Laurynas Grigelis rappresenta il paese baltico, ma è italiano d’adozione e ha trovato la strada giusta presso la Tennis Training School di Foligno. A Manerbio ha superato alla grande le qualificazioni e adesso sfida la star Leonardo Mayer. (Foto Felice Calabrò)

Lo chiamavano il “lituano d’Italia”. Partito da Klaipeda e sbarcato in provincia di Bergamo, Laurynas Grigelis prometteva di essere un “crack” per il talento e il tennis che riusciva ad esprimere. Top-200 ATP a 20 anni, oggi è numero 478 e ha superato le qualificazioni al Trofeo Dimmidisì di Manerbio (42.500€, terra). Chi lo vede giocare fatica a capacitarsi di un ranking così basso. Intanto ha vinto tre match e si è preso un posto nel tabellone principale, dove se la vedrà nientemeno che con Leonardo Mayer, uno che poco più di un anno fa era numero 21 del mondo. “Sto crescendo bene, match dopo match – racconta Grigelis dopo il netto 6-2 6-1 rifilato al cileno Bastian Malla – ma sento di poter crescere ancora. In questa partita dovevo spingere molto, perché se palleggi lui può essere pericoloso. Invece l’ho aggredito e la tattica ha funzionato”. Grigelis è perfettamente consapevole di non aver ottenuto quello che il suo talento gli avrebbe consentito. La sua interpretazione è lucida: “Dopo la vittoria al challenger di Aptos e la qualificazione sfiorata allo Us Open, nel 2011, ci sono state troppe aspettative e pressioni, sia da parte mia che da altri. Non le ho gestite troppo bene e sono venute fuori stagioni così così: un anno chiudevo al numero 230, poi al 350…inoltre ho avuto parecchi problemi fisici, quest’anno ho dovuto combattere con mononucleosi, polso e ginocchio”. I fastidi sono passati e adesso c’è una nuova realtà, forse la più “cool” del momento: la Tennis Training School di Foligno, dove Laurynas si è trasferito qualche mese fa, sotto la guida dell’head coach Fabio Gorietti, nonché Sebastian Vazquez e Federico Torresi. Mi piace il loro modo di lavorare, stanno portando novità importanti nel mio tennis. Ad esempio, vogliono che cerchi di più il punto con il dritto, mentre prima facevo gioco soprattutto col rovescio. Stiamo effettuando dei cambiamenti”. Fino al 2013, Grigelis ha lavorato a Bergamo con il team “Future Talent” (“Che ringrazierò sempre, perché senza il loro aiuto avrei potuto giocare una decina di tornei all’anno, non di più”). Abbandonata Bergamo, ha seguito coach Giuseppe Menga prima a Cremona e poi a Crema. “Dove però non mi sono trovato bene. Non c’era il giusto feeling col posto, il preparatore…non avevo più gli stessi stimoli. Così sono rimasto un mese o due senza coach, mi sono guardato intorno e ho trovato una bella soluzione a Foligno”.

LA NECESSITA’ DI CAMBIARE GIOCO
Vien da domandarsi come mai “Grigio” abbia scelto di rimanere in Italia, lui che resta comunque un un cittadino lituano. “In Italia mi trovo molto bene, ma comunque mi sono guardato intorno. Però Menga mi aveva detto che Foligno è il posto che funziona meglio: ho provato e mi sono subito trovato bene. Mi piace come lavorano, tecnicamente non sono perfetto e loro prestano grande attenzione a questo aspetto. Un cambiamento era necessario perché per anni ho giocato sempre allo stesso modo”. A 25 anni compiuti da una settimana, è il tempo dei primi bilanci. E non c’è dubbio che quello di Grigelis non sia troppo positivo. “Non mi piace dare colpe, anche perché quando perdo mi assumo sempre le mie responsabilità, ma forse non sono stato gestito benissimo quando ero al top. Ci sta, forse c’è stata un po’ di inesperienza nel team. Però ci ho messo del mio, ero giovane e se fossi stato gestito un po’ meglio non avrei commesso certi errori. Penso di poter ottenere buoni risultati, non mi sento per nulla arrivato. Con il nuovo team voglio vedere dove sarò in grado di arrivare”. In fondo, Laurynas ha già vissuto esperienze importanti in Davis, giocando al fianco di Ricardas Berankis. “La sua presenza è uno stimolo, anche perché a nessuno piace essere il numero 2. La Lituania non ha una grande storia, anzi, stiamo provando a farla noi due, anche se ora sta emergendo un ragazzo, si chiama Lukas Mugevicius ed è numero 533 ATP. Speriamo cresca bene, perché in Lituania il tennis piace molto, quando giochiamo in Davis c’è sempre molto interesse”. La maturità del nuovo Grigelis traspare anche quando parla della sua federazione. “Io sono il primo a non chiedere chissà quali aiuti, perché so che la loro situazione economica non è così florida. Non vorrei dire una stupidaggine, ma credo che il loro budget annuale sia di qualche decina di migliaia di euro. Capisco che non possono destinarne la metà a un giocatore, anche perché così si creerebbe un vuoto per tutti gli altri. Però quando sono in Lituania mi offrono tanti servizi: palestra, fisioterapia, servizi…”.