TROPPO FORTE PER CHIUNQUE
La cronaca del match si esaurisce in breve, come la resistenza vera e propria di Federer, che ha fatto il possibile per tenere il ritmo di ‘Nole’, ma ha finito per arrendersi in appena 80 minuti, con 31 errori gratuiti e la beffa di aver vinto più scambi lunghi rispetto al rivale: 12 contro 9 nei punti durati più di nove colpi. Significa che non solo Djokovic l’ha battuto, ma l’ha fatto annientandolo in quello che solitamente è il suo terreno preferito. Roger ha avuto una chance per salire 2-0 nel primo set, ma l’ha mancata e poi ha perso il servizio, iniziando una rincorsa che non l’ha mai visto all’altezza. Per fare partita con Djokovic deve servire più prime possibile, sicuramente molte di più del 57% messo in campo nel primo set, che l’ha visto perdere la battuta anche nell’ultimo game. Ha fatto un po’ meglio nel secondo, tenendo botta sino al 4-3, poi il serbo ha alzato il livello e piazzato l’allungo decisivo. Non gli è riuscito nell’ottavo game, quando Federer è risalito da 0-40 aggrappandosi al servizio, ma ce l’ha fatta sul 5-4, quando il computer di Roger è andato in tilt. Sul 15-30 ha messo in rete una volèe banale, e sul secondo match-point ha tolto a Djokovic l’impiccio di dover chiudere, commettendo un doppio fallo. Un brutto modo per salutare una stagione comunque positiva: se non ci fosse stato Djokovic avrebbe vinto almeno due Slam, e anche se Murray gli chiude davanti nel ranking (con praticamente la metà dei punti di Djokovic) il primo antagonista rimane comunque lui. Chiuso il match, Djokovic ha fatto un breve giro a bordo campo per abbracciare i suoi, da Boris Becker – che proprio oggi compie 49 anni – a Marian Vajda, dalla moglie Jelena al manager ‘Dodo’ Artaldi, e poi ha ricevuto il trofeo dalle mani del CEO ATP Chris Kermode e da quelle di un fortunato raccattapalle, selezionato fra tutti coloro che hanno prestato servizio nel torneo.
4 MASTERS DI FILA: MAI NESSUNO COME LUI
“Non è mai divertente essere dalla parte di chi perde – ha raccontato Federer durante la premiazione –, è meglio non giocare per niente come avvenuto lo scorso anno. Comunque è stata una buona settimana, in un anno fantastico. Ho giocato del buon tennis anche in finale, ma Novak è troppo solido. Congratulazioni a lui”. Il campione serbo è il primo a vincere per quattro volte consecutive le ATP World Tour Finals. “Sono orgoglioso – ha detto – per aver dato il finale perfetto alla miglior stagione della mia carriera. Il ringraziamento va al mio team: senza di loro non ce l’avrei fatta. Ho apprezzato ogni momento passato sul campo da tennis. Il sogno, da bambino, era di giocare e vincere tornei come questi. Ora mi prenderò un paio di settimane di vacanza con la mia famiglia per ricaricare le batterie, poi penserò alla prossima stagione”. Una stagione che lo vedrà chiamato a dare delle conferme. Credere che possa ripetere il 2015 sarebbe un po’ troppo, ma allo stesso tempo vien difficile pensare a qualcuno che lo possa fermare o anche solo ostacolare. Ha dimostrato che quando sta bene non ce n’è per nessuno, sotto ogni punto di vista. Se il livello rimarrà questo – e i sentori ci sono – anche nella prossima stagione lo spazio per gli altri sarà pressoché assente. E se dovesse proseguire alla media di tre Slam all’anno, il record di Federer sarà presto attaccabile. Può far piacere o meno, ma guai a dire che non se lo merita.
ATP WORLD TOUR FINALS – FINALE
Novak Djokovic (SRB) b. Roger Federer (SUI) 6-3 6-4
I NUMERI DEL 2015 DI NOVAK DJOKOVIC
Titoli Slam: 3 (Australian Open, Wimbledon, Us Open)
Titoli Masters 1000: 6 (Indian Wells, Miami, Montecarlo, Roma, Shanghai, Parigi)
Altri titoli: 2 (Pechino, ATP World Tour Finals)
Vittorie-sconfitte: 82-6
Punti ATP: 16.585 (battuto il precedente record di 15.675)
Miglior striscia di vittorie consecutive: 28
Ace serviti: 471
Punti vinti con la prima di servizio: 75%
Punti vinti con la seconda di servizio: 60%
Prize money stagionale: $21,592,125
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