Il francese stende Berdych in quattro set, confermando anche a New York un’ottima condizione. A conti fatti, negli Slam è la sua miglior annata di sempre. Per il ceco, invece, la peggiore dal 2011. E ‘Richi’ non vuole fermarsi. “Contro Federer per vincere ancora”.Si conclude nel peggiore dei modi, per Tomas Berdych, l'avventura negli Slam in questo 2015. Gli Us Open, per il ceco, erano forse l'ultimo treno per lasciare il segno, in una stagione profondamente segnata dalla sconfitta nella finale di Montecarlo, contro un Nole Djokovic mai così abbordabile come in quella occasione. E se la semifinale agli Open di Australia sembrava essere l'ennesimo buon auspicio (sconfitto solo da un Wawrinka formato monstre), il resto della stagione nei major è stata un ecatombe. E a New York è arrivata la pietra tombale, tradotta nel 2-6 6-3 6-4 6-1 subìto da Richard Gasquet. Ma soffermarsi sui demeriti del ceco sarebbe un'ingiustizia nei confronti del francese. Mai così ad alto livello come in questo 2015, ‘Richie’ ha dato (ri)prova che la semifinale a Wimbledon non è stata solo una rondine. Dopo un tour americano incolore, in bilico tra acciacchi e insofferenza, si è presentato agli Us Open dando l'impressione, turno dopo turno, di trovare i colpi, le giocate, la concentrazione e soprattutto la voglia. La voglia di dimostrare (e dimostrarsi) di esser ben più di una mina vagante. E non si è fatto pregare, in questo ottavo di finale, di disporre a suo piacimento di un impalpabile avversario.

BERDYCH PARTE MEGLIO, POI SI ESCLISSA
Un ottavo di finale, iniziato sì, nel peggiore dei modi: nel primo set, dopo aver dilapidato tre palle break consecutive nel quinto gioco, entra in modalità eclissi. Berdych piazza quattro giochi consecutivi e porta a casa la prima frazione. Ma da qui in poi la strada per il transalpino è tutta in discesa. Richard si illumina d'immenso. Game dopo game, comincia a tessere la sua letale tela, intrecciando decelerazioni di dritto con fulminanti rovesci lungolinea. Tela che manda letteralmente in tilt le certezze e gli ingranaggi di Berdych. Il ceco smette di prendere l'iniziativa e colleziona errori non forzati che è un piacere. Lascia andare il secondo set cedendo due volte il servizio, rimane a galla nel terzo sino al tragico epilogo: sul 5-4 per il francese, Tomas si fa breakkare a zero, trafitto senza pietà da un Gasquet ammirevole in quanto ad aggressività. Cala il sipario sull'incontro. Il 6-1 del quarto set merita giusto la menzione del punteggio. Per Richard, secondo quarto di finale in carriera negli States. E le intenzioni serissime, nelle parole, di eguagliare almeno la semifinale del 2013. "Ho iniziato male l'incontro. La partenza del secondo set è stata fondamentale. Ho cominciato a servire meglio, ho ripreso fiducia e sono riuscito a concentrarmi. C'era tanta umidità, anche se meno rispetto alla prima settimana. Non sono troppo stanco, sono pronto per i quarti. Con Federer sarà difficile, devo giocare bene, giocare meglio. L'obiettivo è quello di vincere la partita, altrimenti è inutile andare in campo”.

US OPEN MASCHILE – Ottavi di finale
Richard Gasquet (FRA) b. Tomas Berdych (CZE) 2-6 6-3 6-4 6-1