente ed emotivamente. Le altre volte ho avuto dei cali di concentrazione.”. Ma in cuor suo sa che sarà nei prossimi mesi, a cominciare da Londra, che dovrà prendersi una vera rivincita e mettere le basi per riprendersi il posto più alto in classifica.
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