Esce il 20 agosto “Serve to Win”, un libro in cui Novak Djokovic spiega le sue abitudini e stranezze alimentari, dall’acqua calda al miele neozelandese.
Appena si sveglia, Novak Djokovic beve un bicchiere d'acqua a temperatura ambiente e prende due cucchiai di miele
Di Riccardo Bisti – 1 agosto 2013
Per quattro anni, Novak Djokovic è stato il terzo incomodo dietro Roger Federer e Rafael Nadal. Era il Fiorenzo Magni del tennis. Poi, nel 2011, ha messo la freccia e li ha superati. In tanti hanno provato a capire le ragioni di questo salto di qualità. Lui ha sempre sottolineato l’importanza di una dieta priva di glutine. Poi è emersa la notizia della camera iperbarica (CVAC), "l’uovo" in cui ha similato le condizioni di alta quota e ne ha tratto benefici importanti (e assolutamente leciti), soprattutto in termini di recupero. Tuttavia, in un libro in uscita il prossimo 20 agosto, il serbo svela i dettagli sulla dieta e il regime alimentare cui si è sottoposto. Dettagli che fino ad oggi ha tenuto nascosti. "Serve to Win" offre uno sguardo inedito sulla mente di un’atleta d’elite che ha saputo raggiungere la vetta in una delle epoche più competitive. E poi conferma una sensazione che da tempo pervade gli appassionati: Nole è un tipo decisamente insolito. Vuoi fare come il numero 1 del mondo? Bene, inizia a bere acqua bollente per tutto il giorno, così come frullati a base di proteine di pisello. Evita i latticini e stai lontano dall’alcol durante i tornei. Mangia parecchio avocado, burro di anacardi e poco zucchero. Elimina la caffeina e cerca di dormire 7-8 ore a notte, fai un sacco di yoga e tai-chi, prendi integratori alla melatonina, controlla il livello di stress e – giusto se ti resta un momento libero – tieni un diario. E se vuoi rilassarti, puoi farlo con una tazza di tè caldo alla liquirizia. Il libro è una scoperta continua del Djokovic sconosciuto. Un Djokovic che rivela un'ossessione fino ad oggi sconosciuta: il miele di Manuka. Questa gustosa varietà di miele arriva dalla Nuova Zelanda e proviene dalle api che si nutrono negli alberi Manuka. Si tratta di alberi talmente concentrati di proprietà energetiche da poter crescere anche in un terreno privo di nutrienti. “La prima cosa che faccio appena mi sveglio è bere un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente – dice Djokovic nel suo “Serve to Win” – la seconda cosa che faccio, invece, potrebbe sorprendervi: prendo due cucchiai di miele. E lo faccio anche durante le partite”.
Peter Molan, professore di scienze biologiche presso l’Università neozelandese di Waikato, ed esperto del miele di Manuka, sostiene che quel tipo di miele possiede eccezionali proprietà antibatteriche, ma viene principalmente utilizzato su ferite infette. Il fatto che un campione di tennis lo abbia utilizzato con profitto lo stupisce: “Sarebbe troppo diluito nel sistema per essere efficace”. Molti tennisti sono famosi per i loro tic, peculiarità e superstizioni. Djokovic non ha questo tipo di abitudini, tanto da definire le abitudini di Rafael Nadal: “Una serie di tic nervosi e rituali superstiziosi”. Parlando di sé, il serbo si definisce un “vagabondo new-age”. “Il grande dono del tennis è la possibilità di viaggiare, e mi ha permesso di aprire la mente su quello che viene offerto dalle altre culture”. “Serve to Win” è una continua sorpresa: non è un romanzo e nemmeno un’autobiografia, ma tiene incollato il lettore. Djokovic spiega dettagli della sua vita quotidiana. “Bevo acqua calda perché l’acqua fredda rallenta la digestione e allontana il sangue da dove vorrei che sia nei miei muscoli”. I vizi non ci sono: Nole si è concesso una barretta di cioccolata dopo un anno e mezzo di astinenza soltanto dopo aver battuto Nadal nella finale-record dell’Australian Open 2012. Non mancano i ringraziamenti al “guru” Igor Cetojevic, il medico nutrizionista che ha scoperto la sua intolleranza al glutine. Lo ha fatto con un semplice test: gli ha detto di mettere la mano sinistra sullo stomaco e di fare resistenza mentre il medico gli tirava giù il braccio. Poi gli ha dato una fetta di pane, gli ha detto di metterselo sullo stomaco e ripetere il test. “Sembrava una follia, ma c’era una differenza notevole”.
Scoperta l’intolleranza al grano e ai latticini, Djokovic è stato 14 giorni lontano dal glutine. A quel punto gli ha fatto mangiare una ciambella. “E mi sembrava di essermi svegliato con un terribile mal di testa”. Da allora, ha detto addio al glutine ed è ulteriormente dimagrito. Adesso si sente più veloce, flessibile e con maggiori capacità di concentrazione. “Da quando ho iniziato la dieta, le mie allergie si sono attenuate. L’asma è scomparsa. Le paure e i dubbi hanno lasciato strada alla fiducia. Infatti negli ultimi tre anni non ho avuto né un raffreddore né un’influenza grave”. Ma anche chi ama le storie e i racconti è soddisfatto da “Serve to Win”. Novak parla di quando ha dovuto rifugiarsi in un bunker di cemento quando un bombardiere F-117 volteggiava su Belgrado. “La sua grande pancia di metallo si è aperta proprio sopra i miei occhi”. Erano gli anni in cui la NATO stava bombardando la Serbia. Djokovic ha anche una certa passione per la medicina orientale e la filosofia. Una delle sue esperienze preferite è giunta con un ricercatore e due bicchieri d’acqua. Il ricercatore ha condiviso l’energia positiva con un bicchiere (amore, gioia, felicità) e quella negativa con l’altro (rabbia, paura, ostilità). Dopo alcuni giorni, l’acqua negativa sarebbe stata tintaa di verde, mentre quella positiva era ancora chiara e limpida. Chissà se è vero. “Sembra strano, vero? – scrive Djokovic – ma per me è la prova che ogni singola cosa al mondo condivide lo stesso tipo di energia: uomini, animali, anche gli elementi…”. Novak Djokovic è anche questo.
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