ROLAND GARROS – Archiviate le bombe di Milos Raonic, il serbo arriva al dunque: contro Gulbis sarà una grande partita in un grande torneo, l’unico che gli manca. E capiremo se l’ingaggio di Becker è servito per davvero.

Di Riccardo Bisti – 3 giugno 2014

 
La presenza di Boris Becker dovrebbe farlo giocare meglio nei grandi tornei, contro i grandi avversari. Per ora, l’obiettivo di Novak Djokovic è sostanzialmente fallito. A Melbourne ha messo fine alla striscia di semifinali Slam consecutive, cedendo a Stan Wawrinka in un match giocato spalla a spalla. Tuttavia crede ancora nel progetto e non ha silurato Boris, anche se Marian Vajda è tornato protagonista al suo angolo. Il doppio coach, per adesso, funziona. Hanno vinto a Roma e a Parigi siedono uno a fianco all’altro. Il protagonista sembra lo slovacco: è lui che agita il pugno, si esalta di più. Ma adesso siamo entrati in zona-Boris. La semifinale contro Ernests Gulbis e la finale contro Rafael Nadal (o chi altri?) saranno i match in cui dovrà alzare il livello ed evitare pericolose distrazioni. Un (piccolo) segnale è arrivato nella sfida contro Milos Raonic. Avanti 5-1 al terzo dopo aver vinto i primi due, Djokovic ha permesso al canadese di rifarsi sotto. Ha comunque chiuso col punteggio di 7-5 7-6 6-4, ma certe distrazioni vanno evitate, così come il set ceduto a Marin Cilic. Resta comunque il più in forma, ben deciso a tornare al numero 1 ATP. C’è una notizia: dovesse vincere il torneo, tornerà in vetta. Adesso dipende da lui. In caso di vittoria, salirebbe a quota 13.130 punti, cifra irraggiungibile per Nadal, che solo vincendo il torneo manterrebbe intatto il suo bottino di 12.500. Per questo, anche se il 42esimo scontro diretto tra i due non sarebbe il massimo dell’originalità, una finale serbo-spagnola avrebbe un pizzico di fascino in più. 

QUEL ROVESCIO CHE FA MALE
Nole è sceso in campo super-concentrato. La semifinale di Roma gli aveva insegnato tante cose. Ad esempio, che il canadese è cresciuto moltissimo. Sottovalutarlo sarebbe stato mortale. Allora ha giocato ogni scambio con concentrazione glaciale, senza farmi abbattere dal prevedibile bombardamento. Sul 3-3, Milos ha avuto un’importante palla break, ma Nole l’ha giocata a dovere. Nella scaramuccia da fondo, si è subito capito che il rovescio lungolinea era la chiave per scardinare Raonic. Sul 6-5, uno splendido vincente gli ha regalato il setpoint, trasformato da una gran risposta sui piedi (sempre di rovescio) su cui Raonic non ha potuto fare altro che affossare la volèe. Se l’impresa era complicata, vincere riprendendo un set di svantaggio l’ha resa disperata. Tuttavia, Raonic è rimasto attaccato al servizio e ha trascinato il secondo al tie-break. Dopo dodici game dominati dal servizio, un minibreak nel decimo punto è bastato a Djokovic per andare due set a zero e planare verso il traguardo. Senza più tensione nel braccio, con la reaparecida Jelena Ristic in tribuna, ha dato spettacolo nei primi game del terzo, volando fino al 5-1. Lì è arrivata la distrazione, da cui si è ripreso in tempo chiudendo al decimo game.
 
SFIDA ALL'EX AMICO
Per Djokovic sarà la sesta semifinale al Roland Garros, la quarta di fila. Si è spinto in finale solo una volta, nel 2012, sconfitto dal solito Rafael Nadal. Prima di pensare allo spagnolo, tuttavia, avrà un ostacolo molto delicato, quell’Ernests Gulbis che conosce da anni, da quando si allenavano a Monaco di Baviera presso l’accademia di Nikki Pilic. Da una parte il lèttone straricco, dall’altra il serbo il cui padre si era indebitato pur di permettergli di giocare. Sfida affascinante, peraltro con un pizzico di pepe derivante dalle dichiarazioni di Gulbis, rilasciate lo scorso settembre. “Non mi piace perché il successo l’ha cambiato. Abbiamo condiviso la stessa stanza a Monaco di Baviera. Era un tipo normale, a posto, ma quando ha ottenuto il primo successo è cambiato. Non è successo niente tra noi, ma non mi piace chi cambia. Amo i caratteri forti che restano tali anche quando arrivano i soldi”. Chissà se la questione si è ricucita. Non sarà facile, per lo showman Djokovic, affrontare uno che non lo soffre e nemmeno lo apprezza. Probabilmente ci saranno momenti duri, delicati. Una grande partita nell’unico Slam non ancora vinto: finalmente potremo vedere se l’arrivo di Boris Becker è servito a qualcosa. La scommessa di Nole è arrivata al dunque.

ROLAND GARROS MASCHILE – QUARTI DI FINALE
Rafael Nadal (SPA) vs. David Ferrer (SPA)
Andy Murray (GBR) vs. Gael Monfils (FRA)
Ernests Gulbis (LET) b. Tomas Berdych (CZE) 6-3 6-2 6-4
Novak Djokovic (SRB) b. Milos Raonic (CAN) 7-5 7-6 6-4