I rischi dopo l'operazione alla colonna vertebrale hanno spinto al ritiro Radek Stepanek. “Dopo aver lasciato il mio trainer, ho avvertito un improvviso senso di vuoto”. Resterà nel tennis e mancherà a tutti, dagli amanti del bel tennis fino… alle colleghe. Eroe della Davis ceca, secondo Djokovic aveva le migliori volèe del tour.

È stata una decisione (molto) sofferta. Soltanto dodici giorni fa, Radek Stepanek aveva annunciato l'addio allo storico trainer Markem Všetíčkem, con il quale collaborava da 16 anni. Conferenza stampa, commozione, qualche lacrima e poi un bicchiere di spumante per ricordare i tempi andati. A margine, aveva annunciato che nel 2018 avrebbe giocato soltanto in doppio. Ma poi è successo qualcosa. Semplicemente, si svegliava al mattino, alle 8.30, e non andava più ad allenarsi. E così ha deciso di ritirarsi, annunciandolo in una conferenza stampa presso lo storico Sparta Praga. “È quello che ho fatto per tutta la vita, ma sapevo che che prima o poi la mia avventura nel tennis sarebbe finita. Volevo farla durare il più a lungo possibile, ho combattuto fino all'ultimo respiro, ma il fisico non me lo ha consentito”. Radek voleva andare avanti, tenere duro, ma un paio di colloqui con il professor Pavel Kolar, suo medico di fiducia, lo hanno convinto a lasciar perdere. Motivo? L'intervento chirurgico alla colonna vertebrale è andato bene, ma riprendere a giocare a tennis sarebbe stato troppo rischioso. “E visto che voglio vivere come si deve, non voglio correre rischi inutili”. L'eroe dei due successi in Coppa Davis della Repubblica Ceca adesso si dedicherà al riposo, alla tranquillità, a fare tutto quello che in 20 anni di carriera non si è mai potuto permettere. Ma il tennis è la sua vita, e rimarrà nell'ambiente. Qualcuno ha ipotizzato che potrebbe fare il coach di Novak Djokovic, o magari di Nick Kyrgios. “Le speculazioni ci sono sempre state. Io posso dire che mi prenderò del tempo per guardarmi intorno. Vediamo cosa succederà”.

MOMENTI DA RICORDARE
Non vuole parlare del futuro, forse perché è tempo di riflettere sul passato, su una carriera lunga ed emozionante, in cui è stato top-10, ha vinto 5 titoli ATP in singolare (con 24 vittorie sui top-10) e 18 in doppio, comprensivi di due Slam. Radek ha fatto divertire col suo tennis aggressivo, divertente, con due volèe eccezionali. A suo tempo, lo stesso Djokovic disse che erano le migliori del circuito. E poi ci sono state le love story, specie con le colleghe: Martina Hingis, Nicole Vaidisova (si sono addirittura sposati, poi lasciati dopo 3 anni) e Petra Kvitova. Senza contare quelle presunte. Un tipo simpatico, divertente, cresciuto nell'epoca delle racchette di legno, quando il mondo era ancora separato tra est e ovest, con in mezzo un muro. Uno come Radek non nascerà più, ma è possibile che sia lui, se dovesse intraprendere la via dell'insegnamento, a ridare dignità a un certo tipo di tennis, trasmettendolo ai giovani connazionali. Con Radek Stepanek se ne va una delle ultimissime tracce degli anni 90, quando il tennis era ancora analogico prima di una digitalizzazione che ha prodotto i tennisti di oggi. E magari uno Stepanek digitale potrà vivere la stessa emozione che lui ha provato nel 2012, vincendo l'ultimo punto nella finale di Davis contro la Spagna, superando Nicolas Almagro. “È stato il momento più bello della mia carriera. Ma quello più intenso è stato cinque anni prima, sempre in Davis, quando ho battuto Wawrinka nel singolare decisivo. Mi ero fatto male al ginocchio, a un cambio di campo mi disperavo, mi chiedevo perché proprio a me. Ma il dottor Kolar mi diede sicurezza. E lì è cambiato tutto”.