Stavolta non ci fanno paura. L'urna di Santiago del Cile ha offerto all'Italia la migliore soluzione possibile. Affronteremo la Svizzera, in casa, nel weekend del 4-6 marzo. L'occhio superficiale sarebbe spaventato da Roger Federer e Stan Wawrinka, ma è convinzione diffusa che nessuno dei due ci sarà. Per questo, è pressoché certo che il povero (per una volta…) Severin Luthi dovrà affidarsi agli scarti. Dovrà proprio raschiare il fondo del barile. Senza Federer e Wawrinka, e ritirati sia Lammer che Chiudinelli (non certo spauracchi), dovremmo affrontare una squadra che faticherebbe ad essere competitiva in Serie C. Volendo credere alle classifiche, ad oggi la formazione ideale sarebbe composta da Adrien Bossel (n. 274 ATP), Henri Laaksonen (n. 355), Sandro Ehrat (n. 519) – udite udite – il ticinese Luca Margaroli (n. 819). Abbiamo escluso dalla potenziale lista Yann Marti, classe 1988 (n. 357), tennista di grande talento ma dalla testa un po' folle. Non crediamo ci sia spazio per ricucire la spaccatura con Severin Luthi: lo scorso marzo, in occasione della trasferta in Belgio, Marti abbandonò la squadra alla vigilia perché non era stato selezionato per i singolari della prima giornata. Lasciò la squadra con soli tre componenti. Nella diatriba con Luthi potrebbe anche aver ragione, ma lasciare la squadra è un atto imperdonabile. Per questo, non crediamo proprio che sarà riproposto. Insomma, è una Svizzera destinata a calare rapidamente, un po' come accaduto alla Svezia senza Robin Soderling. Ma se gli svedesi avevano un buon doppio (e possono sperare grazie ai fratelli Ymer), gli svizzeri non hanno nulla. Le vacche grasse di Federer e Wawrinka, prima o poi, dovranno terminare. Indietro non si vede granché. Il miglior giovane sembra essere Marko Osmakcic, classe 1998 e attualmente numero 1070 ATP (e 78 ITF, ha perso netto da Andrea Pellegrino nlle qualificazioni del Roland Garros junior). Gli sta davanti Antonie Bellier, 19 anni tra qualche mese e numero 636 ATP. Per chiudere la carrellata dei giovani, il miglior svizzero nel ranking giovanile è Johan Nikles, numero 69. La quantità non è malvagia, ma sembra mancare la qualità. Se né Federer né Wawrinka saranno della partita, il problema degli svizzeri non sarà vincere la partita. Dovranno cercare di evitare l'umiliazione. Ma andiamo con ordine.
IL PACEMAKER DI BOSSEL
La presenza di Federer è sostanzialmente esclusa. Dopo il successo contro l'Olanda (in cui si è prestato a giocare il doppio con Chiudinelli, all'ultima in Davis) è stato chiaro: “Non ho mai avuto l'idea di vincere due volte la Coppa Davis. Mi bastava un successo. Vedo questa partita come un episodio isolato, poi l'anno prossimo ci saranno le Olimpiadi. Il periodo estivo sarà lungo e pieno di eventi importanti. E' una questione di priorità: ovviamente non posso giocare tutto e se dovessi scegliere la Davis salterei altre cose”. Sembra una sentenza. Tra l'altro, nel 2016 giocherà anche l'ATP 500 di Rotterdam a metà febbraio, dopodiché dovrebbe giocare anche a Dubai (dal 2002 a oggi l'ha saltato solo nel 2009 e nel 2010: tra l'altro, negli Emirati possiede una casa). Sembra impossibile che voglia sorbirsi un impegno sulla terra battuta in un evento che non gli interessa più. E Wawrinka? Per lui è leggermente diverso: quest'anno ha giocato Rotterdam e Marsiglia, poi ha saltato la Davis prima di presentarsi a Indian Wells. E' presto per dire se farà altrettanto nel 2016, ma quali motivazioni può avere un Wawrinka privo di Federer? Se anche dovesse vincere due singolari, come potrebbe trascinare una seconda linea qualsiasi in doppio? Fossimo in lui, penseremmo che il gioco non vale la candela. E allora Luthi rischia di convocare Bossel e Laaksonen, già protagonisti nel drammatico primo turno contro il Belgio, e poi pescare nel mucchio per completare la squadra. Ma chi sono questi due? Beh…Adrien Bossel è noto soprattutto per una vicenda extra-tennistica. Anni fa si è operato al cuore e gioca con un pacemaker addosso. Sembra incredibile, ma ce la fa. Quest'anno ha vissuto la sua miglior stagione, cogliendo un best ranking al numero 262. Ha un buon fisico, ma limiti evidentissimi. Migliori risultati? Nel 2015 ha vinto un future in Qatar (sette in tutta la carriera), ha colto una buona semifinale al challenger di Winnetka e poi si è qualificato al torneo ATP di Newport, terzo match di sempre nel circuito maggiore (tutti persi). Ha qualche numero in più Henri Laaksonen. Classe 1992, si è fatto conoscere in marzo, quando ha fatto il fenomeno nella trasferta in Belgio. Grazie a due vittorie in singolare (contro Bemelmans e addirittura Darcis) ha spinto l'incontro al quinto match. Papà svizzero (Sandro Della Piana, ex giocatore) e mamma finlandese, anche lui ha avuto problemi disciplinari: nel 2013 fu allontanato dalla squadra prima del match contro l'Ecuador. Anche Wawrinka fu severo nei suoi confronti. Quest'anno si è fatto perdonare con due imprese monumentali, almeno per lui, ma non si è confermato nel circuito. Un paio d'anni fa è entrato tra i top-200, adesso langue in 355esima posizione e non è mai andato oltre i quarti di finale, anche nel circuito future. Più indietro c'è una marea di ragazzi che aspira all'esordio (Sandro Ehrat, madre di origine italiana, ha un passato da top-300 poi è stato bloccato dagli infortuni), ma si tratta di giocatori troppo inferiori ai nostri.
POSSIBILE QUARTO DI FINALE IN POLONIA
E l'Italia? Se la ride. Capitan Barazzutti rilascerà dichiarazioni improntate alla prudenza, ma sarà ovviamente contento. Giocheremo sulla terra battuta: a questo punto è poco importante se al coperto o all'aperto. Per giocare outdoor, in marzo, dovremmo cercare una sede nel profondo sud, mentre indoor avremmo più scelta. Certo, senza Federer e Wawrinka non sarà semplice attirare il grande pubblico. A naso, una piccola città affamata di tennis sembrerebbe la soluzione ideale. Con la consapevolezza di poter sempre schierare la migliore formazione possibile (infortuni a parte), possiamo già dare un'occhiata ai quarti di finale. Troveremmo la vincente di Polonia-Argentina. Una squadra di enorme tradizione contro un'esordiente nel World Group. Si giocherà in Polonia, indoor, su un campo velocissimo. I padroni di casa saranno favoriti perché hanno Janowicz, un doppio di livello assoluto e un numero 2 tutt'altro che sprovveduto come Michal Przysiezny, che Wojtek Fibak ha paragonato a Roger Federer per le movenze. Questa Argentina non sembra avere troppe chance: sarebbe ben diverso se ci fosse il ritorno di Juan Martin Del Potro. Ma ci sarà tempo per pensarci: adesso puntiamo alla Svizzera, alla voglia di vendicarsi dopo tre sfide consecutive (1999, 2009 e 2014) in cui abbiamo sfidato Roger Federer. Suvvia, basta.