La pioggia che nel 2017 ha rovinato la finale, e un'affluenza al di sotto delle aspettative, ha spinto gli organizzatori dell'ATP 250 di San Paolo a tornare sui propri passi. Dopo due anni sulla terra all'aperto dell'Esporte Clube Pinheiros, il Brasil Open è tornato indoor, al Ginasio Do Ibirapuera. "Ci siamo accorti che il pubblico preferiva così, e li abbiamo accontentati", dice il direttore del torneo.Nel calendario ATP è capitato di vedere tornei cambiare città, categoria, collocazione temporale, superficie e anche sede di gioco, ma era successo raramente di vedere un evento migrare da un impianto a un altro nella stessa città, per poi fare ritorno nella sua “casa” originale. È il percorso compiuto negli ultimi tre anni dal Brasil Open, che dal 2001 al 2011 si giocò a Costa do Sauipè (i primi tre anni sul cemento, poi sempre sulla terra), mentre dal 2012 è di casa a San Paolo. Le prime quattro edizioni pauliste, che hanno portato tanta fortuna agli azzurri con Volandri, Lorenzi e Vanni capaci di arrivare in finale, si sono disputate al Ginasio do Ibirapuera, rendendo l’appuntamento brasiliano l’unico del circuito ATP a giocarsi sulla terra battuta al coperto, mentre nel 2016 la manifestazione era migrata all’aperto, presso l'immenso Esporte Clube Pinheiros. Una scelta voluta dagli organizzatori per non obbligare i giocatori a un cambio di condizioni dopo l’appuntamento di Rio De Janeiro, ma che non ha pagato in termini di pubblico, spingendo i proprietari dell’evento a tornare sui propri passi. “Il Brasil Open è senza dubbio uno degli appuntamenti più importanti nel calendario sportivo della città di San Paolo – ha detto il direttore del torneo Roberto Marcher –, e perciò non ci può essere collocazione migliore che il Ginasio do Ibirapuera, un importante centro turistico e architettonico della città gestito dal governo dello Stato, nostro partner nella realizzazione del torneo, attraverso la Segreteria per lo sport, i giovani e il tempo libero. Tra il 2012 e il 2015 abbiamo avuto un’affluenza di spettatori maggiore rispetto alle ultime due edizioni, durante le quali ci siamo accorti che il pubblico preferiva un ritorno alla collocazione iniziale”.
IL VANTAGGIO DI GIOCARE INDOOR
Li hanno accontentati con un ritorno alle origini che è passato un po’ in sordina, tanto che il calendario ATP recita ancora “outdoor”, e magari ha ingannato anche qualche giocatore, come avvenne due anni fa per Benoit Paire. Oltre a confessare di aver scelto San Paolo per le sue spiagge (peccato che la più vicina disti una settantina di chilometri), il tennista francese raccontò di aver scoperto che il torneo non si giocasse più indoor solo dopo il suo arrivo in città, dando una sbirciata agli incontri dalla tv della sua stanza d’hotel. L’unico limite del Ginasio do Ibirapuera è la presenza di soli due campi di gara, mentre al Esporte Clube Pinheiros ce n’erano a volontà, perché grazie ai suoi 170.000 metri quadrati di spazio quello fondato nel 1900 (e che conta qualcosa come 38.000 soci) è uno degli impianti polisportivi più grandi al mondo. Tuttavia, il Centrale dell’impianto attuale può contenere fino a 10.000 spettatori, mentre quello allestito per le ultime due edizioni era davvero piccolo, fin troppo per un torneo del Tour maggiore. In più, la sede attuale permette di giocare sempre, anche in caso di condizioni meteorologiche avverse come nel 2017, quando la pioggia obbligò a rimandare a lunedì la finale Cuevas-Ramos. “È una situazione che ci facilita la vita – ha detto ancora Marcher – perché non corriamo il rischio di doverci fermare per la pioggia, che in questo periodo è molto frequente”. Per anni il Brasil Open è stato il torneo più importante del Paese, poi è arrivato l’ATP 500 di Rio Da Janeiro e l’evento di San Paolo è passato in secondo piano, ma i paulisti non ne fanno un dramma, e rivendicano una tradizione più longeva e un albo d’oro che conta su tre ex numero uno Atp: Gustavo Kuerten, Juan Carlos Ferrero e Rafael Nadal, vincitore nel 2013. Le ultime tre edizioni, invece, sono finite nelle mani di Pablo Cuevas. Lui fra indoor e outdoor non ha fatto alcuna distinzione.