Pochi pensavano che Serena Williams e Angelique Kerber si sarebbero trovare in finale a Melbourne e Londra. La sfida potrebbe ripetersi a New York, e sarebbe ancora più emozionante perché metterebbe in palio il numero 1 WTA. La tedesca è ad un solo match dal traguardo: contro Caroline Wozniacki, sarà lei la favorita. Per accedere alla Final Four dello Us Open, “Angie” ha superato Roberta Vinci in una partita zoppa, durata un solo set, il primo. Una volta perduto quello, la Vinci ha visto sgretolarsi ogni residua speranza. Con il fisico poco più che a pezzi, ha provato a tenere duro mentalmente. Ma quando è andata per tre volte avanti di un break (1-0, 3-2 e poi 5-4), senza riuscire a concretizzarlo, ha capito che i miracoli si sono esauriti nella notte dell’11 settembre 2015, quando ha messo fine ai sogni Slam di Serena Williams. Non ne poteva più, quasi soffriva dentro l’Arthur Ashe Stadium. Qualcuno ha ipotizzato che potrebbe essere stata la sua ultima partita in uno Slam. Chissà. Sul match non c’è molto da dire: Roberta ha fatto il possibile fino a quando il fisico l’ha sostenuta, ma ogni volta che andava in vantaggio non riusciva a staccare l’avversaria. E pensare che la Kerber è scesa in campo tesa e un filo preoccupata. “Parlate pure del numero 1 WTA, tanto io non vi ascolterò” continua a ripetere, come un mantra, dopo ogni partita.
SOLO RINGRAZIAMENTI PER ROBERTA
Però diventa difficile isolarsi da tutto e da tutti. La tensione si è concretizzata con alcune scelte tattiche, a partire da alcune palle corte. Giocare di tocco contro la Vinci non è esattamente una grande idea. Dopo l’iniziale scambio di break, Roberta saliva 3-2 e nel sesto game aveva l’occasione per allungare, rimontando da 15-40 a 40-40. Niente da fare: perdeva il servizio e il match proseguiva in assoluto equilibrio. Roberta aveva un’altra chance quando un dritto largo della Kerber la mandava a servire sul 5-4. Ma quando la tedesca azzannava il 5-5 (Roberta è arrivata al massimo a due punti dal set) si è capito che il match era finito. Il punteggio non lo diceva, ma le sensazioni erano chiarissime. Il fallo di piede, sulla seconda di servizio, commesso sul setpoint, è il doloroso simbolo di questa partita. Mentre tornava al suo angolo ha gettato uno sguardo ironico verso l’arbitro e ha applaudito ironicamente. Il secondo set è stato pura accademia, un lento scivolare verso il 6-0 finale, troppo severo per Roberta. Fedele a se stessa, la Kerber ha spinto fino all’ultimo. Avanti 5-0, contro un’avversaria che si era già arresa, ha lottato per aggiudicarsi l’ultimo game, ai vantaggi, e firmare il cappotto. Roberta aveva raccolto appena cinque punti nei primi cinque game, mentre nell’ultimo le ha provate tutte per muovere il punteggio. Abbiamo provato un pizzico di malinconia quando la Vinci ha salutato il pubblico, ma ogni appassionato deve avere la forza di restare lucido: anziché essere dispiaciuti per l’ultima sconfitta (peraltro alla fine di un ottimo torneo), dobbiamo essere contenti di aver vissuto il sogno dell’anno scorso. Finale tutta italiana, presidente del consiglio in tribuna, prime pagine, gioia immensa. Scene che nessuno può cancellare. E che non si possono dimenticare.
US OPEN 2016 – Quarti di Finale DONNE
Angelique Kerber (GER) b. Roberta Vinci (ITA) 7-5 6-0
Il lungo e dolce saluto di Roberta Vinci
Il sogno di Roberta Vinci dura un set: serve sul 5-4 contro la Kerber, poi perde gli ultimi nove game e lascia spazio alla tedesca. “Angie” tiene vivo il sogno di diventare numero 1. Roberta commette un fallo di piede sul setpoint e il suo match finisce lì. Ma va soltanto ringraziata, sia per i miracoli dell’anno scorso che per questi quarti di finale.