Esplode la Eugenie Bouchard-Mania. La 18enne canadese, vincitrice di Wimbledon Junior, sta facendo impazzire i canadesi e non solo per bravura e bellezza.
Eugenie Bouchard è attualmente numero 237 WTA
 
Di Riccardo Bisti – 9 agosto 2012

 
Oltre alle fonti ufficiali, internet consente di leggere opinioni e commenti degli appassionati. Spesso sono più interessanti degli articoli “propriamente detti”. Quando abbiamo letto un commento sulla giovane canadese Eugenie “Genie” Bouchard, vincitrice di Wimbledon junior e grande protagonista al torneo Montreal, siamo sobbalzati. La Bouchard, numero 237 WTA, ha superato 3-6 6-2 7-5 un’ottima giocatrice come Shahar Peer e un utente del sito www.livetennis.it ha scritto:
  
1) Gambe più belle della Sharapova
2) Gran bel servizio
3) Viso più bello della Ivanovic
4) Discreti colpi penetranti
5) Occhi piu’ belli di Brooklyn Decker
6) Tra qualche anno sicura numero uno del mondo
 
Fermi tutti! Riavvolgiamo il nastro. Eugenie è nata a Westmount, nel Canada francofono, il 25 febbraio 1994. Gioca bene da anni, ma è esplosa nell’ultimo mese. La vittoria a Wimbledon Junior, davanti ai 7.000 spettatori del Campo 1, ha fatto esplodere il fenomeno del tennis canadese. Dopo Raonic e Pospisil, sono arrivati Filip Peliwo e questo cucciolo di stella, il cui nome è tutto un programma. Senza dimenticare la 15enne Francois Abanda, semifinalista a Wimbledon. Il programma di sviluppo di Tennis Canada costa 1 milione di dollari l’anno ed è guidato da coach Louis Borfiga, che ha preso spunto da un vecchio progetto francese (da cui erano emersi Santoro e Grosjean). I fondi arrivano proprio dalla Rogers Cup. Vengono selezionati 6 ragazzi e 6 ragazze che si spostano a Montreal. Chi viene dalle altre province viene ospitato gratuitamente insieme alle famiglie. Hanno coach, strutture e finanziamenti per giocare in tutto il mondo. “Volevo creare un ambiente competitivo – dire Borfiga – in Canada spesso manca la fame. La gente deve capire che  non ci sono ragioni per non vincere. Basta volerlo”. La Bouchard ha una sorella gemella e l’hanno chiamata Beatrice, mentre lei ha lo stesso nome di Kafelnikov. Troppo facile soprannominarla “Il Genio”. “A volte mi chiamano il Genio della Bottiglia – racconta lei – ma il mio nome è molto simpatico”. La Bouchard è una predestinata. Adidas si è accorta di lei quando aveva appena 11 anni e l’ha subito messa sotto contratto. Il tennis femminile – lo dimostra il commento di qalche riga fa – non è solo capacità tennistiche. E Adidas è molto attenta a “reclutare” belle ragazze (Ivanovic, Wozniacki, Kirilenko…). Forse anche per questo Nike le ha messo gli occhi addosso e l'ha strappata alla concorrenza. Di lei si parla da tre anni, quando ha vinto i campionati canadesi under 18 a Toronto quando aveva appena 15 anni e un mese. Avevano fatto meglio soltanto Helen Kelesi nel 1983 e Sharon Fichman nel 2003, entrambe 13enni. Ma la Bouchard sembra avere qualcosa in più.
 
“Genie” si è formata tra il 2007 e il 2008 negli Stati Uniti, presso l’Accademia di Sunrise gestita dall’ex pro Nick Saviano. Ma nel 2009 è stata “sequestrata” dal National Tennis Centre di Montreal. “In Florida ho potuto allenarmi con tanti ottimi giocatori – racconta la canadese, che negli States ha studiato da privatista – e poi ho scoperto il tennis reale, quello che si gioca all’aperto. Indoor è un’altra cosa, finisce tutto in pochi scambi. All’aperto devi costruirti il punto, c’è un’altra mentalità”. Tra le sue migliori amiche c’è Laura Robson, nata 35 giorni prima di lei e ancora (ma per quanto?) avanti in classifica. Quando non si vedono in giro per il mondo si tengono in contatto su Facebook. La mamma di Eugenie è di origini irlandesi, tanto che lei preferisce la pronuncia inglese del suo cognome, peraltro scritto senza accento francese. A Westmount, quartiere autonomo a ovest di Montreal, vive nella stessa via dell’ex Primo Ministro canadese Brian Mulroney. Il Canada non è esattamente un paese del terzo mondo, ma la storia della Bouchard è di quelle che piacciono. Niente circoli esclusivi, club house di ricchi annoiati. La ragazza ha iniziato a giocare sui campi pubblici di Murray Park (a proposito di coincidenze…). “Avevo cinque anni, e i miei genitori hanno mandato me e i miei fratelli in alcuni gruppi sportivi. Non mi piaceva, perché volevo giocare a tennis. Mia sorella si divertiva, ma io no. I miei lo hanno capito e mi hanno messo in campo, 2-3 volte a settimana. Prima lezioni collettive e poi corsi privati”. Tennis Canada ha capito il suo potenziale e le ha assegnato un coach personale, il nostro “Indiana Coach” Roberto Brogin. Adesso è seguita part-time da Nathalie Tauziat, ex numero 3 WTA e finalista a Wimbledon nel 1998. “Mi ha molto aiutato, sapeva quello che bisognava fare” ha detto dopo la campagna vincente a Church Road.
 
Da allora non si ferma più. Ha vinto il torneo ITF a Granby e la scorsa settimana è giunta nei quarti al torneo WTA di Washington, dove ha battuto Olga Govortsova (prima top 100 in carriera) prima di tornare a Montreal ed esaltare il pubblico. “Per me non è una sorpresa – ha detto – ho sempre creduto in me stessa. So di avere il livello per ottenere questi risultati e anche di più. Richiede molto lavoro, ed è quello che farò”. Contro la Peer, la folla dell’Uniprix Stadium era tutto per lei. Adesso è attesa da un test ancora più complicato contro Na Li, attualmente numero 11. “Ha vinto uno Slam ed è una grande giocatrice. Farò del mio meglio e spero che il pubblico mi sostenga ancora”. I suoi obiettivi sono facili: “Vorrei diventare numero 1 del mondo e vincere un vero Slam”. Tanti auguri, genietto.