Nella rilassatezza di Indian Wells, lo svizzero ha rilasciato un'interessante intervista con Tages Anzeiger. I figli minori hanno una vocazione tennistica maggiore rispetto alle gemelle “Mia madre dice che ricordano me da piccolo”. I pensieri di ritiro del 2016 e il numero 1 ATP: “Non è l'obiettivo principale, ma mi piacerebbe conservarlo”.

L'immagine-icona del rapporto tra Roger Federer e i suoi figli è l'intervista dopo la premiazione a Wimbledon. Rivolgendosi al suo clan dopo l'ottavo successo sul Centre Court, si è commosso nel salutare le due coppie di gemelli. Nel 2009 sono nate Charlene Riva e Myla Rose, mentre era il 2014 quando sono venuti al mondo Leo e Lenny. Nonostante siano ancora molto piccoli, c'è grande suggestione pensando al futuro. Avranno voglia di diventare tennisti come papà? In una bella intervista, pubblicata dal Tages Anzeiger, lo svizzero ha parlato a cuore aperto dei suoi figli e di quello che potrà essere il futuro. “Insieme a Mirka stiamo cercando di portarli a vivere una vita normale – dice Federer, già semifinalista a Indian Wells – qui stiamo tranquilli, non come in una grande città come New York. Ci piace molto. C'è il giusto silenzio, mi ricorda un po' la Svizzera. A loro piace venire a Indian Wells”. Musica per le orecchie di Larry Ellison, che si sta aggrappando proprio a Federer per salvare un'edizione un po' sfortunata. Lo svizzero ha poi raccontato la routine casalinga dei suoi figli. “Di solito vanno a scuola al mattino e poi, a casa, si radunano e parlano tra loro. Mi sta benissimo. Vorrei che facciano sport o suonino uno strumento: non ho la pretesa che lo facciano da professionisti, ma vorrei che sviluppassero la loro creatività. Leo e Lenny sono ancora piccoli, mentre le bambine hanno già iniziato con il pianoforte, ne sono felici”. Più i bambini cresceranno, più arriveranno domande sul loro eventuale futuro da tennisti. “Charlene e Myla amano il tennis, ma all'inizio no. Mi dicevano che non lo trovavano troppo divertente e le capisco, anche io ero così alla loro età. Giocano soltanto per fare esercizio. Leo e Lenny giocano meglio: mia madre dice che ricordano me quando era piccolo”.

QUEI “VECCHI” PENSIERI DI RITIRO
Secondo Federer, i due figli minori si sono già resi conto di quello che stanno facendo e che il tennis risulta facile per entrambi. “Però devono giocare soltanto quando ne hanno voglia. Se li mandiamo a fare un'ora e non hanno voglia, dico sempre che non c'è problema”. Essere figli di Roger Federer offre grandi vantaggi, anche se in futuro nasconderà qualche insidia. Trattandosi ancora di bambini, per adesso si prendono solo i lati positivi. Per ragioni di opportunità, non possono andare a scuola come tutti gli altri bambini. Roger e la moglie Mirka hanno discusso se mandarli a una scuola pubblica, privata o trovare soluzioni alternative. “Ci sarebbe piaciuto che andassero a scuola come abbiamo fatto noi, ma il tennis ha cambiato tutto. Sono già stati in una scuola normale e hanno visto come funziona, ma tramite la mia fondazione si sono resi conto come funziona l'istruzione da altre parti. Spesso fanno domande e a volte vorrebbero stare in una scuola normale, ma allo stesso tempo si rendono conto di poter viaggiare in tutto il mondo: in questo modo, la famiglia può rimanere unita”. L'intervistatore gli ha domandato se l'istruzione dei figli non potrebbe essere un fattore per spingerlo al ritiro. “Potrebbe succedere in forma indiretta – dice lo svizzero – mi è già capitato di dirlo: se mi rendessi conto che non amano viaggiare e che Mirka faticasse a gestire la situazione, potrebbe essere una ragione per smettere. Alle bambine piace la vita che stanno svolgendo, quindi non sono preoccupato”. Nel 2016 c'è stato un momento in cui Federer e la moglie hanno discusso sulla possibilità di un ritiro. Non ricorda chi dei due ha tirato fuori l'argomento, ma ricorda di aver raccolto tutto il sostegno possibile della moglie. “Se ti piace farlo e stai bene, non vedo nessuna ragione per cui non puoi tornare a battere tutti”. Roger era d'accordo e nel 2017 lo ha dimostrato.

RANKING ATP E FUTURO
Una volta esauriti gli argomenti personali, Federer è tornato nella comfort-zone delle faccende tennistiche. Quello che sta vivendo adesso è quasi surreale. Battendo Chung nei quarti di Indian Wells, ha raccolto la 16esima vittoria consecutiva da inizio stagione, peraltro assicurandosi la permanenza al numero 1 ATP. “Difendere la posizione non è il mio obiettivo principale, ma sarebbe bello mantenerla. È sempre buono essere il numero 1”. A 36 anni e mezzo, tuttavia, gli obiettivi sono altri: restare in salute, evitare infortuni e divertirsi giocando a tennis. “E vorrei che tutto questo avvenisse con la famiglia al mio fianco”. Secondo Federer, la possibilità di chiudere l'anno al numero 1 ATP è subordinata alla decisione di partecipare ai tornei sulla terra battuta. Non è detto: potrebbe dipendere anche dai risultati di Nadal da Monte Carlo in poi, a prescindere dalla partecipazione o meno di Federer. Per intenderci, Federer ha già raccolto 2.860 punti nel solo 2018, più del doppio del suo diretto inseguitore (Marin Cilic con 1380). Dovesse vincere Indian Wells salirebbe a 3.500, con la possibilità di incrementare il bottino a Miami. Al contrario, Nadal ne ha raccolti appena 360 e soltanto una strepitosa stagione su terra potrebbe colmare il gap. Ma dopo il Roland Garros torneranno i tornei favorevoli a Federer. Al di là del periodo straordinario, Federer riconosce quanto sia difficile mantenere certi ritmi di allenamento. “A volte, mentre corro sul tapis roulant mi domando per quanto tempo dovrò farlo ancora. Non è semplice, i blocchi di allenamento sono una vera sfida. Per fortuna c'è il preparatore atletico Pierre Paganini che sa come motivarmi. Desidera le mie vittorie almeno quanto me: per questo, viaggiamo insieme per mezzo mondo”. E allora, un altro degli argomenti-cult in questo periodo della sua vita riguarda la sua longevità agonistica. Per quanto tempo giocherà ancora? “Rosewall è stato top-10 fino a 40 anni: erano altri tempi, non voglio paragonarmi a nessuno ma mi piacerebbe giocare ancora per molto tempo. Vivo una stagione alla volta e ho già le idee chiare su cosa fare l'anno prossimo”.