Si può discutere sul valore tecnico della Laver Cup, ma è innegabile che sia stata un clamoroso successo. 85.000 spettatori hanno preso d'assalto la 02 Arena di Praga, decretando un trionfo organizzativo che non sarà facile da replicare. Non si può dire altrettanto per l'International Premier Tennis League, mega esibizione itinerante lanciata nel 2014 da Mahesh Bhupathi. Si tratta(va) di un mini campionato con una serie di squadre in rappresentanza di alcune località asiatiche, con un format decisamente innovativo (partite sulla durata di un set, campo colorato, no-advantage, addirittura la possibilità di effettuare dei cambi). La prima edizione è stata un trionfo, con in campo tutti i più forti (donne comprese). Meno bene la seconda, mentre la terza è stata un disastro, se non altro rispetto alle premesse di due anni prima. Oggi, a poco più di due mesi dall'ipotetica nuova edizione, tutto tace. Il sito internet non è disponibile e le pagine social non sono più aggiornate. Il motivo della crisi è di natura economica: a quanto pare, il modello di business non era sostenibile. In effetti, i giocatori erano stati convinti a partecipare grazie a ingaggi stratosferici, superiori alla media. Ma il castello era di cartapesta. I Singapore Slammers, una delle franchigie più in vista, hanno accusato l'IPTL di non aver onorato una serie di pagamenti. Per questo, sono in arrivo una serie di cause legali. I problemi sarebbero cominciati l'anno scorso, quando una delle cinque squadre (i Manila Mavericks) aveva rinunciato all'esibizione. Parlando con il Times of India, una fonte anonima ha rivelato: “I giocatori non sono stati pagati. Tra loro ci sono alcuni nomi di rilievo, sia indiani che stranieri. Su questo, non c'è stata una sola parola da parte IPTL”.
SILENZIO PER IL 2017
In effetti, il modello di business è sempre stato un mistero. Mentre erano ben note le spese, i ricavi erano un grande punto interrogativo. Visto che raramente si sono visti gli stadi pieni (anzi, i sold out hanno rappresentato un'eccezione), si puntava sugli sponsor e i diritti TV, nonché sulle tasse da pagare per ottenere la gestione di una franchigia. “Se è vero che il fattore novità avrebbe attratto, sul piano finanziario è sempre stato un disastro – dice la "gola profonda" – nel 2014 un potenziale investitore scappò a gambe levate perché non c'era nessun chiarezza su come avrebbero funzionato i ricavi. Le leghe sportive non sopravvivono con i sentimenti e senza logica”. Per adesso tutto tace. Non ci sono annunci per l'edizione 2017, neanche di dismissioni. Il clan di Bhupathi ha detto che il marchio IPTL è stato registrato negli Emirati Arabi e che non esiste alcun obbligo per rivelare i dettagli. “Semmai, Bhupathi sta lavorando a un cambiamento e proporre una nuova iniziativa su basi diverse”. C'è dunque la speranza che il progetto vada avanti, ma in forma diversa. D'altra parte, l'annuncio che vedete qui sotto, diffuso lo scorso 6 dicembre per informare della mancata partecipazione di Federer e Serena Williams, lasciava capire che la terra iniziava a tremare sotto i piedi. Vedremo se Bhupathi saprà tenere in piedi la competizione, oppure se sarà costretto ad arrendersi. La Laver Cup sembra avere ben altra solidità, ma faranno bene ad operare con cautela.