WIMBLEDON. Mentre Djokovic e Sharapova volano agli ottavi, il giustiziere di Nadal si gode l’inattesa popolarità. Si è presentato a Londra con un volo Easyjet e va a Wimbledon con la metro.
Lukas Rosol è numero 100 del ranking ATP
Di Riccardo Bisti – 29 giugno 2012
Un leggero scroscio d’acqua ha ritardato di 90 minuti l’inizio della quinta giornata, uniformando l’orario dei due campi principali e dei “courts” secondari. Non ci sono sorprese. Dopo un primo set di paura, Novak Djokovic ha sbrigato piuttosto agevolmente la pratica Stepanek. Sono passati 5 anni dall’epica sfida dello Us Open 2007, e la carta d’identità sempre più ingiallita non è amica del ceco. Sostenuto da Petr Pala e da Nicole Vaidisova (11 anni più giovane e già ex giocatrice), il ceco ha giocato un ottimo primo set, restando a galla nei turni di servizio e sorprendendo Djokovic nel decimo game, brekkandolo addirittura a zero. Ma Djokovic ha preso subito il comando delle operazioni, infilando un triplo 6-2 che non ammette repliche. Negli ottavi avrà il match ideale: affronterà il connazionale Viktor Troicki, bravo a sfruttare le incertezze di Juan Monaco, beffato più da se stesso che dall’erba. Con Troicki ha un vantaggio piscologico ancor prima che tecnico: grida vendetta un match buttato via da Viktor a un vecchio Us Open. Vola il numero 1 del tabellone maschile, fa altrettanto la numero 1 delle donne: Maria Sharapova ha superato 6-1 6-4 la giocatrice di Taipei Sun-Wei Hsieh. Dopo lo spavento al turno precedente, è stata molto attenta nel secondo set quando si è trovata in svantaggio di un break. Negli ottavi sfiderà Sabine Lisicki, brava a superare la baby Sloane Stephens in un match molto difficile.
Ma il protagonista del giorno – senza nulla togliere a chi scende in campo – è ancora Lukas Rosol, autore della clamorosa eliminazione di Rafael Nadal. Mentre lo spagnolo è già andato via da Londra per dedicarsi al mare, lui è richiesto dalle TV di tutto il mondo. E pensare che nelle cinque precedenti apparizioni a Wimbledon aveva sempre perso al primo turno delle qualificazioni. Stamattina si è svegliato, ha fatto colazione e si è rifatto il letto, come sempre. E piano piano sta rendendosi conto dell’impresa. “Per me era un sogno, non posso ancora credere a quello che ho fatto. Ieri sera ho giocato in modo incredibile, mi sono sentito come non mi era mai capitato – ha detto prima di una leggera sessione di allenamento – spero che il match contro Kohlschreiber non sia l’ultimo del mio Wimbledon”. Rosol è numero 100 del mondo, numero simbolico. Prima di Wimbledon aveva guadagnato di soli montepremi meno di 900.000 dollari, spalmati in otto anni di professionismo. Se togliamo le tasse e le spese, crediamo proprio che il suo conto in banca non sia stratosferico. Per questo le quasi 40.000 sterline del terzo turno gli faranno comodo, ancora meglio se diventassero le 75.000 destinate a chi raggiunge gli ottavi. E’ inevitabile fare il paragone tra lui e Nadal. Lo spagnolo non ostenta la ricchezza, anzi conduce uno stile di vita piuttosto sobrio. Ma qualche settimana fa ha toccato i 50 milioni di dollari di montepremi. Rosol, invece, è volato a Londra con Easyjet e si reca a Wimbledon con il treno e poi con la metropolitana. “Quando sono tornato a casa, ieri sera, avevo bisogno di riposarmi. Ho fatto più interviste che in tutta la mia carriera. Ho provato ad andare a dormire subito, ma non ho preso sonno fino alle 3 di notte. Ero ancora sovreccitato, ma stamattina stavo già molto meglio”.
Allenato da Slava Dosedel, nel box a sostenerlo insieme all’amico Mikhail Kukushkin, Rosol è un tipo abbastanza tranquillo. Di sicuro nutre grande rispetto per i colleghi. Subito dopo il match di ieri si è detto un po’ “dispiaciuto” per il numero 2 del mondo. Un atteggiamento che non sorprende chi lo conosce ma che potrebbe costargli caro nel prossimo match, anche se il livello di gioco espresso giovedi sera non gli preclude alcun traguardo. I contatti con casa sono stati limitati al minimo indispensabile: “Mia mamma e tutta la famiglia hanno guardato il match. Erano abbastanza felici, mi hanno celebrato. Io spero che non sia ancora finita”. Il rischio che sia una meteora, onestamente, esiste. Starà a lui dimostrarci il contrario.
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