UPDATE – Presentata la 70esima edizione degli Internazionali BNL d’Italia. Due notizie: il riavvicinamento Binaghi-Malagò e la spiegazione sull’utilità delle società controllate dalla FIT.
C’era grande attesa per la prima apparizione congiunta di Angelo Binaghi e Giovanni Malagò (Foto Costantini – FIT / E' di Costantini anche la foto in home page)
Di Riccardo Bisti – 11 aprile 2013
“Allora giocheremo questo doppio insieme”
Questa frase, pronunciata da Angelo Binaghi e diretta a Giovanni Malagò durante la presentazione degli Internazionali BNL d’Italia, racchiude il senso di un evento che ha sancito un forte riavvicinamento tra l’establishment FIT e il nuovo CONI, passato sotto la guida di Malagò lo scorso 19 febbraio. C’era un’attesa spasmodica, ancor più che negli anni passati, perché Binaghi era stato uno dei più grandi sponsor di Raffaele Pagnozzi nella corsa alla massima carica CONI. Prima delle elezioni, aveva espresso forti perplessità su Malagò (“E' assai significativo che le sue federazioni di riferimento, il tennis e il nuoto, che lo hanno visto come dirigente, siano schierate con Pagnozzi”). Dopo il clamoroso risultato elettorale, uno dei più sorprendenti nella storia dello sport italiano, Binaghi aveva parlato di “imboscata” alludendo a tutti coloro che con la mano destra stringevano la mano a Pagnozzi e con la sinistra votavano Malagò. Non ci azzardiamo a dire che le cose siano cambiate in 51 giorni, ma non c’è dubbio che qualcosa sia successo. Nella conferenza stampa tenutasi presso l’Area Ospitalità dello Stadio Olimpico, Binaghi e Malagò erano uno accanto all’altro. Se le parole del presidente FIT erano quantomeno prevedibili (“Che novità posso darvi? Dico le stesse cose da 8-9 anni”), c’era un’attesa spasmodica per l’intervento di Malagò.
“Quando mi sono insediato al CONI, Angelo Binaghi è stato il primo a venirmi a trovare – ha esordito – perché aveva un’esigenza. Una bella esigenza. Mi ha reso partecipe di alcune problematiche sugli Internazionali d’Italia, e ha manifestato il desiderio di rendere questo torneo ancora più bello e importante. Nelle sue parole si leggeva l’orgoglio di chi ha fatto un percorso importante. Al giorno d’oggi si può dire tutto e il contrario di tutto sui dirigenti, ma i dati parlano chiaro: i numeri sono a favore della gestione di questo torneo, per cui da presidente CONI dico ‘Grazie’ per questo lavoro”. Malagò ha poi proseguito citando alcuni episodi personali, come la grande amicizia con Nicola Pietrangeli. “Era uno dei miei migliori amici di mio padre. E poi io sono cresciuto con questo torneo. Scappavo da scuola e dall’università per venire al Foro Italico. Ero in tribuna quando Adriano Panatta cancellò 11 matchpoint a Warwick. Inoltre sono stato Presidente degli Internazionali per due anni, ai tempi della presidenza Ricci Bitti. Era un torneo diverso, ma la mia carriera dirigenziale è partita anche da lì”. Malagò ha poi parlato dell’impegno tennistico del suo Circolo Canottieri Aniene, da lui condotto a vincere il campionato di Serie A1 nel 2010, riportando lo scudetto maschile nella capitale dopo 46 anni. Pochi dei presenti in aula avranno colto il senso della frase sui regolamenti per valorizzare i giovani. Malagò alludeva alle norme sulla Serie A, di cui il suo Aniene è stato forse il più penalizzato. Ma non c’era polemica, almeno così è parso. “Con Angelo stiamo pensando a come far crescere questo torneo. Mi piace pensare in grande e ci metterò la faccia per la costruzione di un tetto sul campo centrale. Un tetto aprirebbe un nuovo mondo di eventi che andrebbero al di là dello sport. C’è una grande fame di impiantistica”. Del tetto si parla da anni, ma poi il progetto era stato messo in soffitta, un po' in sordina. Adesso torna d'attualità. Insomma, il riavvicinamento sembra esserci. D’altra parte a TennisBest non era sfuggita la presenza di Binaghi durante Roma-Lazio, a pochi sedili di distanza da Malagò.
Nel giorno del suo insediamento, il neo-presidente CONI aveva detto che il suo quadriennio sarebbe stato improntato sulla signorilità. Sta tenendo fede ai patti. Senza farsi condizionare da questioni personali (che avrebbero potuto esserci. E’ umano) ha dato un’occhiata al Prodotto Internazionali d’Italia e si è reso conto della bontà del lavoro svolto. D’altra parte noi lo diciamo da anni: il torneo di Roma è la ciambella meglio riuscita della FIT di Binaghi. “Questo torneo è un fiore all’occhiello non solo dello sport italiano – ha concluso Malagò – ma dell’intero paese”. La parola è poi tornata al presidente FIT, che ha parlato della crescita “strabiliante” nella prevendita dei biglietti. “La finale è andata esaurita tre mesi prima, ad oggi è tutto esaurito dal mercoledì in poi, comprese le sessioni serali di venerdì e sabato”. Ha ammesso che il costo dei biglietti è leggermente aumentato: forse avrebbe dovuto anche spiegare il perché di questa scelta. E’ poi giunto il momento più interessante della conferenza stampa, in cui Binaghi si è espresso su argomenti di cui parla raramente, almeno in pubblico. Per spiegare i motivi di un fenomeno in controtendenza con la crisi del paese (tesserati, affiliati, Internazionali), ha individuato tre motivi.
– Le solide partnership con CONI Servizi e BNP Paribas
– L’efficienza degli investimenti, come la valorizzazione del Parco del Foro Italico e il ruolo promozionale di SuperTennis.
– La configurazione del Gruppo FIT, oggetto di mille polemiche negli ultimi anni. “Da 6-7 anni abbiamo scorporato diverse attività, consentendo al Consiglio Federale di occuparsi delle sole vicende sportive. Le nostre società (FIT Servizi, Mario Belardinelli e Sportcast, ndr) hanno creato valore sia in modo diretto che indiretto. Le facciamo gestire da veri appassionati di tennis, autentici volontari che lavorano gratuitamente ma esercitano le loro capacità manageriali. Tra loro, ringrazierei Ernesto Albanese e l’ingegner Carlo Ignazio Fantola (suo zio, ndr)”.
Su quest’ultimo punto, Binaghi ha parlato di un rigoroso controllo contabile: l’attività delle società è controllata dal Consiglio Federale, dai Revisori dei Conti (da qualche tempo c’è anche un membro nominato dal Ministero del Tesoro), dal CONI (“A cui trasmettiamo tutti i nostri bilanci”) e dalla multinazionale Ernst&Young. Tutto questo ha fruttato un utile di poco più di 2 milioni di euro nel 2011 (anno dell’ultimo bilancio disponibile), interamente provenienti dall’attivo degli Internazionali d’Italia. Si tratta di numeri importanti, che però sarebbe opportuno accompagnare con una trasparenza ancora maggiore rispetto alle sintesi un tantino scarne e incomplete che vengono pubblicate (*). Ribadiamo un concetto che ci è molto caro: se spendi 10 per i rimborsi spese dei dirigenti e 3 per aiutare un giovane, alla Ernst&Young non interessa. Ai quasi 300.000 tesserati si, e molto.
(*) Su questo punto c'è un dettaglio non trascurabile. In verità, i bilanci completi FIT non sono secretati. All'ultima Assemblea sono stati distibuiti ai presenti e sono disponibili nell'area intranet del sito FIT, riservata agli affiliati. Noi siamo convinti che sarebbe meglio pubblicarli e metterli a disposizione di tutti, anche dei non tesserati (e dei tesserati che, con il sistema attuale, non li vedranno mai. Sospettiamo che siano la maggioranza). In fondo, la FIT ha anche una responsabilità pubblica (anche se incide al 18% sul totale del fatturato). In casa FIT si ritiene che il bilancio pubblicato sia più chiaro e comprensibile rispetto ai bilanci completi, "roba da commercialisti". C'è poi il timore che possa essere frainteso dai profani e quindi strumentalizzato dagli anti-federali. Tuttavia c'è la possibilità che anche il bilancio completo, in futuro, possa essere messo a disposizione di tutti.
La 70esima edizione degli Internazionali d’Italia non avrà grosse novità, anche perché la formula sembra funzionare piuttosto bene: si partirà sabato 11 con le qualificazioni fino alle finali di domenica 19. Le sessioni inizieranno alle 11 su tutti i campi e alle 12 sul campo centrale, che avrà anche una sessione serale a partire dalle 19.30. Ancora una volta, la SuperTennis Arena ha superato – in gerarchia – il Campo Pietrangeli. Su questo impianto è arrivata l’unica domanda dei presenti, rivolta da Ubaldo Scanagatta, il quale ha chiesto se non sarebbe meglio intitolare l’impianto a una qualsiasi azienda piuttosto che al canale televisivo, in modo da generare un guadagno ancora più grande. Binaghi ha risposto: “Presumo che l’intitolazione a SuperTennis non le piaccia. In realtà la promozione a SuperTennis è un valore per tutti i nostri sponsor, che ne traggono un beneficio indiretto. Ad ogni modo, con la CONI Servizi stiamo cercando di valorizzare tutto il ‘site’ e cedere degli spazi agli sponsor. Per questo, non escludo che in futuro il nome di quel campo possa cambiare”. E’ opportuno ed onesto ricordare che il nome “SuperTennis Arena” consente la diffusione del brand anche fuori dai confini, dove il canale FIT è ricevibile gratuitamente praticamente in tutta Europa tramite il satellite Hotbird. Sempre SuperTennis, per la prima volta, trasmetterà il torneo di pre-qualificazione che si giocherà la settimana precedente. “Non pensiate che siamo soddisfatti – ha concluso Binaghi – insieme al CONI, se lo scenario internazionale ce lo permetterà, faremo il possibile per rendere questo torneo un colosso”.
Vista da fuori, questa conferenza stampa ha trasmesso l’idea di avere una valenza politico-strategica. Non avrebbe potuto essere altrimenti in un periodo di transizione per lo sport italiano. Se il riavvicinamento CONI-FIT non dovesse essere solo di facciata, andrebbe riconosciuta alle parti in causa quell’intelligenza che accomuna le diversità. Non c’è dubbio che Angelo Binaghi e Giovanni Malagò abbiamo caratteri, atteggiamenti e storie diverse. Per ora, tuttavia, la sensazione è che stiano cercando un punto d’incontro per il bene dello sport e del tennis. Dovessero riuscirci, sarebbe un beneficio per tutti.
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