Tornata in campo dopo una pausa di oltre 15 mesi per la nascita della piccola Shai, Naomi Osaka racconta le sue sensazioni al rientro e come vede cambiato il circuito femminile dopo questa lunga pausa. Il livello della competizione si è alzato, e non mancano i problemi con il calendario
«Non ci dovevo nemmeno essere qui, poi ho cambiato idea. Questi tornei mi servono solo da allenamento, effettivamente un po’ caro (e sorride, ndr), ma devo cercare di giocare il più possibile. Così, forse, se comincerò ad andare avanti nei tornei, ne potrò giocare di meno…». Nel mondo di Naomi Osaka – tornata alla gare dopo un’assenza di 15 mesi, dominata dalla nascita di Shai nello scorso luglio – tutto suona un po’ alla rovescia, come l’idea di dover giocare tornei per poterne fare di meno. Ma è chiaro che ora, per la ventiseienne campionessa di quattro Slam riemersa al 757º posto del ranking, le priorità sono altre. «Dopo aver perso a Melbourne, sono partita subito. Non ero mai stata così tanto lontana da mia figlia, volevo solo tornare da lei. Sarà con me a Indian Wells e Miami, anche se non ve la farò vedere (e sorride di nuovo, ndr), poi la porterò in Europa. Dovrò studiare bene il programma della stagione, voglio davvero lasciarmi molto tempo per lei, non voglio che nei suoi ricordi io sia assente». Meno intrappolata del solito nei suoi pensieri, lo sguardo però sempre un po’ fuori fuoco, come se scorgesse altre dimensioni a noi negate (o forse sarà solo miopia), Osaka non sembra troppo preoccupata per l’esito del ritorno in campo: quattro partite giocate, una vittoria – sulla Korpatsch al debutto – e poi tre sconfitte, contro Karolina Pliskova, Garcia e Collins, un fragoroso 7-5 6-0 ad Abu Dhabi. «Generalmente sono molto critica con me stessa, ma questa volta no, anche perché ho giocato talmente male una settimana fa che non posso che aspettarmi qualcosa di meglio. Se ho trovato cambiato il Tour? Mi sembrano tutte più forti… Il problema è che dopo aver perso subito in Australia ho fatto un po’ di confusione con le date. Quando ho deciso di giocare da questa parte del mondo non sapevo bene quando fossero i tornei, ho scoperto che Dubai è molto vicino a Indian Wells (due settimane, ndr), ma non voglio lamentarmi. Quando ero incinta invidiavo chi partiva per fare tornei, va bene così. Le Olimpiadi? Sarebbe un onore rappresentare il Giappone, spero di avere la classifica giusta per essere convocata». Domani si ritroverà di fronte Caroline Garcia, che l’ha appena battuta a Melbourne (6-4 7-6 il punteggio). «Sorteggio sfortunato? Ma no, per me è meglio affrontare avversarie forti, sono test più attendibili. E poi Caro è una ragazza tanto simpatica, siamo nate anche nello stesso giorno (il 16 ottobre). Comunque vada, sarà una festa per la Bilancia». E giù un’altra bella risata.