Gli impressionanti numeri dell’ATP 500 di Pechino, di gran lunga il migliore della categoria. Meriterebbe un posto tra i Masters 1000, anche perchè nel circuito WTA…
Novak Djokovic è un fedelissimo del torneo ATP di Pechino
Di Riccardo Bisti – 4 ottobre 2013
La riorganizzazione del calendario ATP, avvenuta nel 2009, ha suddiviso i tornei in tre categorie: i Masters 1000 (gli ex Super 9), gli ATP 500 e gli ATP 250. Una distinzione in tre sole categorie sfuma tante differenze, che pure sono sostanziali. La settimana in corso è dedicata a due tornei 500, Pechino e Tokyo. Dando un’occhiata ai tabelloni, Pechino appare decisamente superiore. A suon di numeri, il torneo cinese può essere considerato il migliore 500 del calendario. Detto che si devono ancora giocare i tornei di Basilea e Valencia, Pechino batte gli altri per distacco. L’immenso China National Tennis Center ha radunato ben sei top-10, più di qualsiasi altro torneo 500. Le strutture fanno paura: il Diamond Court, inaugurato dopo le Olimpiadi, può ospitare 15.000 spettatori e non ha nulla da invidiare ai campi centrali di tre Slam su quattro (solo l’Arthur Ashe di New York è nettamente più grande). Il secondo campo, il Lotus Court, accoglie 10.000 persone. Il Moon Court ha una capienza di 4.000 e il Campo 1 di “appena” 2.000. Il China National Tennis Center occupa uno spazio di 26.514 metri quadrati, dislocati in un’area di 16,68 ettari. Per intenderci, il doppio del Roland Garros e quasi come gli altri tre Slam! Sembra assurdo che in un impianto del genere si giochi un modesto ATP 500. Ma i giocatori hanno risposto: nel 2013 hanno scelto il China Open Novak Djokovic, Rafael Nadal, David Ferrer, Tomas Berdych, Richard Gasquet e Stanislas Wawrinka. Le prime cinque teste di serie (e sei delle otto totali) hanno raggiunto i quarti, certificando la qualità di un evento che nessuno prende sotto gamba. Se nel 2010 erano sbarcati a Pechino ben sette top-10, quest’anno c’è l’ulteriore motivo di interesse di una battaglia per il numero 1 ATP, che potrebbe sancire il sorpasso proprio a Pechino. Il paragone con Tokyo, che si gioca in contemporanea, è imbarazzante. In Giappone c’erano due top-10 e cinque top-20, senza contare un montepremi decisamente inferiore.
Ma a Pechino non si accontentano: oltre al maschile, c’è una prova WTA ancora più importante. Le migliori al mondo si spartiscono oltre 5 milioni di dollari in uno dei quattro Premier Mandatory, il top del top del circuito WTA, obbligatori per tutte le migliori (gli altri tre sono Indian Wells, Miami e Madrid). La critica più facile riguarda l’affluenza di pubblico. Salvo i match di Nadal, Djokovic e della padrona di casa Na Li, le tribune sono spesso vuote. Vien quasi da chiedersi a cosa serva un impianto così maestoso se la risposta del pubblico non è adeguata. Ma non c’è dubbio che Pechino sia il miglior ATP 500 del calendario e – forse – meriterebbe un posto tra i Masters 1000. Di sicuro è l’unico, tra i tornei di categoria, ad avere strutture e risorse per il grande salto. Se diamo un’occhiata agli altri 500, troviamo situazioni quasi imbarazzanti. La più incredibile riguarda Memphis: dall’anno prossimo, il palestrone del Tennessee abbandonerà la categoria per lasciare spazio a Rio de Janeiro: inevitabile, dopo un’edizione senza top-10 (il numero 1 era il numero 12 Marin Cilic) e con un cut-off al numero 83 ATP. Non è andata meglio ai due eventi estivi di Amburgo e Washington. Entrambi hanno schierato un solo top-10 (rispettivamente Federer e Del Potro), con un cut-off al numero 81 e al numero 94 ATP. Il “taglio” tra il main draw e il tabellone di qualificazione è un indicatore molto importante, perchè offre l’idea del livello medio di un torneo. In questa speciale classifica, Pechino si trova in seconda posizione alle spalle di Tokyo (54 contro 56), ma i giapponesi sono sbaragliati in tutte le altre classifiche. Sorprende in negativo il grande evento di Dubai: se è vero che ha ospitato sei top-10, il cut-off era addirittura al numero 105 ATP. E ha perso anche la gara del montepremi: i petrodollari sono stati superati dal vento dell’est. In questo contesto, si difendono bene due tornei storici europei: Rotterdam e Barcellona: in Olanda c’erano quattro top-10, sei top-20 e un ottimo montepremi, proprio come in Spagna (un top-10 in meno ma un top-20 in più).
Il Masters 1000 asiatico si gioca a Shanghai, presso l’incantevole Qi Zhong Stadium, dove si è giocato il Masters ATP tra il 2005 e il 2008. Per indennizzarli della perdita, li hanno premiati con un torneo che forse è il meno seguito dei nove super-tornei e non ha retto bene la transizione dal Masters di fine anno a semplice torneo del circuito. Anche a Shanghai c’è poco pubblico, ma l’impressione è che Pechino abbia un margine di miglioramento ancora più importante. "Poco pubblico", in realtà, è un modo di dire: nel 2011 hanno raccolto 269.400 spettatori, circa 100.000 in più rispetto agli Internazionali d’Italia. In effetti, non si capisce come mai gli altri tre WTA Premier Mandatory siano associati a un Masters 1000, mentre Pechino no. Le strutture ci sono e la logica imporrebbe una promozione. Ma si sa, prevalgono altri fattori. Anche per questo, ci si domanda come mai abbiano assegnato per quattro anni di fila il titolo di miglior Masters 1000 dell’anno a Shanghai. Possibile che sia sempre meglio degli altri? Chissà cosa ne pensano a Indian Wells…
I TORNEI ATP 500 DEL 2013
Numero di Top-10 presenti
Pechino – 6
Dubai – 6
Rotterdam – 4
Barcellona – 3
Tokyo – 2
Acapulco – 2
Washington – 1
Amburgo – 1
Memphis – 0
Numero di Top-20 presenti
Pechino – 8
Dubai – 7
Barcellona – 7
Rotterdam – 6
Washington – 6
Tokyo – 5
Amburgo – 5
Acapulco – 4
Memphis – 4
Cut-Off tabellone principale
Tokyo – 54
Pechino – 56
Rotterdam – 62
Amburgo – 81
Memphis – 83
Barcellona – 89
Washington – 94
Acapulco – 100
Dubai – 105
Prize Money destinato al vincitore
Pechino – 557.000$
Barcellona – 389.300€ (530.479$)
Dubai – 429.600$
Rotterdam – 305.600€ (416.425$)
Amburgo – 251.200€ (342.297$)
Tokyo – 312.000$
Washington – 295.200$
Memphis – 291.800$
Acapulco – 291.800$
Mancano i tornei di Valencia e Basilea, in programma dal 21 al 27 ottobre.
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