Che bello vedere un italiano così. Grinta, personalità, atteggiamento positivo. E alla fine, braccia al cielo. Le buone notizie arrivano da lassù, dai 2.700 metri di altezza dove si trova Quito. In Ecuador, Federico Gaio ha vinto la sua prima partita in un torneo ATP. Nella serata italiana di giovedì, ha vinto anche la seconda. E così Federico acciuffa i quarti al torneo ATP di Quito (540.310$, terra), confermando di trovarsi bene in altura. Uno dei suoi primi risultati di rilievo, infatti, è arrivato qualche anno fa in mezzo alle montagne di Cortina d'Ampezzo. Segno che l'aria rarefatta fa per lui, che pure ha una muscolatura molto sviluppata e avrà bisogno di immettere tanta aria nei suoi maxi-polmoni. Ma le condizioni di gioco, quel mix tra palline e superficie, lo ha esaltato nel match contro Gerald Melzer, battuto col punteggio di 6-7 6-3 7-6. Una bella, bella vittoria. Gaio ha saputo trasportare la sua educazione sul campo da tennis (è uno dei pochi giocatori a dire sistematicamente “grazie” al raccattapalle che gli porge l'asciugamano), ma l'ha accompagnata alla grinta, alla personalità, a un body language positivo. Con un atteggiamento diverso (e dimesso) avrebbe perso contro l'austriaco, specie dopo aver incassato un break di svantaggio nel terzo set. La partita sembrava girata negativamente nel sesto game, con Gaio avanti 3-2 e palla break del 4-2. Non l'ha sfruttata e ha perso tre game consecutivi. Sul 5-4, Melzer ha servito per il match ed è salito 40-0. Ma Gaio non si è arreso, gli ha fatto giocare sempre una palla in più e alla fine è stato premiato. L'austriaco ha commesso troppi errori, deve recitare il mea culpa, ma poi Gaio è stato perfetto nel tie-break finale, vinto 7 punti a 2. Finale thriller per una partita che Gaio avrebbe anche potuto vincere in due set, se non avesse commesso un grave doppio fallo nel tie-break del primo, poi risultato decisivo.
SEMPRE PIU' VICINO AL LIVELLO DESIDERATO
Forse non è un caso che Gaio arrivi da Faenza: un giocatore così centrato e di personalità non si vedeva dai tempi di Gaudenzi. Certo, Andrea aveva una qualità superiore ed era entrato tra i top-100 ATP a 20 anni di età. Guai porsi limiti, ma per Federico sarà molto complicato fare altrettanto, anche perché tra qualche settimana compirà 25 anni. Però c'è tutto il tempo per crescere ancora: i 57 punti già intascati a Quito lo porteranno a ridosso dei top-150 ATP (in questo momento è numero 179). Intanto dovrà giocare un match interessante contro il campione in carica Victor Estrella Burgos, ma soprattutto si abituerà a respirare l'aria dell'alto livello. Aria buona, ancor meglio se in altura. Purtroppo per lui, non ci sono troppi tornei in queste condizioni, ma Federico ha dimostrato di poter fare ottime cose anche sul livello del mare. Adesso – a prescindere da come finirà l'avventura a Quito – dovrà dare continuità al suo rendimento, e magari arrivare il più vicino possibile ai top-100 entro primavera, anche perché in estate avrà qualche cambiale da scontare (le vittorie ai Challenger di San Benedetto e Biella). Il suo tennis ormai è formato: tanta solidità, due colpi equilibrati, un dritto più offensivo e un servizio che in passato andava un po' a intermittenza. A Quito stiamo vedendo un giocatore maturo, in crescita, interessante. Speriamo che vada avanti così.
ANCHE LORENZI NEI QUARTI
Oltre a Gaio, ha centrato i quarti di finale anche Paolo Lorenzi, bravo a tenere a distanza senza troppi patemi Matthew Ebden. Adesso ha un match complicato contro Rajeev Ram, giocatore atipico per il 21esimo secolo: emulo di Sampras, gioca un serve and volley sistematico. Sulla terra il favorito è Lorenzi, ma a quasi 3.000 metri di altura può essere un'altra partita, se non addirittura un altro sport.