L’australiana non riesce a vincere una partita nella sua nazione. Ne ha perse cinque di fila e la stampa locale fa a gara per darle consigli. Qualcuno serio, qualcuno da presa in giro.
Samantha Stosur non ha mai raggiunto i quarti di finale all'Australian Open
Di Gianluca Roveda – 10 gennaio 2013
Il caso di Samantha Stosur è impressionante. L’australiana è una delle più forti al mondo, e non ci sono ragioni (tecniche) che le impediscano di giocare bene nei tornei di casa. Invece, nonostante grandi performance negli altri Slam, a Melbourne non riesce ad emergere. Ma neanche a Brisbane. E nemmeno a Sydney. Un blocco terrificante le impedisce di rendere. Le sconfitte all’esordio nei primi due tornei dell’anno sono eloquenti: a Brisbane ha perso contro Sofia Arvidsson, mentre a Sydney si è arresa in tre set a Jie Zheng. Se la sconfitta con la Zheng ci poteva stare (in fondo la cinese vanta una semifinale a Melbourne), quella contro la Arvidsson non aveva senso. La Stosur ha perso le ultime cinque partite giocate sul suolo australiano. E in dieci partecipazioni all’Australian Open non è mai andata oltre gli ottavi di finale. L’anno scorso ha perso all’esordio contro Sorana Cirstea in una partita da lacrime. E il problema non accenna a risolversi. In Australia stanno impazzendo, perché vedono in lei l’unica chance per fare grandi cose nel torneo di casa. Lleyton Hewitt è troppo anziano, mentre Tomic è ritenuto ancora acerbo (anche se gli dedicano vagonate di articoli). La Stosur ha l’età giusta (28 anni), è forte e potente e soprattutto adora il plexicushion, così simile al decoturf dove ha vinto il suo unico Slam, strapazzando Serena Williams in finale allo Us Open 2011. Qualcuno la prende in giro: sull'Herald Sun è apparso un articolo in cui sono segnalate 10 cose che Sammy dovrebbe fare per giocare più rilassata in Australia: fare yoga, trovare una spiaggia, guardare la sua fiction preferita alla TV, parlare con Federer, accarezzare un koala, fare una passeggiata per i giardini botanici, urlare di più in campo, mangiare al fast food, sentire la sua musica preferita con l’i-pod….oppure giocare con la sinistra.
Hanno chiesto un parere a Margaret Court, australiana capace di vincere per 11 volte dalle parti di Melbourne. “Forse dovrebbe andare a pescare e dimenticare brevemente il tennis” ha detto la Court, cui è intitolato il terzo campo per importanza di Melbourne Park. “Se Samantha vuole, sono disponibile a parlare con lei. All’inizio io avevo dei problemi a Wimbledon, perché mi mettevo troppa pressione. Credo che sia lo stesso per Sam in Australia”. Secondo la Court, la Stosur ha bisogno di scappare da tutti, rinfrescare la mente, ripartire daccapo. Solo così si sentirà meglio. “Ha tutti i colpi, e negli altri Slam ha mostrato di poter battere le migliori”. Martedì, la Stosur è andata in spiaggia anziché viaggiare a Melbourne per iniziare gli allenamenti. “Ha fatto bene: a volte è meglio andare via e cambiare la propria prospettiva. Io ero una delle giocatrici più forti sul piano atletico, ma ho commesso l’errore di allenarmi ancora più duramente quando le cose non andavano bene. Con il tempo ho imparato che bisogna fare tutto il contrario”. Tra singolare, doppio e doppio misto, la Court ha vinto 62 titoli del Grande Slam. “Ho dovuto imparare al rilassarmi e lasciar fluire il mio gioco” ha aggiunto l’australiana, che nel 1970 ha realizzato il Grande Slam e detiene ancora il record di tornei vinti in una sola stagione (21). La Stosur farebbe bene a farsi una chiacchierata con lei, anche perché Margaret era imbattibile proprio a Melbourne, dove si è aggiudicata 61 partite su 64. La Stosur è una donna sensibile, un cuore di panna nascosto sotto la massa di muscoli che scarica un imprendibile servizio in kick ma anche modesti rovescini in slice. Gli anni passano e il sogno Australian Open resta lì. Lo vede, ma non riesce ad afferrarlo. Chissà che la canzoncina che le hanno dedicato per contrapporla all’esercito delle tenniste dell’est non riesca a strapparle un sorriso e a farla scendere in campo finalmente serena. L’impressione è che abbia bisogno solo di questo.
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