Siamo sicuri che le nuove norme WTA, il cui obiettivo è limitare le urla delle giocatrici, siano giuste? Perché le donne devono avere una limitazione che non esiste tra gli uomini?
Victoria Azarenka è una delle giocatrici più “rumorose”
Di Riccardo Bisti – 17 luglio 2012
Con un sorprendente decisionismo, la WTA ha deciso di prendere di petto il problema del “grunting”, ovvero le eccessive urla delle giocatrici durante le partite. Una serie di riunioni hanno portato alla creazione di un piano che prevede sostanzialmente tre punti: 1) sviluppare un macchinario (già definito “gruntometro”) per misurare il volume delle urla. 2) Stabilire un limite massimo, in decibel, che non deve essere superato pena provvedimenti e/o sanzioni. 3) Insegnare alle giovani giocatrici dei modelli comportamentali, evitando che strillino sul campo da tennis. L’iniziativa è stata applaudita da Martina Navratiloa, la quale sostiene che le urle delle donne sono più forti e fastidiose di quelle degli uomini. Persino Billie Jean King, icona femminista, sostiene che l’iniziativa sia un passo avanti. Ma ragioniamo: un passo avanti verso cosa? Non necessariamente verso un tennis migliore. L’aneddotica e alcuni riscontri scientifici dimostrano che il grugnito può aiutare a esprimersi meglio. Non c’è dubbio che accompagnare il colpo con un respiro (più o meno…) rumoroso aiuti la concentrazione, permetta di migliorare il timing e nasconda il suono della palla. Forse è questa la ragione che ha spinto le giocatrici più silenziose a chiedere un maggiore silenzio sul campo da tennis, in modo da mettere in difficoltà le urlatrici per eccezione come Victoria Azarenka e Maria Sharapova. Una ventina d’anni fa gli organizzatori di Wimbledon ci riuscirono alla perfezione, obbligando Monica Seles ha giocare la finale contro Steffi Graf in religioso silenzio. Fu una mattanza.
La sensazione è che il fair play sia la scusa per nascondere un filo di sessismo. Chi è favorevole al progetto WTA sostiene che le urla degli uomini siano naturali, quasi una necessità fisiologica. Al contrario, quello delle donne sarebbe “tattico” e avrebbe scopi diversi. C’è anche chi ha scritto articoli in proposito, coem Tony Manfred. “I tennisti e le tenniste non grugniscono con uguale frequenza e vigore – scrive – i grugniti delle donne non sono il risultato di un intenso sforzo fisico per un lungo periodo di tempo. Al contrario, rappresentano una banale tattica utilizzata per una serie di ragioni”. Anche volendo dare credito a questa tesi, non è detto che sia giusta la riflessione successiva: “Se gli uomini non lo fanno, allora bisogna impedirlo anche alle donne”. Lo sport professionistico è pieno di distrazioni intenzionali e non. La bellezza di Anna Kournikova era una distrazione, così come il pubblico che fischia prima di un calcio di rigore…o la sola figura di Dennis Rodman. Tuttavia i grugniti continuano ad essere fonte di lamentele, soprattutto per il pubblico. La stessa WTA ha ammesso di aver intrapreso questo percorso per rispondere alle numerose segnalazioni dei fans. Allora è legittimo porsi una domanda: perché i grugniti delle tenniste sono così fastidiosi, o almeno vengono interpretati come tali? Potrebbe esserci una risposta semplice: il sesso. Una donna che “grugnisce” sul campo da tennis sembra che stia per partorire o che stia facendo sesso. Un'immagine che gli appassionati di tennis, specie quelli più anziani, sono restii a immaginare in un contesto tradizionale. Il progetto WTA richiederà del tempo per sortire i primi effetti. Le attuali giocatrici, infatti, saranno esentate dal giro di vite. Al contrario, per le nuove giocatrici, le tecniche respiratorie saranno stabilite da regolamenti rigidi e solo apparentemente oggettivi. Siamo sicuri che sia giusto un atteggiamento così…univoco?
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