NUMERI E CURIOSITA’ – A stagione quasi ultimata, diamo un’occhiata alle statistiche e ai record del circuito minore. Dati molto interessanti, poiché vige un equilibrio assente nel circuito maggiore. I più giovani, i più vecchi, le sorprese e tanto altro. Certo, i record di Ruben Ramirez Hidalgo e Yen Hsun Lu sembrano inavvicinabili…Si dice che i tornei Challenger siano molto divertenti perché mischiano diverse tipologie di giocatori. Verissimo. Ciò che li rende ancora più interessanti è la totale imprevedibilità: non è raro, ad esempio, che un qualificato abbia grossomodo le stesse chance di vittoria della prima testa di serie. Si gioca in condizioni che esaltano gli equilibri e fanno pensare a una vecchia frase di Boris Becker: “Noi campioni dobbiamo giocare nei campi principali e nelle migliori condizioni, altrimenti rischiamo di perdere dai mediocri”. Detto che non fu l’affermazione più elegante del mondo, nel circuito Challenger i “mediocri” hanno spesso l’occasione di fare lo sgambetto, anche perché difficilmente i campi centrali (salvo validissime eccezioni) sono in grado di creare il “miedo escenico”. Con la conclusione dei 6 tornei della scorsa settimana, il circuito ATP Challenger 2016 ha toccato la soglia dei 140 tornei. Manca ancora un mesetto a fine stagione (e l’Italia tornerà protagonista con il trittico Ortisei-Brescia-Andria), ma ci sono dati a sufficienza per fare un mini-bilancio e avventurarsi in qualche curiosità statistica. Ecco i dati più interessanti.
L’ARGENTINA E’ SEMPRE IN POLE
Ad alti livelli hanno tirato un sospiro di sollievo grazie al ritorno di Juan Martin Del Potro, ma nei Challenger fanno paura. Facundo Bagnis è il giocatore ad aver vinto più partite (36) e più titoli (ben cinque). Nel numero di match vinti, al secondo posto troviamo l’eterno e inossidabile Carlos Berlocq (29 successi). Nella classifica per nazioni, l’Argentina domina con 16 titoli. Per loro non sarà facile eguagliare il primato di 20 titoli ottenuto dalla Franca nel 2005 e dalla stessa Argentina nel 2007. Al secondo posto troviamo la Germania e la Russia (10), poi la Francia (9) e l’Italia (8). I nostri successi sono arrivati con Lorenzi e Gaio (2 vittorie a testa), poi con Fabbiano, Cecchinato, Vanni e Giannessi. Quattro nazioni si sono aggiudicate il loro primo Challenger nella storia. Cina (Di WU), Barbados (Darian King), Norvegia (Casper Ruud) e Irlanda (James McGee).
IL SEEDING CONTA FINO A UN CERTO PUNTO
Ok, la testa di serie numero 1 ha vinto in 21 occasioni (intorno al 15% del totale), ma in ben 117 occasioni un giocatore non compreso tra le teste di serie è arrivato in finale. E per 51 volte ha potuto sollevare un trofeo. In nessun torneo tutte le otto teste di serie hanno raggiunto i quarti di finale. L’ultima volta risale ad Aptos 2015.
GIOVANI E VECCHI
Nel 2016 hanno vinto almeno un Challenger sia i 17enni che i 35enni. Il più giovane di tutti è stato Casper Ruud a Siviglia (17 anni e 8 mesi), mentre il “vecchietto” della situazione è stato l’eterno Michael Berrer, che aveva 35 anni e 9 mesi quando si è imposto a Leon, stessa età di Stephane Robert (vincitore a New Dehli, ma con qualche giorno in meno). La finale con maggior differenza di età si è vista a Samarcanda, dove il 19enne Karen Khachanov ha superato il 38enne Ruber Ramirez Hidalgo. I teenager hanno portato a casa dieci titoli (contro i tredici dell’anno scorso). L’unico a intascare più di un titolo è stato Frances Tiafoe, serio candidato al premio ATP Star of Tomorrow dell’ATP (riservato al più giovane a chiudere l’anno tra i top-100).
RIPETERSI E’ DIFFICILE
Soltanto due giocatori hanno bissato un successo ottenuto nel 2015: Facundo Bagnis a Santiago del Cile e Hyeon Chung a Kaohsiung. Al contrario, ben 28 giocatori hanno vinto un titolo per la prima volta: tra loro i nostri Federico Gaio (San Benedetto) e Alessandro Giannessi (Szczecin).
VITTORIE SENZA SENSO (APPARENTE)
Nei Challenger capita di vedere i ranking totalmente stravolti. E allora capita che il numero 1748 ATP (Tung-Lin Wu) batta il numero 131 (Denis Kudla), annullando una differenza di 1617 posizioni in classifica. Nella graduatoria dei match più assurdi ride anche l’Italia grazie a Davide Pontoglio (n. 1857 quando ha battuto il n.342 Bastian Trinker) e Andrea Pellegrino (n.1146 quando ha battuto il n.91 Horacio Zeballos). Va detto che Federico Gaio ha perso a Tim Puetz, senza classifica. Ma il tedesco ha un passato da top-100….
ALTRO CHE OUTSIDER…
Il giocatore di più bassa classifica a vincere un Challenger è stato il giovane australiano Max Purcell a Gimcheon. Alla vigilia del torneo era numero 762 ATP, secondo peggior ranking tra i vincitori Challenger dal 2000 a oggi.
FINALI UN PO’ PAZZE
E’ capitato cinque volte che un giocatore dovesse annullare almeno un matchpoint in finale. La rimonta più incredibile l’ha firmata Sergiy Stakhovsky a Seul, cancellando 7 MP a Yen Hsun Lu, il più titolato di sempre. A Caltanissetta, Matteo Donati si è trovato sei volte a un punto dalla vittoria contro Paolo Lorenzi, ma alla fine ha vinto il più esperto. Proprio come a Jonkoping, dove Andrey Golubev l’ha spuntata su Karen Khachanov.
MARATONA ALL’ITALIANA
La finale più lunga si è giocata al neonato Challenger di Fano: per battere l’argentino Nicolas Kicker, il brasiliano Joao Souza è rimasto in campo 3 ore e 13 minuti. Al contrario, Jan Lennard Struff ha impiegato 48 minuti per sbarazzarsi di Vincent Millot nella finale di Mons.
GREGA IL POLIVALENTE
Soltanto un giocatore ha vinto un titolo Challenger su tre superfici diverse: terra, erba e cemento. E’ successo nel 2012 allo sloveno Grega Zemlja, vincitore a Pechino, An-Ning e Nottingham.
RUBEN E YEN HSUN NON SI TOCCANO
I più vincenti restano sempre loro. L’inossidabile Ruben Ramirez Hidalgo ha superato il muro delle 400 vittorie proprio quest’anno ed è arrivato a 413. Il vantaggio su Paolo Lorenzi (secondo a 357) sembra rassicurante. Il giocatore con più titoli Challenger nella storia resta Yen Hsun Lu con ben 24 tornei. Il taiwanese precede Dudi Sela (20) e il duo Lorenzi-Soeda (18). Al momento non è semplice individuare un possibile candidato al sorpasso.
MICHELINO E’ IRRAGGIUNGIBILE
Il più giocane vincitore di un torneo Challenger resta Michael Chang, che aveva 15 anni e 7 mesi quando si impose a Las Vegas nel 1987. Sembra un record imbattibile, poiché quest’anno il più giovane vincitore è stato Casper Ruud, oltre due anni più vecchio (e infatti non è neanche entrato nella top-10 all time). Va detto che lo scorso anno Felix Auger Aliassime non aveva ancora compiuto 15 anni quando fece faville a Granby, ma l’avventura terminò ben prima della finale.
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