Ha beffato persino i bookmakers. Alla vigilia di Wimbledon, tutti avevano individuato Petra Kvitova come favorita numero 1. Vuoi per le recenti vittorie, vuoi perché in passato aveva già sollevato il Rosewater Dish. Invece è franata al primo turno, peggiorando il risultato dello scorso anno, quando si arrese a Madison Brengle al secondo turno. Stavolta è caduta per mano di Aliaksandra Sasnovich, la cui popolarità supera finalmente i confini della Fed Cup. Quando le hanno detto che avrebbe dovuto giocare con la Kvitova, non ha fatto una piega ed è andata ad allenarsi. “Sapevo cosa dovevo fare sul campo e sono scesa in campo per giocare il mio tennis e vincere” ha detto la Sasnovich dopo il 6-4 4-6 6-0 finale, ancora più sorprendente della sconfitta di Maria Sharapova per mano di Vitalia Diatchenko, o quella di Caroline Garcia contro la rediviva Bencic. Il segreto di questo successo si scova nella preparazione della Sasnovich, quattro giorni di allenamenti intensivi con uno sparring partner britannico, di nome Mike. Un ragazzo mancino che ha fatto appieno il suo dovere. “Si chiama Mike, non conosco il suo cognome ma lo voglio ringraziare”. Ci sono altri meriti dietro il risultato-shock: ad esempio, la collaborazione con il nuovo allenatore Alex Leniuchev, bravo a ricostruire la sua autostima. “Mi ha aiutato a migliorare la mia mentalità. Voglio migliorare ancora, perché penso di aver un buon potenziale. Lui mi ha messo di buon umore e mi ha dato tante energie positive. È molto importante restare positivi”. Nonostante le sconfitte al primo turno nei tornei di avvicinamento, la Sasnovich ha sempre creduto di poter battere la Kvitova.
ALIAKSANDRA IN CERCA DI RIVINCITE
“Ero l'outsider, non mi aveva mai affrontato, ha vinto due volte questo torneo e voleva vincere. Probabilmente il mio gioco le ha dato fastidio perché ho risposto bene, ho utilizzato lo slice e l'ho costretta a lottare su ogni palla”. La ceca lo ha fatto per due set, poi è sparita dal campo nel terzo. È un'eliminazione pesante anche in chiave classifica: Wimbledon metteva in palio punti preziosi per la lotta al n.1 di fine stagione, invece Petra tornerà a casa con un doloroso “zero”. “La chiave di questa vittoria è stata la risposta – dice la Sasnovich – se non rispondi bene non hai chance, perché lei serve sempre meglio. Inoltre, quando è lei a rispondere, devi insistere sul suo rovescio. Con il dritto non hai chance”. Aliaksandra ha fatto il suo dovere e troverà un'altra mancina al secondo turno, Taylor Townsend. Non ci sono rischi di appagamento, anzi, sarà ancora più motivata per via di un vecchio episodio. Durante un'edizione dello Us Open Junior, le due si sono affrontate in doppio. “Le diedi uno smash facile e lei mi ha colpito duramente su una gamba”. Per questo, avrà ancora più voglia di vendicarsi. “Adesso tutte possono battere tutte”. Con questo spirito, la ragazza di Bielorussia ha sconquassato la parte alta del tabellone. Il risultato di martedì fa sensazione, anche perché la Kvitova è la giocatrice ad aver vinto più partite nel 2018 (38) e si è presentata con ben cinque titoli in sei mesi. “Ero nervosa, ho provato a combattere con me stessa – ha detto – non so, probabilmente sono stata la mia peggiore avversaria”. Resta il fatto che la ceca inizia ad avere qualche problema di troppo negli Slam. A suo dire, desidera troppo la vittoria.
DOPPIA FESTA BIELORUSSA
E pensare che a inizio carriera brillava proprio nei Major, mentre faticava nei tornei più piccoli. Adesso è cambiato tutto. “Credo che sia una questione mentale – dice Petra – prima non mi interessava granché giocare gli Slam. Adesso è diverso, ci tengo molto”. Ma era destino che sarebbe andata male, forse anche per la data. Il 3 luglio è il giorno dell'indipendenza della Bielorussia. Nel 1944, il Paese si liberò dall'occupazione della Wermacht. La Sasnovich non era ancora nata e non può conoscere certe cose, anche se gliele avranno raccontate. Magari è stato lo stesso Alexander Lukashenko, presidente del paese da sempre, ad avergliele raccontate lo scorso anno, quando ha incontrato l'intero team di Fed Cup prima della finale (poi persa per un soffio) contro gli Stati Uniti. “Tutti mi hanno scritto dicendo che abbiamo due celebrazioni” ha detto la Sasnovich, che ritiene di essere ancora lontana dal suo potenziale. “In questo momento credo di essere intorno al 50-55%, ma ho ancora 24 anni. C'è tempo”. Nel pomeriggio londinese, ha dimostrato di essere sulla buona strada. Adesso dovrà trovare la giusta continuità. Wimbledon 2018 sembra lo scenario ideale, visto che al primo turno sono uscite ben 21 teste di serie (11 donne e 10 uomini), un terzo del totale. C'è spazio per le sorprese. Per grandi sorprese.