Mercoledì si era diffusa la voce secondo cui si sarebbe svolta l’udienza di Maria Sharapova presso il Tribunale londinese, chiamato a decidere sul caso doping della russa. La notizia era stata data anche da Reuters. Nella giornata di giovedì, tuttavia, hanno avuto una certa risonanza le dichiarazioni di Shamil Tarpischev, presidente della federtennis russa nonché membro del CIO. Parlando con l’agenzia F-Sport ha detto che non c’è stata nessuna udienza e che non ci sarà a breve. La faccenda si risolverà a giugno, anche perché le classifiche ATP-WTA del 6 giugno (subito dopo il Roland Garros) faranno fede per l’eleggibilità olimpica. E il Comitato Olimpico russo ha bisogno di sapere se potrà schierare la Sharapova. Tra le varie cose, Tarpischev si era detto piuttosto pessimista sul futuro agonistico di Masha: “E’ in dubbio, sta vivendo una brutta situazione”. Frasi pesanti, che Tarpischev è stato costretto a rettificare. Parlando con TASS, ha spiegato di aver soltanto detto che “In questo momento non può giocare perché la situazione è ancora pendente”. Vien da domandarsi se sia davvero così oppure se la marcia indietro ha un sapore politico.
Nel frattempo Masha continua ad essere piuttosto attiva sui social network, in particolare su Twitter. La scorsa settimana ha manifestato una certa nostalgia per Roma, dove l’anno scorso ha conquistato il suo ultimo titolo (il numero 35). Ha pubblicato una foto di quando mangiava un gelato, poi ha condiviso la foto di un gruppo di ragazzi con uno striscione semplice semplice: “Lasciate giocare Maria”. Tra l’altro, Maria prosegue con le sue attività imprenditoriali: il lancio dei cioccolatini Sugarpova (che si aggiungeranno alle caramelle) è stato confermato e, forse, anche per questo martedì scorso si trovava a Parigi, dove ha lasciato la sua ultima traccia “social”. Maria ha pubblicato una foto che la ritrae a Montmartre. “Qui per la prima volta, Parigi da un diverso punto di vista”. Se martedì era a Parigi, il giorno dopo avrebbe potuto essere a Londra. Ma non ci sono tracce né evidenze dell’avvenuta udienza. Chissà se Tarpischev ha detto il vero oppure ha cercato di “depistare” l’opinione pubblica.