di Enzo AnderloniEccoci qua, ancora un po’ appesantiti dal panettone di Natale, ma già pieni di buoni propositi per il controllo della bilancia sin dai primi giorni del 2008
di Enzo Anderloni

Eccoci qua, ancora un po’ appesantiti dal panettone di Natale, ma già pieni di buoni propositi per il controllo della bilancia sin dai primi giorni del 2008. Certo c’è di mezzo il cenone di Capodanno… però pensando che i tennisti veri saranno già in azione sotto il solleone, un briciolo di senso di colpa potrebbe trattenerci un po’, almeno sulla frutta secca…
Sì, perché ormai al nuovo “via” mancano poche ore, poi da Doha (Qatar), Chennai (India), Adelaide (Australia) gli uomini, da Gold Coast (Australia) e Auckland (Nuova Zelanda) le donne, il circuito riparte e non si fermerà più fino a novembre, per un’annata ipercompressa che comprende anche il Torneo Olimpico di Pechino in agosto.
La pausa dicembrina di riflessione di certo è utile e doverosa, sia per i giocatori che possono cercare di prepararsi fisicamente al meglio e in certi casi di arricchire il proprio bagaglio di soluzioni tecniche, sia per chi osserva da appassionato, per lasciar decantare gli avvenimenti trascorsi e guardare al futuro con la calma necessaria al ragionamento. E si presta, perché no, al gioco, sempre divertente, della previsione. Eccoci dunque qui, sul tavolo della cucina (che sia redazionale o no, lo lasciamo indovinare a voi) concentrati su una sferetta pelosa, appena estratta da un tubo nuovo di zecca. Il coperchietto, alla pressione dell’anellino, ha emesso il suo tipico soffio metallico. Il profumo del caucciù che si libera nell’aria è inebriante. E noi proviamo a fissare quel feltro giallo e ad avvolgerlo con le mani. Vedo… vedo…

Federer
– Eh sì, vedo Federer, e lo vedo sempre molto bene. Questo è l’anno in cui potrebbe battere il record di Sampras, in termini di Slam (14). Certo dovrebbe ripetere un’annata come quella che si sta chiudendo (tre Slam in saccoccia) e non sarà facile perché la concorrenza è sempre più forte (Novak Djokovic su tutti). Però il vantaggio di Roger è che la tecnica sopraffina gli consente di gestire i consumi energetici e di adattarsi ai cambiamenti di clima e superfici meglio degli altri. Poi il suo io è sempre tutt’uno con il gioco, non ha altri interessi che lo distraggono. Il tennis e il suo mondo sono ciò che più gli piace nella vita. E condivide questo modo di vedere l’esistenza con la sua compagna Mirka. Finché questo equilibrio si manterrà, non vediamo chi possa mettere in dubbio la sua egemonia.
Nadal e gli altri – Vedo, vedo… Nadal che combatte. Sulle sue ginocchia doloranti si è detto di tutto. E nessuno sa niente di preciso. A tutti è chiaro che sul campo il grintosissimo Rafa deve fare una fatica boia per esprimere il suo grandissimo tennis di pressione. Dunque la previsione è che lui si butterà dentro con la solita determinazione, che gli viene spontanea perché, come Roger, è tutt’uno col tennis. Ci è caduto dentro da piccolo, come Obelix nella sua magica pozione energetica. E dunque finché non perderà i pezzi resterà uomo da battere sul rosso mattone tritato. E sulle altre superfici, uno comunque duro da battere. Lo potranno fare Djokovic e Nalbandian (se sta bene), come hanno già dimostrato nel 2007. Ma anche Gonzalez (se progredisce ancora), Blake (se non si rompe). E c’è da stare attenti alla definitiva esplosione di un Gasquet (dopo la cura Yannick Noah) o di un Murray. Come a un ritorno di Lleyton Hewitt: quando hai nel motore la saggezza di un coach come Tony Roche, tutto è possibile.
Giovani – Tra i primi cinquanta del mondo, occhio a Juan Martin Del Potro, argentino allenato fino a ieri dal connazionale Edoardo Infantino (che da domani allenerà a quanto pare i nostri Matteo Trevisan e Thomas Fabbiano). Tra i primi 100 doverosa attenzione a Donald Young, il più giovane di tutti (non ancora 19 anni) che gli americani attendono come la manna dal cielo, a rinforzare la squadra che ha vinto la Davis, per un futuro oltre Roddick e Blake. Occhio anche al nostro Fabio Fognini, che ha vent’anni come Djokovic, e sale forte. Ha un ottimo allenatore, lo spagnolo Oscar Serrano, e si avvarrà dell’ulteriore supporto del team di Riccardo Piatti. E’ uno che punta a un posto tra i primi 10 del mondo. E spesso per arrivare in alto serve proprio solo una cosa, semplice semplice: crederci davvero e fare tutto quello che serve per riuscirci.

Ragazze – Vedo, vedo… un bel caos. O meglio, al di là della certezza che la più forte è Justine Henin, tutto scorre intorno ai vertici della classifica mondiale. Però Justine è fragile nel fisico. Esploderà definitivamente la Ivanovic? O la Jankovic? La bellissima Maria Sharapova sarà competitiva al massimo? E le Williams, quanta voglia ancora avranno? La palla gira, gira. Non sa scegliere. E allora scegliamo noi: se fosse l’anno delle italiane? Francesca Schiavone e Flavia Pennetta partono senza aver nulla da perdere: la prima parte del 2007 per loro era stata una tragedia, sul piano psico-fisico. Sono oggettivamente forti e adesso di nuovo motivatissime e ben allenate. E dietro di loro spinge Karin Knapp: altoatesina, 20 anni, n.50 del mondo, un metro e ottanta di freschezza e potenza. La palla sul tavolo mostra il suo sorriso e si illumina. Vorrà dire qualcosa?
Scommesse – Vedo, vedo… Oh, ma sei impazzita! Per poco mi arriva in un occhio. Certo, parlare di scommesse a chi sta pronosticando… La palla è schizzata sotto l’armadio e non ne vuol sapere di uscire. Da qui in poi devo fare da solo. Secondo me il polverone si dirada. Pagano in pochi, simbolicamente, per far capire che il controllo c’è. L’Atp vigila (o comunque dà l’idea di farlo) i siti di scommesse vanno avanti e prosperano. Qualcuno, come in tutte le cose del mondo, cercherà di fare il furbo. E la farà franca. Qualcun altro verrà beccato. Ma il tennis resta sano. O comunque più sano della media dello sport professionistico, che sano del tutto non può essere da quando il flusso di denaro che gli scorre sotto, sopra e di fianco ha superato una certa misura.

Italiani – Resta solo da dire qualcosa su di noi, senza arti divinatorie ma volando basso, alla ricerca del buon senso. L’augurio, non la previsione, per il 2008 è che finisca la lite tra chi dice che il tennis in Italia va benissimo e chi insiste affermando che va male. Secondo me sono entrambe condizioni preconcette che non aiutano a far sì che il tennis italiano vada veramente bene. La realtà è che il tennis in Italia oggi va abbastanza bene. Il movimento di base è in grande crescita e i giocatori di vertice stanno diventando competitivi a un livello sempre più alto. Le nostre ragazze sono vice-campionesse del mondo e se la giocano con le primissime. Non è utopia sperare di averne presto una tra le prime 10 del mondo, fatto che non avrebbe precedenti storici. In campo maschile siamo più lontani dal vertice ma i cinque giocatori tra i primi 100 con cui affrontiamo la stagione 2008 sono tutti in crescita. Starace e Volandri devono ancora esprimere il loro massimo. Seppi, Bolelli e Fognini sono da considerare giovani emergenti: il più anziano di loro (Seppi) ha solo 23 anni. Matteo Trevisan è stato il più forte under 18 del mondo nel 2007. Insomma si può guardare al futuro con ottimismo.
Dire che tutto va bene, potrebbe far pensare che in Italia si sta facendo tutto quello che si dovrebbe fare per avere dei campioni. Non è ancora così. C’è ancora molto da lavorare, molto da capire guardando gli altri in giro per il mondo e molto da investire.
Dire che tutto va male, come insiste a fare certo giornalismo “rosa”, oltre che essere inutile e controproducente, significa trasmettere una visione della situazione tennistica italiana che non corrisponde alla realtà.
L’augurio che faccio a tutti, compreso me stesso, è di riuscire un giorno a vivere in un Paese dove si ritenga più gratificante dare il proprio contributo a migliorare qualcosa (nella propria piccola sfera d’azione) che mettersi in mostra dicendo che tutto fa schifo, che tutto è da rifare (e aspettando che sia qualcun altro a risolvere i problemi).
Buon 2008 a tutti!