Lo spagnolo contiene le bordate intelligenti di Milos Raonic e approda in semifinale. Miami è uno dei pochi titoli che gli mancano: vuole vincerlo ad ogni costo. Adesso sfida Berdych. 
Per la prima volta, Raonic ha strappato un set a Nadal

Di Riccardo Bisti – 28 marzo 2014

 
Milos Raonic è il più forte canadese dell’Era Open, forse di sempre. Ma gli manca un record: battere un numero 1 in carica. Nella night session contro Rafael Nadal sognava di imitare Daniel Nestor, che nel 1992 battè Stefan Edberg in Coppa Davis. Tra l'altro, era già certo di tornare tra i top-10 dopo averli centrati già lo scorso anno. Ci ha provato fino alla fine, ma Nadal è l’imperatore dei Masters 1000. Ne ha vinti 26 (record assoluto) e si è garantito la 52esima semifinale. Cifre pazzesche, forse un po’ sottovalutate. Ma Rafa non se ne cura e punta a conquistare uno dei pochi tornei che gli mancano. Ama molto il Sony Open di Miami: è dove ha battuto per la prima volta Roger Federer, e dove ha giocato la prima finale Masters 1000. Però non lo ha mai vinto nonostante tre finali, perse contro Federer, Davydenko e Djokovic. Sarà proprio Djokovic il suo avversario nella finale di domenica, a meno che Kei Nishikori e Tomas Berdych facciano il miracolo. Ci ha provato Raonic, ma il divario è ancora ampio. La cura Piatti-Ljubicic gli ha fatto ben e, così come gli ha portato fortuna una breve visita al Centro FIT di Tirrenia di un mesetto fa. A Indian Wells ha battuto Murray ed è giunto nei quarti, a Miami si è ripetuto sfruttando un buco in tabellone. Il 4-6 6-2 6-4 finale non lo ridimensiona, anzi. Il servizio è sempre devastante (il più rapido viaggiava a 144 miglia, oltre 230 km/h), ma non si limita a quello. Milos è ragazzo intelligente e si applica per seguire i consigli. Gestisce lo scambio con intelligenza, aspettando il momento buono per sparare il dritto.
 
Nel primo set ce l’ha fatta anche contro Nadal. Per la verità, ha avuto qualche problema in avvio (tre palle break concellate), ma riusciva a gestire situazioni tattiche solitamente favorevoli a Nadal. A differenza della finale di Montreal, non si è avuta la sensazione che Rafa avesse il punto in mano non appena poteva scagliare il drittone. Il palleggio di Raonic, pur senza essere esaltante, era solido e sicuro. E’ più completo rispetto al passato, quando Galo Blanco aveva forgiato un picchiatore a dispetto del suo passato da terraiolo. Ivan Ljubicic ha individuato i punti deboli e ci sta lavorando su, anche con scelte sorprendenti. Raramente avevamo visto il canadese rinunciare alla botta sulla prima palla. Contro Nadal, ogni tanto, ha cercato un lift per togliergli il tempo. C’è riuscito piuttosto bene, se lo spagnolo ha sparacchiato in mezzo alla rete una risposta di dritto sulla palla break sul 3-3. Rafa ci metteva del suo sul 4-5, quando commetteva due doppi falli (uno sul set-point!) e regalava il parziale a Raonic. Ma al momento di spingere sull’acceleratore, si è rilassato e ha consentito a Nadal di brekkare in avvio di secondo: grave, perchè non aveva mai perso il servizio in tutto il torneo. Normale che Rafa prendesse un altro break, e per poco non volasse sul 5-0. Milos ha aspettato che la tempesta finisse e ha ceduto il set all’ottavo game.
 
Nel terzo, Nadal ha cercato di ammazzare la partita nel primo game, procurandosi una palla break. Ma Raonic era vivo e la cancellava con un buon attacco (passante out di Rafa). Tuttavia, sembrava sempre più stanco. Abbiamo avuto la sensazione che sperasse di arrivare al tie-break. Ma non ce l’ha fatta. Sul 3-3 si è trovato 0-30 e ha pagato uno sforzo immenso per vincere tre punti di fila. E’ salito 40-30 al termine di uno scambio durissimo, di quelli solitamente vinti da Nadal. Ha pagato lo sforzo nei punti successivi e ha ceduto il servizio. Nadal, memore dei pasticci combinati a Indian Wells, non ha concesso nulla e ha alzato le braccia al cielo per la 679 volta in carriera. Raonic era comunque soddisfatto, tanto da lasciare il campo dando il pugnetto a Brad Gilbert, pronto all’intervista con il vincitore. Rafa lo è ancora di più, perchè Miami è un conto in sospeso. In semifinale non poteva augurarsi un avversario migliore, giacchè contro Tomas Berdych viene da 16 vittorie di fila. Il bilancio è 17-3, ma dopo tre sconfitte tra il 2005 e il 2006 non ci ha più perso. E un paio di scontri diretti sono arrivati anche a Miami. Manca ancora parecchio, ma se dovesse vincere il torneo, gli resterebbero solo Shanghai e Parigi Bercy per completare il Career Masters 1000. Un'altra esaltante sfida con Novak Djokovic. 
 
MASTERS 1000 MIAMI – QUARTI DI FINALE
Rafael Nadal (SPA) b. Milos Raonic (CAN) 4-6 6-2 6-4
Tomas Berdych (CZE) b. Alexandr Dolgopolov (UCR) 6-4 7-6
Kei Nishikori (GIA) b. Roger Federer (SUI) 3-6 7-5 6-4
Novak Djokovic (SRB) b. Andy Murray (GBR) 7-5 6-3

SEMIFINALI
Rafael Nadal (SPA) vs. Tomas Berdych (CZE) Ore 24, diretta Sky Sport 2
Novak Djokovic (SRB) vs. Kei Nishikori (GIA) Ore 20, diretta Sky Sport 2