Polemica a distanza tra il sindaco di Rio de Janeiro e l’ITF: “Volevano farci costruire un centrale da 20.000 posti”. Da Londra smentiscono. Ma in Brasile sono in difficoltà.

Di Riccardo Bisti – 6 maggio 2014

 
Mancano 822 giorni alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, ma potrebbero esserci brutte sorprese. I Mondiali di Calcio terranno occupate le istituzioni brasiliane ancora per qualche mese, ma dal CIO arrivano voci preoccupate. E il tennis – anche se in modo un po’ pretestuoso – è al centro della polemica. Il CIO ha scelto il Brasile pur sapendo che c’erano poche strutture pre-esistenti, e la cultura del paese è poco abituata a operazioni di questo tipo. Inoltre, la gente non vede di buon occhio l’enorme spesa pubblica per impianti che rischiano di essere cattedrali nel deserto, ma soprattutto tolgono risorse a interventi ancora più urgenti. In fondo, la triste realtà della Favelas è ancora radicata nella società brasiliana. John Coates, vicepresidente del CIO, ha detto che la preparazione alle Olimpiadi 2016 è la “peggiore” che abbia mai visto. “Il CIO è molto preoccupato, non era mai capitato di viaggiare così spesso in una sede olimpica per convincerli a fare qualcosa”. A quanto pare, il problema non sono i mondiali di calcio, bensì la società brasiliana. Nel paese c’è una forte delinquenza, un certo populismo e tanti scioperi dei lavoratori. E l’ambiente non era particolarmente adatto, basti pensare ai cattivi odori dei corsi d’acqua: secondo un’inchiesta effettuata dal New York Times, soltanto il 35% dell’acqua brasiliana viene trattata. E’ chiaro che Rio de Janeiro non cambierà solo con le Olimpiadi: difficilmente gli alloggi temporanei e i corsi di kajak daranno una mano alla società brasiliana.
 
IL CENTRALE DELLA DISCORDIA
Tra i più attivi nella battaglia a distanza con il CIO c’è il sindaco di Rio de Janeiro Eduardo Paes. “Le istituzioni sportive ci chiedono di tutto e continueranno a lamentarsi fino all’ultimo. Ma noi non accetteremo”. Ed ecco la frecciata al mondo del tennis. Secondo Paes, il presidente ITF Francesco Ricci Bitti ha chiesto agli organizzatori di costruire un campo centrale da 20.000 posti. “Io gli ho detto che era ridicolo, non necessario e inutile. Uno da 10.000 spettatori è più che sufficiente”. Secondo Paes, lontano da telecamere a taccuini, ci sono state chiacchiere molto vivaci. L’ITF, consultata sull’argomento, ha respinto questa insinuazione: “Il riferimento specifico al tennis è inappropriato. Il progetto iniziale soddisfa la richiesta di 10.000 spettatori, e non abbiamo mai chiesto di modificare la capienza iniziale”. L’argomento olimpico, tuttavia, preoccupa al di là della vicenda tennistica. Ha parlato anche Francesco Ricci Bitti, ma non in veste di presidente ITF, bensì di membro CIO: “La vicenda sta diventando seria. Il Brasile è un paese dove non si può chiedere alla gente di lavorare di notte. Il governo deve cambiare velocità”. Detto che la frase – ammesso che sia stata riportata correttamente – è infelice perché lascerebbe intendere che i ritmi di lavoro imposti ai lavoratori cinesi per Pechino 2008 siano stati giusti, ha trovato immediata replica di Paes: “Non abbiamo nessuna intenzione di consegnare stadi glamour che poi diventeranno cattedrali nel deserto. A me interessa il futuro della città, mentre loro mi chiedono gli stadi”.
 
IMPIANTI NUOVI O ESISTENTI?
Le Olimpiadi, nate nel mito del dilettantismo, sono diventate uno dei più grandi eventi al mondo. Dopo la seconda guerra mondiale, le Olimpiadi di Londra 1948 furono definite i Giochi dell’Austerità, anche perché dopo i disastri della guerra non c’erano soldi. In realtà, per tutto il 20esimo secolo, le Olimpiadi si sono modellate piuttosto bene con il contesto delle città. Oggi sono un evento enorme, e non tutti i paesi sono in grado di rispettare le richieste del CIO. Che però, a sua volta, si lamenta con i media internazionali. L’Olympic Tennis Center di Rio de Janeiro verrà costruito presso la Barra da Tijuca e dovrebbe ospitare 16 campi, tra cui tre show court: un centrale da 10.000 posti, uno da 5.000 e uno da 3.000. Gli altri campi di gioco avranno un capienza di 250 posti. L’impianto farà parte dell’Olympic Training Centre (OTC) , uno dei punti cardine delle strutture olimpiche. Il tennis avrà uno spazio di nove ettari, e non tutti i gli impianti saranno permanenti: dopo le Olimpiadi, il progetto prevede il mantenimento di nove campi, probabile sede di futuri eventi (Rio ha appena acquisito un ATP 500). Ma c'è ancora tutto da costruire, mentre a Chicago (altra città candidata) quasi tutti gli impianti erano già pronti. A quanto pare, il CIO privilegia i progetti nuovi a dispetto delle realtà esistenti. Siamo sicuri che sia la scelta giusta?