ATP WORLD TOUR FINALS – Il giapponese inaugura alla grande la sua terza partecipazione alle ATP World Tour Finals, lasciando appena cinque game a uno spento Stan Wawrinka. Un bel torneo potrebbe permettergli di salire al terzo posto nel ranking, scavalcando proprio Wawrinka e Milos Raonic. “È il mio obiettivo per la settimana”.

In principio la carriera di Kei Nishikori era stata costruita sul Project-45, il famoso piano di lavoro per raggiungere il best ranking di Shuzo Matsuoka, miglior tennista giapponese di tutti i tempi. Poi il nipponico ha alzato di continuo l’asticella. Prima i top-20, poi la top ten, quindi i primi 5, e ora, i primi 3. Un livello sempre più importante e il crollo in classifica di Roger Federer e Rafael Nadal gli hanno consegnato la possibilità di provarci a Londra, dove le sue ATP World Tour Finals potrebbero diventare interessanti. Lo racconta il 6-2 6-3 con cui si è sbarazzato di Stan Wawrinka all’esordio nel gruppo intitolato a John McEnroe, compiendo subito un passo importante verso la semifinale. La storia del Masters insegna che spesso, per decretare i nomi dei semifinalisti sono stati importanti i set, a volte addirittura i game, dunque averne lasciati appena cinque non può che essere positivo. Wawrinka, forse alle prese con un fastidio al ginocchio sinistro (incerottato col tape nero), gli ha reso la vita facile con 31 errori gratuiti in poco più di un’ora, confermando il suo limite più grande: la continuità. L’ha ammesso anche lui stesso alla vigilia delle ATP Finals, quando nel “media day” gli hanno chiesto se pensasse di avere chance di diventare numero uno. Ha risposto che sa di poter vincere qualsiasi tornei o battere chiunque, ma gli manca parecchia costanza. È proprio quella che gli è costata una carriera al di sotto delle sue possibilità, mostrate vincendo tre Slam (tanti quanti Murray, per intenderci) in un’epoca che ha raggruppato quattro dei più forti giocatori di tutti i tempi.



A NISHIKORI BASTA POCO
Detto della brutta prova di Wawrinka, va rimarcata quella – ottima – di un Nishikori in modalità play station, che gli ha tolto in tempo con il suo solito anticipo esasperato. Pur servendo meno del 50% di prime palle, in otto turni di servizio ha lasciato appena dieci punti, senza offrire l’ombra di una palla-break a un Wawrinka troppo passivo in risposta, e capace di appena dodici “winners”. È andato presto in difficoltà col servizio, non ha trovato particolare aiuto dal rovescio ed è diventato facile preda di un Nishikori molto più brillante. Non ha avuto bisogno di fare nulla di eccezionale: ha impostato una buona velocità di crociera ed è andato via liscio come l’olio, con un pizzico di fortuna sulla risposta che gli ha dato il break del 3-2 e servizio nel secondo. Non ha colpita benissimo, trovando una sorta di pallonetto beffardo che Wawrinka ha erroneamente giudicato lungo. Ma la sensazione è che l’allungo sarebbe arrivato da lì a poco, come confermato dal nuovo break che ha chiuso i conti. “Non è facile affrontare Wawrinka – ha detto Nishikori a fine match – ma mi sentivo bene e sono stato molto solido dall’inizio. Spero di continuare a giocare così”. Dovesse farcela, potrebbe non solo centrare la sua seconda semifinale all’O2 Arena (dopo quella del 2014) ma anche scavalcare in un colpo solo Wawrinka e Raonic nel ranking ATP, conquistando quell’ambito terzo posto che al momento dista solo 345 punti. Sulla carta, potrebbero bastargli altri due successi. “Quest’anno ho giocato molto bene – ha chiuso – e la possibilità di salire nel ranking è molto stimolante. È il mio obiettivo per la settimana”. Se il buongiorno di vede dal mattino…

ATP WORLD TOUR FINALS – Gruppo McEnroe
Kei Nishikori (JPN) b. Stan Wawrinka (SUI) 6-2 6-3

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NISHIKORI ANALIZZA IL SUCCESSO SU WAWRINKA