Hewitt tiene duro ma ha oltre 30 anni. Il “Canguro” più futuribile è Bernard Tomic, ma dopo di lui ci sono alcuni giocatori che promettono bene. Basteranno per ricreare la tradizione?
James Duckworth è tra gli australiani più futuribili
 
Di Riccardo Bisti – 1 agosto 2012

 
Il tennis è uno sport che vive (anche) di tradizioni. Per questo impressiona la profonda (e prolungata) crisi del tennis australiano. Alle Olimpiadi si è salvato il vecchio leone Lleyton Hewitt: nonostante cinque interventi chirurgici negli ultimi quattro anni, è giunto al terzo turno contro Novak Djokovic. Il buon Lleyton è classe 1981, mentre è nato nel 1992 la futura stella Bernard Tomic. Un buco di 11 anni che Tennis Australia sta cercando di chiudere con programmi mirati e il coinvolgimento degli ex giocatori. La tradizione dell’Australia è impressionante: nomi come Rod Laver, Ken Rosewall, Roy Emerson, Jack Crawford, Adrian Quist, John Newcombe, Tony Roche, Lew Hoad e – più recentemente – i vari Cash, Philippoussis e Rafter, hanno scritto pagine importanti nella storia del nostro sport. Oggi, però, l’Australia è in grande difficoltà. Ci sono appena 5 australiani tra i primi 200.
 
Bernard Tomic – 49
Lleyton Hewitt – 64
Matthew Ebden – 72
Lleyton Hewitt – 159
James Duckworth – 194
 
Il paragone con le potenze del tennis mondiale è imbarazzante. Anche l’Italia, non certo nel suo miglior momento, ha maggiore qualità e quantità. Tomic ha prospettive importanti, ma poi? Inoltre, buona parte dei top players australiani sono originari di altri paesi. Tomic è nato in Germania da genitori balcanici; Matosevic è nato in Bosnia, mentre Ebden è originario del Sudafrica. Sono da ritenersi australiani a tutti gli effetti, ma alla gente non piace. E allora la tennista più amata è una donna. Dopo essere stata per anni una specialista del doppio, Samantha Stosur si è scoperta campionessa in singolare e ha vinto l’ultimo Us Open. Attualmente è numero 5 WTA, ma non sta vivendo un gran momento. La federazione australiana sta provando a correre ai ripari, mettendo sotto contratto alcuni degli migliori allenatori. L’obiettivo è costruire il campione (quello potrebbe essere Tomic), ma soprattutto fa rifiorire il movimento e portare più australiani possibili tra i top 100. Il futuro del tennis australiano si aggrappa a tre nomi (più un altro paio).
 
BERNARD TOMIC
Entrato tra i top 50 a meno di 20 anni, vanta i quarti di finale a Wimbledon 2011. Tuttavia non ha ancora la testa del campione. L’aneddotica sui suoi comportamenti è già vasta, dal ritiro da un torneo future su ordine del padre fino al recente ritiro della patente per eccesso di velocità. E’ molto sicuro di sè: prima dei Giochi aveva detto di sentirsi competitivo per una medaglia. Ha perso al primo turno, mostrandosi ancora immaturo. Un personaggio così fa bene al tennis, perché in un’epoca di “politically correct” manca un “cattivo”, un “bad boy” che scompigli le carte. Gli australiani sperano che il suo carattere non rappresenti un ostacolo troppo grande.
 
JAMES DUCKWORTH
Se Tomic è il “cattivo”, James Duckworth è il “buono”. Biondo, occhi azzurri, australiano doc, è iun predestinato. E’ infatti il nipote di Beryil Penrose, campionessa in doppio di un vecchio Open d’Australia. Il ragazzo gioca bene, si è fatto notare all’ultimo Australian Open e ha saputo conquistare il pubblico con dichiarazioni come: “Il mio sogno? Semplicemente essere degno di rappresentare l’Australia in Coppa Davis”
 
BENJAMIN MITCHELL
Nato a Gold Coast, pure lui è un australiano doc. Nel 2010 ha raggiunto la finale a Wimbledon junior. Seguito da Patrick Rafter, ha deciso di abbandonare il mondo della recitazione per dedicarsi interamente al tennis. Non se la cavava male neanche lì, forse perché il fratello è uno dei più famosi attori australiani. Promettono bene altri due giovani: Jason Kubler e Luke Saville. Quest’ultimo ha vinto due Slam Junior (Wimbledon 2011 e Australian Open 2012), mentre Kubler è stato numero 1 nel ranking ITF (pur senza fare granchè nei tornei dello Slam) e adesso sta conducendo una coraggiosa campagna nel circuito professionistico. Questa settimana è venuto a La Spezia a giocare il locale torneo Future, ma è parso ancora “leggerino” per battere il muscolare austriaco Linzer, vincitore con il punteggio di 6-4 6-2. Sulle loro spalle il compito di riportare l'Australia ai fasti creati dal mitico Harry Hopman.