Epilogo amaro per l'atteso match tra Denis Shapovalov e Felix Auger Aliassime. La vicenda agonistica viene cancellata dai problemi fisici di Auger Aliassime, costretto al ritiro per un problema di tachicardia, probabilmente dovuto al caldo e allo sforzo. “Ma gli ho detto che ci rivedremo presto, magari in una finale” dice Shapovalov.

“Stai tranquillo, ci ritroveremo presto, magari in una finale”. Con queste parole, Denis Shapovalov ha cercato di consolare il suo amico in lacrime. C'era grande attesa per il baby-derby canadese tra Denis e Felix Auger Aliassime, il match più giovane dello Us Open dai tempi di Djokovic-Young del 2006. C'era grande attesa perché entrambi arriveranno (molto) in alto, e poi perché sono amici veri. Ma è finito tutto, improvvisamente, sul punteggio di un set pari e 4-1 per Shapovalov nel terzo. Auger Aliassime si è ritirato per un colpo di calore, un'improvvisa tachicardia che ha fatto temere che si trattasse di qualcosa di grave. Si è accasciato per terra, appoggiando le gambe su una sedia. “A un certo punto mi sono chinato e il cuore ha iniziato a battere molto forte – ha detto al suo avversario, forse non immaginando che i microfoni avrebbero percepito tutto – sono quasi svenuto, ho pensato che avrei potuto giocare un paio di game e poi essere pronto per il quarto, ma poi ho parlato con il mio team e sono quasi svenuto”. Ci si poteva preoccupare, anche per il suo sguardo spaurito quando cercava di spiegare cosa gli succedesse al medico del torneo ("Sto cercando di rallentare i battiti"). Mentre spuntava uno stetoscopio, il suo clan (mamma, papà, sorella) osservava impietrito. Ha tentato di riprendere, ha giocato tre game, poi è scoppiato in lacrime perché no, non voleva chiudere così la sua prima esperienza allo Us Open, peraltro su un campo importante. Dopo averlo consolato, Shapovalov lo ha raggiunto sulla sua panchina. Un bravo ragazzo, Denis.“Non è facile giocare quando conosci molto bene il suo avversario, è un match complicato per entrambi” ha detto in conferenza stampa, quasi a giustificare lo strano andamento del match e la novantina di errori gratuiti che i due hanno messo insieme.

CHI DUE DUE VINCERÀ DI PIÙ?
Però hanno mostrato anche ottime cose. Quando si abitueranno a trovarsi in certi palcoscenici, non vedremo Auger Aliassime perdere un set sprecando un vantaggio di 5-2, o Shapovalov rendergli il favore nel secondo (perso dopo essere stato avanti 4-1, con due break di vantaggio). Detto che c'è da augurare a Felix una pronta guarigione e che sia solo un problema passeggero, per il torneo è meglio che vada avanti Shapovalov. Lo scorso anno era un rampante 18enne che raggiungeva gli ottavi partendo dalle qualificazioni, mentre stavolta è la testa di serie numero 28. “Oggi ero il veterano, mi dava fiducia sapere che lui non aveva mai giocato 3 su 5. Sapevo che, se avessi preso il comando, avrei avuto più esperienza in certe situazioni. È stata una bella sensazione”. Però è anche vero che Auger Aliassime ha un tennis meno fantasioso ma – in prospettiva – più concreto di quello del connazionale. Basta guardarlo per cinque minuti e si capisce che andrà lontano. “Non gli manca niente, non vedo aspetti del suo gioco che debbano essere migliorati – dice Shapovalov – ha solo bisogno di tempo, ma salirà molto presto. Ha talento, gioca i suoi colpi e ha un gran servizio: quando è in giornata è intoccabile e quasi impossibile da leggere”. Shapovalov garantisce più spettacolo, più soluzioni da highlights. Ma se oggi dovessimo scommettere – ed è il giorno più complicato per farlo – diremmo che sarà il ragazzo di origine togolese a vincere di più. “Siamo grandi amici, ci conosciamo sin da quando abbiamo 7-8 anni – ricorda Shapovalov – l'ho affrontato da Under 10, in tutte le categorie fino agli Under 18, e adesso ci siamo trovati in uno Slam”. Proprio per questo, si è rifiutato di dare troppi dettagli sulle condizioni dell'amico, e su quello che si sono detti dopo l'abbraccio.

ORA SFIDA SEPPI. BERRETTINI ELIMINATO
“Aveva problemi di energia o qualcosa del genere, ma non c'è molto che voglia dire pubblicamente” ha detto Shapovalov, che al secondo turno se la vedrà con Andreas Seppi. L'azzurro ha approfittato delle pessimo condizioni di Sam Querrey, pure lui costretto al ritiro. Una buona occasione per entrambi: ricordiamo che lo Us Open è l'unico Slam in cui l'altoatesino non ha mai raggiunto gli ottavi. “Ci siamo allenati insieme qualche volta, ma mai affrontati in partita – dice Shapovalov, parlando dell'azzurro – è un giocatore molto solido. Non direi che ha una potenza travolgente, o che mi butterà fuori dal campo, ma è molto intelligente e ha grande esperienza. Sarà dura, ma anche divertente”. La bella giornata degli italiani non si è chiusa con l'en-plein, perché nella nottata è arrivata la sconfitta, abbastanza netta, di Matteo Berrettini. Il romano si è arreso 6-4 7-5 6-2 a Denis Kudla, americano dal braccio morbido. Fosse nato da un'altra parte del mondo, probabilmente lo avrebbero impostato in modo diverso. Di sicuro, ha letto bene sin da subito il gran servizio di Berrettini e, tutto sommato, ha meritato di vincere. Sarà lui l'avversario di Del Potro al secondo turno, mentre è iniziato bene il torneo di Rafael Nadal: il campione in carica è rimasto in campo pochissimo contro l'amico David Ferrer, costretto al ritiro per un infortunio al polpaccio nel secondo set. Davvero un peccato, visto che (molto) probabilmente era il suo ultimo Slam. Di sicuro è stata l'ultima volta a Flushing. In 208 partite nei Major, non si era mai ritirato prima della stretta di mano. Un peccato. Ma doveva proprio essere la giornata dei ritiri.