Persino ESPN si è interessata a Fabio Fognini. Lo hanno intervistato a Buenos Aires, dove ha appena colto un’altra finale. Il segreto della moglie di Perlas e la tradizione della lettera F.
Fabio Fognini ha trovato un grande aiuto dalla moglie di Josè Perlas
TennisBest – 16 febbraio 2014
Capita molto raramente che una testata straniera, peraltro così importante, si occupi di un tennista italiano. Tanti ricorderanno la prima pagina di un New York Times del 2003, dedicata a Francesca Schiavone dopo il successo contro Ai Sugyama allo Us Open, in una partita sospesa per nove volte a causa della pioggia. Adesso è il momento di Fabio Fognini. Poco prima che il ligure giocasse la semifinale a Buenos Aires, è uscita una breve intervista sul sito di ESPN. Greg Garber, uno dei cronisti più noti, lo ha intercettato nei giorni scorsi. Un profilo breve, con cinque domande per Fabio, più importante per il prestigio della testata che per i contenuti, non così orginale per chi già lo segue. Eppure, Fabio ha rivelato uno dei suoi segreti: l’aiuto della moglie di Josè Perlas, professione psicologo. Ecco la trascrizione integrale dell’articolo di Garber.
E’ ampiamente percepito come un burlone, un disinvolto, un giocatore italiano di cappa e spada che non si prende troppo sul serio. A volte sembra farlo anche con il suo tennis. Nel quarto turno del Roland Garros 2011, a Fabio Fognini sono stati chiamati 12 falli di piede, e rideva ogni volta. Eppure riuscì a vincere quella partita contro Albert Montanes, annullando la bellezza di cinque matchpoint in un match terminato 11-9 al quinto dopo 4 ore e 22 minuti. Che Fognini abbia raggiunto i quarti di uno Slam (dove non sarebbe nemmeno sceso in campo contro Novak Djokovic) è quasi una nota a piè di pagina. Adesso, a 26 anni, c’è la prova che Fognini (n. 14 ATP) sta maturando. Lo scorso anno, nella seconda stagione con coach Josè Perlas, Fognini ha raggiunto la sua miglior classifica al numero 16 ATP. Lui dice che Perlas – che ha allenato i grandi Carlos Moya, Albert Costa, Guillermo Coria e Juan Carlos Ferrero – è una delle grandi ragioni del suo successo. Nella sfida di Coppa Davis a inizio mese, in Argentina, Fognini è riuscito a vincere tre punti, creando la possibilità di giocare un quarto di finale in casa contro la Gran Bretagna, dove probabilmente giocherà un match decisivo contro Andy Murray. Inoltre, Fognini è nel mezzo di una straordinaria corsa sulla terra battuta. Tornando agli eventi dell’anno scorso a Stoccarda, Amburgo e Umago, ha vinto 19 degli ultimi 20 match sulla terra battuta. Non sarà già pronto a rivendicare il mantello di “Re della Terra” di Rafael Nadal, ma almeno quello di principe? ESPN ha intercettato Fognini nella tarda serata di mercoledì a Buenos Aires, dove è la seconda testa di serie alle spalle di David Ferrer. Il tutto dopo il suo successo su Leonardo Mayer, che aveva già battuto domenica scorsa in finale a Vina del Mar.
Quali sono state le ragioni della tua svolta lo scorso anno?
Penso di essere molto migliorato sul piano mentale, e tutto questo ha reso il mio gioco migliore in generale. Josè mi ha aiutato molto, è sicuro. E’ il miglior coach della mia vita e mi piace molto lavorare con lui. Sono in una buona strada e vorrei stare con lui il più a lungo possibile. Un’altra figura che mi aiuta è il mio psicologo, la moglie di Josè. La mia mente è cambiata molto negli ultimi tre anni, come vedete nel mio gioco. Ogni settimana, ho l’opportunità di migliorare il mio gioco e la mia mente.
In termini di colpi, in quale area sei migliorato di più?
Sicuramente il dritto. E’ sempre stato il mio colpo migliore, ma oggi sono ancora più aggressivo. Quando devo giocare il dritto, il mio movimento per entrare in posizione è molto migliore. Questo mi ha dato la fiducia per tirare ancora più forte.
Quali emozioni hai provato nel dare tre punti all’Italia in Coppa Davis?
Oh…è stata davvero una bella sensazione. Giocare per il proprio paese è sempre diverso e giocare in Argentina è stato molto, molto difficile. I tifosi sono molto accesi. Non è stato facile, ma nella mia mente ho un ottimo ricordo di quei giorni.
Hai raggiunto il quarto turno all’Australian Open, miglior risultato Slam dai quarti al Roland Garros 2011. Di cosa hai bisogno, nello specifico, per raggiungere di nuovo i quarti in uno Slam?
I tornei del Grande Slam sono molto difficili. Ci sono 128 giocatori, e si gioca al meglio dei cinque set. Di solito, i migliori giocatori arrivano alla seconda settimana senza grossi problemi. Nella mia attuale posizione, numero 15, ho certamente più possibilità di farlo. Ho giocato bene all’Australian Open, ma uno dei miei obiettivi per i prossimi tre Slam è quello di andare il più a fondo possibile.
Fabio è un nome eccezionale…come hanno deciso di chiamati così?
(ride) Non so, davvero, non l’ho mai chiesto. La storia della mia famiglia è legata alla lettera “F”. Mio padre si chiama Fulvio e mia sorella Fulvia. Mia cugina si chiama Fabiana. L’unico il cui nome non inizia con la “F” è mio cugino Marco. E’ senza dubbio una tradizione di famiglia.
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