Il tennis universitario americano cambia formula: dal 2015 verrà introdotto il no-ad e nei tornei a squadre i doppi si giocheranno sulla distanza di un set. I giocatori non sono d'accordo. "Come si fa a preparare il professionismo?"

Di Corrado Erba – 10 dicembre 2014

 
Anche la NCAA ha deciso: dalla primavera del 2015 taglieranno la lunghezza dei match. Ufficialmente per risparmiare veri e propri tour de force ai giocatori (a volte si gioca tutti i giorni, e i giocatori dei vari teams giocano sia singolo che doppio), in realtà cercheranno di rendere più appetibile il "prodotto" tennis a livello college. Per riuscirci, vogliono eliminare ogni pausa. Dunque, il board dell'ITA (Intercollegiate Tennis Committee), organo che regola il tennis universitario americano, ha deciso di introdurre regole piuttosto rigide, ovvero viene introdotta la regola del punto secco (no-ad) sul 40 pari in tutti i match. Inoltre, per quel che concerne i match a squadre, i doppi verranno giocati sulla lunghezza di un solo set, mentre i singolari saranno di due set con super tie break al posto del terzo set. Nei tornei individuali rimane la regola dei no-ad anche se, solo nei doppi, la formula diviene la stessa dei tornei ATP, due set con eventuale super tiebreak nel terzo set. Nei tornei a squadre inoltre, viene abolito il warm up prima dell'inizio del match (!) e tra i doppi (3) e i singolari (10) il tempo di intervallo viene fissato in soli 10 minuti. L'introduzione del no ad, in realtà una re-introduzione, dato che il no-ad si giocò dal 1973 al 1988, non è stata presa troppo bene da gran parte dei giocatori.


E LO SPIRITO DEL GIOCO?
Francis Tiafoe, ad esempio, l'ha definita un “joke” (una sciocchezza): "Andiamo al college per prepararci al professionismo, giocando quanti più match possibili, più lunghi e più duri. Accorciando i match non siamo aiutati, forse gli Slam si giocano con il no ad , forse Federer gioca il no-ad?" Della stessa opinione due top players, ex giocatori universitari, come John Isner e James Blake: "Se giochi solo due set con il no-ad e magari un tie break, non ti prepari certo alla durezza e alla pressione di un match di 4 ore. Vogliono un format migliore per la televisione? Non fai l'interesse di un futuro pro". La regola dell'abolizione del warm up pre match trova invece d'accordo Kevin Anderson, il cui fratello gioca attualmente per il college di Morehead State; "Non ha senso, ti scaldi per un ora, vai in campo, ascolti l'inno nazionale, riprendi a scaldarti per 10 minuti, meglio iniziare e basta". Un pensiero che probabilmente trova d'accordo un professionista, ma coloro che non hanno la possibilità di scaldarsi prima? Una deriva di tagli che, personalmente, non ci trova d'accordo. “The spirit of the game" è stato creato anche e sopratutto, da ore di sangue, sudore e lacrime. Anestetizzare tutto in nome del tubo catodico (aimè non c'è più neppure quello) potrebbe portare solo a un enorme sequela di esibizioni senz'anima.