Il bulgaro gioca una partita perfetta e supera per la prima volta Rafa dopo sette sconfitte consecutive. Coach Vallverdu sembra aver trovato la chiave per esaltare le sue qualità: grande tecnica, ottimo fisico, tennis aggressivo. Adesso sfida Raonic con la prospettiva di una finale contro Murray. Il tennis ha trovato un (grande) protagonista per il 2017?

Osservando il 6-2 6-4 con cui Grigor Dimitrov ha liquidato Rafa Nadal, il primo pensiero è andato a Roger Federer. Quanto avrebbe vinto se non gli fosse toccato Rafa, o semplicemente quello in fase discendente? La sua fotocopia tecnica, il bulgaro, ha avuto vita facile: ha giocato molto bene, ma è stato aiutato da un Nadal pessimo al servizio e vittima del suo difetto principale da quando non è più un cannibale: la profondità di palla. Il mix delle lacune nadaliane, unite all’ottimo stato di forma di Dimitrov, gli hanno regalato il primo successo in otto scontri diretti. E’ un po’ tardi per acciuffare determinati obiettivi entro l’anno, ma se “Grisha” va avanti così potrebbe anche essere grande protagonista nel 2017. Letteralmente rigenerato dalla cura Vallverdu, ha semplificato il suo tennis e ha “liberato” le qualità che avevano fatto innamorare tanti appassionati. Le stesse qualità che sembravano incoronarlo come “Nuovo Federer”. Niente di tutto questo, anche a causa di una condotta non sempre impeccabile, ma oggi ci si può accontentare di un semplice “Nuovo Dimitrov”. Nell’immenso impianto cinese è stato perfetto al servizio e non è mai caduto nella trappola nadaliana, ovvero i pallettoni di dritto, intrisi di topspin, che dovrebbero bucherellare un rovescio a una mano un po’ timido, se non incerto. La tattica ha funzionato decine di volte contro Roger Federer. Era stato Djokovic a disinnescarla, ma lui possiede uno spettacolare rovescio bimane. Si pensava – e lo facevano pensare i precedenti – che con Dimitrov funzionasse ancora. Invece il bulgaro aveva un feeling eccezionale con la palla, la colpiva sempre in fase ascendente e si liberava dalla diagonale nemica con colpi super-anticipati, oppure con intelligenti slice in lungolinea. Morale della favola: Nadal è andato in tilt e ha perso il servizio nei suoi primi cinque turni di battuta.

UN ALTRO TABU’ DA ABBATTERE: MURRAY
Il maiorchino ha dovuto annullare altre palle break sullo 0-2, sull’1-3 e sul 2-4 nel secondo. Soltanto sul 3-5 ha tenuto a zero il servizio, ma Dimitrov aveva già la testa all’ultimo game, tenuto con agio (aveva dovuto cancellare due palle break sul 4-3, ma le aveva gestite con autorità). Numeri clamorosi, che legittimano un risultato netto ma giusto. In semifinale se la vedrà con Milos Raonic: è avanti 3-1 nei precedenti, anche se l’ultimo risale a quasi tre anni fa. Dovesse farcela, raggiungerebbe la terza finale del 2016 dopo quelle perse a Sydney e Istanbul. Più in generale, sembra che Vallverdu abbia finalmente trovato la chiave per far rendere Dimitrov. Roger Rasheed aveva tentato di farne un culturista, poi lui era entrato in confusione a causa delle mille opzioni che gli concede il braccio. Vallverdu ha mixato le due cose: “Affidati ai 2-3 schemi che conosci meglio e non disdegnare la fase difensiva, ma solo quando è necessario”. Con la mente ripulita, Grisha ha vinto 15 delle ultime 20 partite e sembra lanciato verso un futuro tra i primi dieci, e magari piazzare un acuto Slam. Non sarà mai un altro Federer e continuerà ad accompagnarsi a belle donne, a sfarfallare ogni tanto, però con quel talento non può restare un’incompiuta. “Grigor ha giocato molto meglio di me e ha meritato di vincere – ha detto Nadal – non puoi permetterti di perdere cinque volte il servizio se vuoi vincere una partita come questa. Ho combattuto fino all’ultima palla, ma ho avuto qualche problema sul piano mentale perché soffrivo col servizio. Quando succede è giusto che tu vada al prossimo torneo perché non meriti di vincere”. Questo Dimitrov è un bel vedere: non resta che sperare che Dani Vallverdu riesca a portare avanti il suo progetto, magari a partire da un successo a Pechino in finale contro Andy Murray: da quando ha smesso di lavorarci insieme lo ha affrontato sei volte, cinque all’angolo di Berdych e una con Dimitrov: ha sempre perso, con i suoi allievi capaci di vincere un solo set (al tie-break) a fronte di quindici persi. Il Nuovo Dimitrov sarà la chiave per scardinare il tabù?


Andy Murray (GBR) b. Kyle Edmund (GBR 7-6 6-2
David Ferrer (SPA) b. Alexander Zverev (GER) 6-7 6-1 7-5
Milos Raonic (CAN) b. Pablo Carreno Busta (SPA) 6-4 6-4
Grigor Dimitrov (BUL) b. Rafael Nadal (SPA) 6-2 6-4