Ex baby prodigio, top-100 a 16 anni, molto discussa per il violento “grunting”, la portoghese sta bene e si allena ma rinuncia a giocare qualsiasi torneo. Nel frattempo, ha aperto una residenza per animali insieme al suo fidanzato. L'hanno convocata per uno stage di Fed Cup, ma difficilmente ci andrà. Altra giocatrice distrutta dalle pressioni adolescenziali?

Con un'intuizione decisamente brillante, qualcuno l'aveva soprannominata “Larcher de Grido” per le sue urla belluine sul campo da tennis. Se Michelle Larcher de Brito avesse vinto di più, il dibattito sul grunting in campo femminile sarebbe stato ancora più acceso. In confronto ai suoi, gli urli di Maria Sharapova e Victoria Azarenka (considerate due delle più “rumorose” del tour) sono timidi sospiri. Oggi, a 24 anni, la carriera della miglior tennista portoghese di sempre è a un bivio. Senza più motivazioni, o forse sfibrata dopo un'adolescenza vissuta troppo intensamente, si è presa una pausa a tempo indeterminato. E, soprattutto, si sta concedendo un voluto distacco dal mondo esterno. Uscita dalle top-300 WTA lo scorso luglio, per la prima volta dopo 10 anni, ha interrotto qualsiasi attività anche sui social network. E pensare che fino a qualche tempo fa era piuttosto attiva, sia su Facebook che su Twitter. I suoi account sono fermi da mesi, così come la sua attività agonistica. L'ultimo match risale allo scorso luglio, quando ha perso al primo turno del torneo ITF di Gatineau, in Canada. La sua storia è ben nota: baby fenomeno, proveniente da un paese maschilista e senza tradizione, si è trasferita sin da quando aveva 9 anni a Bradenton, nel campionificio di Nick Bollettieri, oggi denominato “IMG Academy”. Professionista precoce, le hanno dato la prima wild card a Miami 2007, quando aveva 14 anni.

IL GRUNTING E IL BEST RANKING
La presentavano come futura numero 1, facendole fare servizi fotografici un po' ovunque, persino a Hong Kong (la foto in home page risale ad allora, gennaio 2008). Michelle (di madre sudafricana e padre di origine angolana) ha raggiunto il picco di popolarità nel 2009, quando giunse al terzo turno al Roland Garros, con tanto di polemiche per i suoi strilli. Aravane Rezai (altra “desaparecida”) si lamentò a più non posso. Qualche settimana dopo ci fu una surreale conferenza stampa a Wimbledon, in cui i giornalisti la bombardarono di domande sul grunting, costringendo il moderatore a intervenire più volte. “Fa parte del mio gioco, potrei anche smettere di farlo, ma non sarebbe una cosa naturale” diceva Michelle. Quell'anno avrebbe raggiunto il suo best ranking al n.76. Poi qualcosa si è rotto: non ha mai più raggiunto certi livelli e si è dovuta accontentare di una carriera di secondo piano: più ITF che WTA, più conti in tasca che cene di lusso. Ha avuto un sussulto d'orgoglio a Wimbledon 2013, quando ha battuto Maria Sharapova a Wimbledon. Un risultato che sembrava poterla rilanciare al 100%. Dopo quel successo, parlò di come avesse ritrovato le motivazioni dopo un periodo di crisi, in cui si era fatta scoraggiare da una crisi di risultati. Purtroppo per lei, non fu una svolta: perse al turno successivo contro Karin Knapp ed è tornata nelle retrovie.

NUOVA VITA?
Dopo l'ennesima crisi di risultati, Michelle si è chiusa in se stessa: rifiuta qualsiasi contatto con la stampa, non è infortunata e si allena regolarmente, però non ne vuole sapere di giocare tornei. Grande appassionata di animali, avrebbe aperto una residenza per cani e gatti a Bradenton, insieme al suo fidanzato. Gli animali sono la sua grande passione: lo scorso anno, quando morì la sua amata cagnolina Zeeva, scrisse un sentito post su Facebook per ricordarla. Forse si sta solo ricaricando, o forse spera di ritrovare la motivazione già perduta. Nel frattempo, in Portogallo provano a scuoterla: la capitana di Fed Cup, Neuza Silva, l'ha convocata per uno stage di due giorni, che si terrà presso l'Hotel Vila Galè di Lisbona i prossimi 16-17 dicembre. Sarà un raduno per mettere a punto il team che in febbraio andrà in Estonia per giocare il raggruppamento del Gruppo 1, zona Europa-Africa. Oltre a lei, sono state convocate Maria João Koehler, Inês Murta, Francisca Jorge, Lúcia Quitério, Ana Filipa Santos, Maria Inês Fonte e Cláudia Cianci. I ben informati, tuttavia, sostengono che Michelle non parteciperà. Ciò che conta è che stia bene e sia felice. E che magari un giorno decida di raccontarsi e spiegare quanto è stato difficile convivere con le aspettative di famiglia, tecnici e sponsor quando era poco più che bambina. Perché la crisi di Michelle Larcher de Brito affonda le radici nella sua adolescenza. Non c'è dubbio.