Battuto il linfoma di Hodgkin, Ross Hutchins è pronto a tornare ed è carico a mille. “Io e Fleming ripartiremo daccapo. Vogliamo vincere uno Slam e qualificarci per il Masters”.
Dopo tante nubi, alle spalle di Ross Hutchins c'è finalmente un raggio di sole
Di Riccardo Bisti – 11 ottobre 2013
Il linfoma di Hodgkin è diventato tristemente famoso un paio d’anni fa, quando Alisa Kleybanova ha annunciato di esserne vittima in una drammatica intervista con Tennis Channel. Per fortuna, la scienza va avanti. Il linfoma si può battere, ma si tratta pur sempre di un tumore. Entusiasta per la guarigione, la russa è tornata a giocare nel marzo 2012, ma ben presto si è resa conto di non essere pronta. C’è voluto un altro anno di inattività affinchè potesse riprendere con regolarità. E non è ancora tornata tra le top-200. Le difficoltà incontrate dalla Kleybanova, tuttavia, non spaventano il britannico Ross Hutchins, 28 anni, pure lui colpito dallo stesso male. Lo ha sscoperto durante le vacanze di Natale. Il mondo lo ha appreso una decina di giorni dopo, durante la premiazione del torneo ATP di Brisbane. Pur senza nominarlo, Andy Murray gli ha dedicato il successo. Bastarono due telefonate affinchè tutti scoprissero a chi si riferiva. L’avventura è andata a buon fine: il tumore ha iniziato a regredire a fine luglio, non prima di un durissimo programma di chemioterapia presso il Royal Marsden Hospital di Londra, in zona Chelsea. Da allora sono passati due mesi, ed Hutchins si trova nella fase di entusiasmo post-guarigione. Nutre forti ambizioni per il rientro nel circuito, previsto per il 2014. Ripartirà da Colin Fleming, con il quale ha vinto tre dei suoi cinque titoli ATP (gli altri due erano giunti con Stephen Huss). Hutchins è scatenato. Vuole giocare l’Australian Open e ha due obiettivi ben precisi: Wimbledon e la qualificazione alle ATP World Tour Finals. “Mi sento meglio, sempre più forte, giorno dopo giorno – ha detto – abbiamo programmato di rientrare a gennaio e riprendere gradualmente competitività. Nel 2014 vorrei giocare 20 tornei e chiudere l’anno alle ATP World Tour Finals. Ma per farlo dovremo classificarci tra le migliori otto coppie”.
Hutchins punta a fare grandi cose a Wimbledon. Sarebbe una storia strappalacrime, e pazienza se un altro britannico (Jonathan Marray) ha già messo fine a un’attesa di 76 anni. Già, perchè se la Gran Bretagna non ha vinto il trofeo di singolare per 77 anni, è stato altrettanto anche nel doppio. “Io e Colin puntiamo forte su Wimbledon. E’ il torneo più importante per noi, inoltre è un obiettivo chiave perchè mette in palio moltissimi punti”. In coppia con Fleming, e prima di scoprire la malattia, era salito al numero 26 nella classifica ATP di doppio. Adesso è numero 141, ma potrà usufruire del ranking protetto. La sua storia ha spinto Andy Murray a partecipare con entusiasmo all’evento benefico tenuto durante il torneo del Queen’s, denominato “Rally Against Cancer”, in cui l’obiettivo era raccogliere almeno 100.000 sterline per il reparto oncologico del Royal Marsden. Fu un evento molto sentito, con il centrale gremito e protagonisti lo stesso Murray, Berdych, Lendl ed Henman. Lo scozzese donò l’intero prize money, contribuendo ad arrivare a circa 300.000 sterline. “E’ stato un giorno molto speciale – ricorda Hutchins – Andy è stato molto solidale. Il fatto che abbia devoluto l’intero prize money dice tutto di lui. Avevo avuto la mia ultima sessione di chemioterapia giusto la settimana prima”.
Tre settimane dopo, Murray ha avuto il premio più bello: si è aggiudicato il titolo a Wimbledon. Nel suo clan c'era anche Ross Hutchins, meno inquadrato di Lendl, Kim Sears o mamma Judy. Ma c’era. “Ero sicuro che Andy potesse vincere Wimbledon. Aveva già battuto i più forti, aveva vinto Us Open e Wimbledon e stava vivendo un eccezionale periodo di forma. Dopo quello che aveva fatto per me, è stata una grande emozione assistere al suo trionfo”. Hutchins, inoltre, ha un canale privilegiato con Murray. A parte la solidarietà, tra i due c’è una sincera amicizia. E Ross ha accesso al Murray privato, quello che conoscono in pochi. “In questo periodo ha lo spirito giusto. Sta bene dopo l’operazione e tornerà presto”. Hutchins effettuerà una parte di preparazione invernale con il clan Murray: a dicembre lo raggiungerà a Miami, poi si sposterà a La Manga, in Spagna, per rifinire l’intesa con Fleming. “Anche Colin è una grande persona. C’è sempre stato e mi ha detto che mi avrebbe aspettato. Per me è stato molto importante. Adesso ho soltanto bisogno di restare più tempo possibile in campo, ma ogni giorno che passa sento che il tocco e la sensibilità migliorano. Voglio tornare laddove ero arrivato insieme a Colin. Se possibile, anche migliorare. Abbiamo un conto in sospeso”. Incrocia le dita, Ross.
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