da Londra, Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Solo nel Master (o quasi) può succedere che il campione in carica possa affrontare all’esordio nel torneo, il finalista dell’edizione precedente. Per Djokovic e Davydenko quello di ieri è stato il terzo confronto in un Master, dopo i 2 precedenti dello scorso anno, entrambi appannaggio del numero 3 del mondo. Come era accaduto nel round robin cinese (anche in quel caso si trattava del match di esordio), Novak è dovuto ricorrere al 3° set per superare il Davydenko formato Shanghai 2009 sceso in campo nella prima ora di gioco.
Dopo aver faticato non poco nei primi 2 turni di battuta a tenere a freno l’esuberanza tattica di un Djokovic preciso nel punire l’avversario con il suo chirurgico lungo linea di rovescio, Davydenko comincia a ingranare, sfruttando un clamoroso passaggio a vuoto del serbo brekkato a zero nel 5° gioco. Nole ha comunque l’opportunità di ristabilire immediatamente le distanze con 2 palle del contro break, la prima annullata da un servizio vincente di Nikolay, la seconda sprecata dal serbo con un rovescio in corridoio. Il gioco d’anticipo del russo, perennemente con i piedi sulla linea di fondo campo, manda fuori giri il serbo, obnubilato dalle incessanti accelerazioni del russo che porta a casa il primo set (63), strappando nuovamente il servizio all’avversario, con una risposta vincente di dritto un po’ fortunosa all’incrocio delle righe.
Il serbo si innervosisce di fronte all’incalzare del russo e si sfoga, come gli accade di sovente, sbattendo per terra la povera Head YOUTEK Speed che tanto lo aveva fatto penare a inizio anno. Sicuramente più indolore sarà il cambio di brand, per quanto riguarda il vestiario che, nel 2010, sarà griffato Sergio Tacchini. Non potendo ancora vestire il suo nuovo prestigioso testimonial, lo storico marchio italiano di abbigliamento sportivo si accontenta di bardare di rosso le divise dei componenti il box del serbo. Sugli spalti il pubblico si scalda quando viene proiettato sul maxischermo il primo piano di Andy Roddick, presente nonostante l’infortunio che lo ha costretto al forfait.
Dopo aver mancato 2 palle break sul 2-2, Nole, incitato a gran voce da quello che sarebbe potuto essere il suo pubblico se solo avesse optato in giovane età per la nazionalità britannica, si scuote definitivamente con un urlo dei suoi, al termine della ripetizione del punto che gli consente di impattare sul 4-4. Motivo del replay e del livore del serbo, la decisione del giudice di sedia (Steve Ulrich) di annullare un ace a causa di un “net” non percepito da nessuno all’interno del palazzetto. Davydenko quasi spaventato dal furore agonistico dell’avversario cede nel 9° gioco e per la prima volta nel match, il servizio, non concretizzando una palla del controbreak nel game successivo che sancisce il 64 finale in favore di Nole.
La rottura prolungata di Nikolay prosegue nel terzo set. Subito break per il serbo (grazie anche a 4 errori gratuiti di dritto del russo in appena 2 game) e partita che sembra andata. Non è così, il russo riprende pian piano a rimettere i piedi nel campo e a macinare gioco. I prodromi di quello che accadrà più avanti nel set, si avvertono nel 6° gioco, con il russo che ha l’opportunità per ben 3 volte di recuperare il break subito in apertura di set. Prima un errore di dritto, poi una risposta fallita malamente, infine un’accelerazione di dritto vincente del serbo in uscita dal servizio, sembrano spegnere le residue chance di successo di un Davydenko che, invece, non si dà per vinto. Sotto 5-4 servizio Djokovic, Kolya porta a casa un game ai limiti della perfezione, coronato da un rovescio lungo linea che manda in visibilio il pubblico della 02 Arena. Partita riaperta? Neanche per sogno. Il russo, perde a sua volta il servizio a zero, regalando al serbo l’opportunità di tornare a servire per il match. Come era accaduto nei 2 match del Master dello scorso anno, Davydenko è costretto a cedere per 7-5, proprio quando sembrava aver riacciuffato per i capelli un incontro che sembrava già andato. Onore a Djokovic che mostra ancora una volta la maturità raggiunta nelle ultime settimane e quella fiducia in se stesso che sembrava aver smarrito solo pochi mesi fa. “Non mi sentivo granchè bene in campo. Dal punto di vista fisico ero un po’ lento e non riuscivo a prendere il giusto ritmo. Sapevo che sarebbe stata una dura battaglia contro uno dei giocatori più in forma del momento. Credo davvero che sia stato lui il migliore in campo nei primi 2 set, e forse per l’intero match ”ammette Djokovic ”Ma anche quando non sei in giornata, devi comunque fare di tutto per trovare un modo per vincere.
Non a caso nei giorni scorsi, Nole ha ammesso di aver fatto tesoro delle tante esperienze accumulate nella sua pur giovane carriera. “Dopo quel match a Madrid perso contro Nadal, confesso di aver subito un piccolo tracollo. I miei capelli sono ancora neri ma sarebbero potuti essere bianchi dopo tutto quello che ho passato.”
Dopo la sofferta vittoria su Monfils in finale a Bercy, il serbo può così festeggiare un’altra vittoria al fotofinish (l’11esima di fila), suggellata dallo sportivissimo scambio di maglia finale. Grazie a questo successo Nole raggiunge in testa al Gruppo B, Robin Soderling che però ha una migliore differenza set. I due (protagonisti soltanto dieci giorni fa di un tiratissimo quarto di finale a Bercy vinto dal serbo 63 al terzo) si giocheranno il momentaneo primato in classifica nella seconda giornata, che vedrà opposti Nadal e Davydenko in una sfida che sa tanto di ultima spiaggia.
lunedì 23 novembre
(8) Soderling (SVE) b. (2) Nadal (SPA) 64 64
(3) Djokovic (SER) b. (6) Davydenko (RUS) 36 64 75
martedì 24 novembre
non prima delle ore 2.15 pm locali (le 15.15 in Italia)
(5) Del Potro c. (7) Verdasco
non prima delle ore 8.45 pm locali (le 21.45 in Italia)
(1) Federer c. (4) Murray
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