Vi siete mai domandati cosa sono quei cerotti coloratissimi che vediamo indossare sempre più spesso dai migliori atleti al mondo? Non si tratta di antidolorifici o anti infiammatori ma fasce adesive per curare disturbi muscolari. Ecco come funzionano … di GIORGIO VALLERIS

di Giorgio Valleris – foto Getty Images

I fisici perfetti non devono ingannare, anche i big della racchetta hanno i loro acciacchi. Certo, non si tratta di disturbi dell’età o di malanni del ‘giocatore della domenica’ ma di problemi fisici spesso causati dai duri allenamenti quotidiani e da un calendario di partite ufficiali che permette pochissime soste. E la mappa di questi piccoli guai fisici la portano con sé ed anzi, da qualche tempo, la esibiscono al pubblico. Come? Con delle fasce elastiche impossibili da non notare perché prodotte con colori sgargianti che si chiamano kinesio taping.

Prima di qualsiasi altra considerazione, una precisazione è d’obbligo: questi tape non vanno confusi con i cerotti che rilasciano antidolorifici o anti infiammatori e che, solitamente, si utilizzano per curare il mal di schiena o le distorsioni perché questi non hanno alcuna funzione analgesica. Qual è allora l’effetto di questi cerotti colorati?

In sostanza sono fasce adesive per curare i disturbi muscolari e ortopedici che stimolano l’auto guarigione. “Il loro scopo è quello della facilitazione muscolare, vale a dire aiutare il muscolo a lavorare un po’ meno, evitando così sollecitazioni eccessive e sono particolarmente efficaci nei casi di tendiniti” spiega Nicola Appella, fisioterapista della nazionale italiana di ginnastica ritmica e di Multimedica. Sebbene solo negli ultimi anni questa pratica abbia conosciuto un vero e proprio boom, l’invenzione dei kinesio risale agli anni ‘70 e il padre di questo metodo è il chiropratico giapponese Kenzo Kase.

Si tratta di un metodo rivoluzionario nel campo della medicina sportiva: la prima apparizione davanti al grande pubblico risale al 1988 quando alcuni atleti della nazionale giapponese di pallavolo si presentarono in campo con questi vistosi tape che però si sono diffusi a partire da Pechino 2008. Nel corso degli anni i materiali sono molto migliorati e oggi quasi tutti sono prodotti al 100% in cotone anallergico.

La loro durata media è di tre giorni e vanno applicati su un’area del corpo liscia o depilata: nel caso dei tennisti e degli sportivi in generale, che quindi sudano molto durante l’attività fisica, la durata si riduce a poche ore perché il sudore allenta la tenuta del collante”. Ma quel che è più importante sottolineare è che bisogna assolutamente evitare il fai da te ed affidarsi a fisioterapisti, fisiatri od ortopedici per ‘indossare’ queste fasce.

Un kinesio tape applicato in modo errato può fare più male che bene: se posizionato ad esempio in fase di accorciamento anziché in quella di stretching, costringe il muscolo a sollecitazioni maggiori favorendo gli infortuni”. Molti atleti hanno iniziato ad utilizzare queste fasce anche per prevenire affaticamenti muscolari con ottimi risultati, anche se il fisioterapista della nazionale azzurra di ginnastica ritmica precisa che: “E’ bene non esagerare con l’utilizzo perché così facendo si abitua il muscolo trattato a lavorare meno rispetto ad altri”.

Ma esiste una relazione tra i colori delle fasce e il disturbo da curare? “Assolutamente no: la colorazione non indica tensioni differenti, si tratta semplicemente di una questione cromoterapica. Nel caso di sport come la ginnastica o il pattinaggio artistico, dove conta anche l’eleganza dell’atleta, si utilizzano di color carne per renderli meno visibili ma nel caso di altre discipline sportive ci si può sbizzarrire come si vuole o semplicemente abbinare il kinesio alla divisa di gioco”. 

 
 
Nicola Appella, fisioterapista della nazionale di ginnastica ritmica