La romagnola sfianca Andrea Petkovic alla distanza e raggiunge i quarti di finale al China Open: è la prima azzurra ad avercela fatta in tutti i Mandatory: Miami, Indian Wells, Madrid e Pechino. Guadagnati punti preziosi in chiave Masters, e il tabellone non è male.L’impressione è che Andrea Petkovic farà fatica a digerire un match così. Lei, il Golia di turno, scoppiata alla distanza contro Sara Errani, il più classico dei Davide, e la sua immensa grinta che le ha permesso di mandare al tappeto un sacco di rivali che la dominano in potenza e centimetri. Già tre al China Open: Petra Kvitova, Caroline Garcia e appunto la tedesca, per tagliare il traguardo dei quarti di finale. Significa soldi, un buon numero di punti, ma soprattutto un record mai riuscito a nessuna giocatrice azzurra: entrare fra le ultime otto in tutti i quattro WTA Premier Mandatory del calendario. Nel 2013 ce l’aveva fatta nei primi tre, Indian Wells, Miami e Madrid, oggi ha completato l’opera in terra cinese, spuntandola 3-6 6-3 6-2 in un match molto complicato. Poco divertente per il pubblico e pure per la Petkovic, sicuramente di più per l’azzurra, che malgrado le tante difficoltà ha sgretolato una via l’altra le certezze dell’avversaria, andando a vincere nella maniera che preferisce, quando il gioco si fa duro, sporco, difficile. Per batterla nel suo terreno non bastano più i colpi vincenti, serve continuità e una lucidità mentale non da tutte, per continuare a spingere anche quando torna indietro ogni singola palla. La strategia della Petkovic, messa a punto dopo una partenza complicata, ha funzionato solo per un set e mezzo, poi lo stesso tennis che l’aveva portata in vantaggio le si è rivolto contro. Sono fioccati gli errori (51 a fine match) ed è iniziata la rimonta dell’azzurra, che gradino dopo gradino è salita su fino a scavalcarla, andando a prendersi l’ennesima vittoria di spessore. L’aveva già superata due volte in quattro sfide, ma sempre sulla terra  battuta. Essersi ripetuta sul cemento vale molto di più.
 
BATTAGLIA DI NERVI
Ancora una volta, l’azzurra ha mostrato una determinazione senza uguali. Dal 3-1 del primo set ha perso cinque giochi consecutivi, ma invece di piangere una evidente inferiorità tecnica ha presto resettato la mente, è rimasta a ruota nelle fasi iniziali del secondo set e poi è scattata quando ha intravisto le prime crepe nel tennis dell’avversaria, via via sempre più nervosa per quei colpi sempre meno precisi. Lo stesso che è avvenuto nel terzo set, aperto da cinque break consecutivi. Una battaglia di nervi risolta al sesto game. Sara sapeva che per vincere doveva tenere almeno un turno di servizio, e l’ha fatto alla grande sul 3-2, risalendo da 0-30 e gettando acqua sugli ultimi fuochi della Petkovic. Perso quel game, la tedesca non ha trovato la forza per rimettersi a combattere e ha staccato la spina, tornando a farsi vedere solo quando sono arrivati i match-point. Ne ha salvati tre con la complicità di Sara, non il quarto, sfogando la sua rabbia sulla racchetta, prima di sorridere all’azzurra durante la stretta di mano. Se parecchi tifosi in giro per il mondo la adorano per il suo carattere, questo è uno dei motivi. Ma stavolta gli applausi sono tutti per la Errani, fenomenale nella gestione mentale di un incontro che sembrava non avere posto per lei. Se l’è ritagliato e l’ha portato in primo piano, meritando l’accesso ai quarti di finale. E non è detto che la sua strada si debba fermare. Venerdì si troverà di fronte Suarez-Navarro o Bacsinszky, avversarie difficili ma giocabilissime. Nel frattempo, consolida il suo posto fra le top 20 e tiene anche viva la speranza di guadagnarsi un posto a Singapore. Ora la nona piazza di Venus Williams dista poco più di 450 punti, più o meno gli stessi che aggiungerebbe al suo bottino centrando la finale. E dando uno sguardo al tabellone non è nemmeno così impossibile. Occhio a darla per spacciata.

WTA PREMIER MANDATORY PECHINO – Ottavi di finale
Sara Errani (ITA) b. Andrea Petkovic (GER) 3-6 6-3 6-2